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ALBANIA: Edi Rama trionfa ancora, cosa resta dopo le elezioni amministrative?

Il 14 maggio si sono svolte le elezioni locali in Albania. I socialisti hanno ottenuto il controllo di 53 comuni su 61, una vittoria schiacciante che conferma il dominio del primo ministro Edi Rama sulla scena politica albanese. 

Il Partito Socialista d’Albania (PS) del premier Edi Rama ha vinto le elezioni amministrative, ottenendo la guida di 53 comuni sui 61 complessivi. La coalizione di centro-destra “Insieme si vince”, guidata dall’ex primo ministro e presidente della Repubblica Sali Berisha, ne ha ottenuti 7, più il piccolo comune di Finiq, dove è stato confermato il candidato del partito di minoranza greca MEGA.

Il voto del 2019

Nel voto di maggio, solo il 38% dei cittadini aventi diritto si sono presentati alle urne. Si tratta del dato sull’affluenza media più basso mai registrato negli ultimi anni, ad esclusione delle elezioni del 2019, quando si registrò il 22% a causa dal boicottaggio dei partiti di opposizione a seguito di una crisi istituzionale. Anche allora, il Partito Socialista ottenne il maggior numero di voti, ma si trattò di una gara senza concorrenti.

All’epoca si registrarono accese proteste in piazza contro il governo socialista di Rama, accusato di corruzione e di vicinanza agli interessi della criminalità organizzata. L’allora presidente della repubblica Ilir Meta, oggi alla guida del Partito della Libertà (PL) alleato del centrodestra, tentò di posticipare le elezioni, ma questa posizione venne rifiutata dal Partito Socialista, che richiese formalmente l’impeachment del capo di stato.

Vennero poi le elezioni parlamentari nel 2021, a cui partecipò il 46% dei votanti, e che vide nuovamente (per la terza volta) i socialisti di Rama primo partito, sbarazzando un’opposizione sempre più divisa, con il Partito Democratico (PD) lacerato dal rientro in campo di Sali Berisha.

2023: il punto della situazione

Di nuovo, dunque, il PS è riconfermato a livello locale, oltre che nazionale. Anche questa chiamata al voto non è stata priva di polemiche. Berisha ha parlato di «una farsa elettorale. Il narcostato ha attuato un programma di annientamento della libertà del voto, del suo acquisto e del terrore nei confronti degli elettori» – commenti che non lasciano spazio ad equivoci, ma che provengono da un’opposizione fortemente disgregata al suo interno con al timone una figura, Berisha, il cui appeal internazionale ha avuto un forte tracollo dopo essere stato definito “persona non grata” dagli Stati Uniti e dal Regno Unito, imputato di legami controversi con l’apparato dell’illegalità.

Polemiche ed insinuazioni che ritornano ad ogni tornata elettorale. Da una fazione politica all’altra, la fragilità strutturale delle istituzioni albanesi viene associata continuamente alle reti meno integre della società: la mafia e il sistema clientelare. Queste elezioni sono state monitorate tramite una missione di osservatori internazionali dell’ODIHR (Ufficio OSCE per le istituzioni democratiche e i diritti umani), dalla quale si evince che la campagna elettorale si è sviluppata in un clima pacifico, ma che il processo è stato caratterizzato da una continua polarizzazione dei partiti. Sono state espresse invece preoccupazioni su casi di un cattivo utilizzo delle risorse statali, sulla presunta pressione esercitata nei confronti di dipendenti pubblici ed elettori, con accuse di compravendita dei voti.

Le elezioni locali di questo 2023 restano dunque in scia con la recente crisi istituzionale tra maggioranza e opposizione, ma mostrano anche un sensibile calo dell’affluenza alle urne – spiegato da un incremento dell’astensionismo e dal fenomeno accentuato dell’emigrazione.

Lo sguardo al (vicino) futuro

Rama e il PS sono dunque, ancora una volta, i chiari vincitori, di fronte però ad un’esigua platea di votanti. L’opposizione risulta invece sempre più disgregata, priva di credibilità e di pubblico. Alla luce di tale scenario politico, in Albania i partiti si trovano dunque di fronte ad una serie di prove politiche in vista delle prossime elezioni parlamentari nel 2025.

Normalmente, una forza politica unita è una forza vincente. Il PS, in questo senso, detiene un controllo coordinato e granitico del potere che ha permesso nei mandati precedenti, specialmente a livello locale, la realizzazione di molti progetti nel settore delle infrastrutture. In quanto primo partito in Albania, le prove maggiori saranno economico-sociali e riformiste. Nella gestione dei tassi di inflazione e nella promozione dello sviluppo, Rama dovrà farsi carico di una definita linea programmatica che risponda al tasso di disoccupazione giovanile e alla continua emigrazione. Questo quadro si inserisce all’interno di un’ampia cornice politica: il ritardo nella realizzazione effettiva delle grandi riforme democratiche (giudiziarie, sociali, sullo stato di diritto) non agevola il processo di integrazione europea – uno stallo che crea disillusioni sulla possibilità che l’Albania possa un giorno liberarsi dal “peccato originale” del sistema clientelare e avviarsi verso una completa democratizzazione.

All’opposizione, invece, lo scenario prevede una prima auto-analisi dell’ennesimo fallimento di queste elezioni e dell’inefficacia della sua struttura, divisa in litigiose fazioni. Da qui, la prospettiva di individuare una figura leader di riferimento meno controversa di Berisha, capace di ricostruire il Partito Democratico e soprattutto di chiarire quale sia l’alternativa politica da loro proposta per il paese, che vada oltre la sterile ostilità verso il primo ministro.

Fino a quando non verrà strutturata una valida alternativa, Rama opererà oltre ogni crisi e problematica – una stabilità consolidata per un’Albania che necessiterebbe però di fare un passo in più in chiave democratica e riformista.

Foto: Shutterstock/Zuttmann Benoelken

Chi è Ivana Ristovska

Nata nel 1996 a Štip (Macedonia del Nord), vive in Piemonte. Laureata in Scienze Internazionali a Torino, con una sosta francese a Sciences Po Lyon e una formazione pregressa in Comunicazione Interculturale. Attualmente operativa nel settore della progettazione ambientale. Attività che trova posto accanto ad un costante sguardo verso la storia e il presente dell'area balcanica. Ne parla qui su East Journal.

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