Nel 2024, la Repubblica di Cipro ha festeggiato i 20 anni dall’adesione all’UE, e commemorato i 50 anni dall’invasione turca e l’occupazione del nord dell’isola. Se ne è discusso in un seminario a Bruxelles.
Un’isola prospera ma sempre più divisa
Secondo il professor Antonis Klapsis della Neapolis University Pafos, autore del libro Cyprus 50 Years Since the Turkish Invasion, 20 Years Since Accession to the EU, “sebbene Cipro resti divisa, è oggi è uno dei paesi più prosperi, stabili e democratici del Mediterraneo orientale. E’ l’adesione all’UE che ha drasticamente migliorato le prospettive.”
La riunificazione tuttavia non dipende più dai ciprioti, greci o turchi che siano: “la Turchia vorrebbe una nuova Cipro unita come suo satellite per i suoi interessi nel Mediterraneo orientale. E oggi l’UE non ha leve d’influenza: Ankara non vuole entrare nell’UE, e gli stati membri non vogliono che la Turchia entri. Ma senza assenso della Turchia, nessun leader turco-cipriota potrà accettare la riunificazione.”
Il passare del tempo, inoltre, lavora contro una soluzione. “I ciprioti vivono divisi dal 1964″, ricorda Klapsis. “Sono sempre meno quanti hanno vissuto la coesistenza. La gente ha timore della prospettiva della riunificazione”.
Serve un nuovo quadro per le relazioni tra UE e Turchia
Secondo il professor Angelos Syrigos, deputato greco di Nea Demokratia (EPP), “Cipro può fare da ponte tra l’UE e il Medio Oriente. Grecia e Cipro sono pilastri dell’equilibrio regionale, contro le aspirazioni egemoniche” della Turchia. “Ciò che Trump ci insegna oggi è che i protettorati non hanno diritti. La discussione sull’Europa della difesa può cambiare come l’UE si approccia al Mediterraneo orientale, e mettere fine alle discussioni vuote tra UE e Turchia, che hanno aperto spazi all’approccio transazionale di Ankara.”
La dottrina di ‘profondità strategica‘ dell’ex premier turco Ahmet Davutoğlu ha avuto un profondo impatto, secondo Syrigos. “La Turchia eserciterebbe oggi influenza su Cipro anche senza alcun legame specifico” coi turco-ciprioti. Ma negli ultimi 25 anni si è anche affievolita la distinta identità dei turco-ciprioti rispetto ai turchi d’Anatolia, riflette Syrigos. “E’ stato un nostro errore, come UE, lasciare le relazioni con la Turchia senza un quadro specifico” dopo il congelamento dei negoziati d’adesione nel 2016, ammette Syrigos. “Avremmo potuto invece offrire una forma di partenariato privilegiato, con specifiche condizionalità per il Mediterraneo orientale.”
Ombre ucraine sul Mediterraneo orientale
L’invasione russa dell’Ucraina ha un impatto anche sulle relazioni tra UE e Turchia, viste da Cipro, secondo l’eurodeputato Costas Mavrides (DYKO/EPP). “Ursula von der Leyen ha detto che ‘nessuno ha il diritto di invadere’, le ho chiesto due volte di fare una dichiarazione decente, di affermare che l’Europa non sarà unita finché Cipro resterà divisa. Non l’ha fatto. E’ un chiaro esempio di doppio standard. Noi eurodeputati ciprioti siamo stati da subito dalla parte dell’Ucraina, malgrado i legami economici e culturali tra Russia e Cipro. Ma ci dobbiamo chiedere: è davvero possibile una politica estera comune e una Europa della difesa con un ruolo per la Turchia?”
Gli fa eco l’eurodeputato Michalis Hadjipantelas (DISY/EPP). “Ciò che è successo in Ucraina è lo stesso che è successo a Cipro 50 anni fa. Purtroppo allora non eravamo uniti, come nazione.” L‘Europa deve scegliere se stare “con la Turchia o no. Non si possono avere doppi standard, un paese invasore non può essere incluso tra coloro che si oppongono a un’altra invasione.” E l’Europa può avere leve d’influenza, se lo vuole, secondo Hadjipantelas, ad esempio “imponendo condizioni ai fondi UE che sono fondamentali per la sopravvivenza dell’economia turca”.
Il ruolo dell’energia nella ricerca della riunificazione
Le risorse energetiche del Mediterraneo orientale, fonte di tensioni geopolitiche negli scorsi anni, possono diventare la chiave per la pace e la riunificazione dell’isola. “Solo così l’Unione europea, la Turchia e Cipro ne possono beneficiare, arrivando all’autosufficienza energetica“, afferma Hadjipantelas.
L’eurodeputato ricorda i negoziati con il governo israeliano a fine 2022. “Per una soluzione al problema cipriota, dobbiamo trovare un accordo con tutti i partner della regione: Grecia, Turchia, Israele ed Egitto. Il potenziale è enorme, dobbiamo includere tutti.”
Ma le risorse energetiche possono essere una lama a doppio taglio, ricorda il professor Klapsis. Con l’invasione russa dell’Ucraina, l’UE ha capito di aver bisogno di diversificare le proprie fonti di energia, e le risorse del Mediterraneo orientale hanno acquisito valore. Ma le questioni energetiche possono anche giocare in negativo, rendere la Turchia più apprensiva rispetto a una possibile soluzione, per accapparrarsene una fetta più grande.”
In ogni caso, è fondamentale cercare una soluzione sostenibile al problema di Cipro, andando anche oltre agli interessi particolari, conclude Hadjipantelas. “Basta vedere cosa succede oggi tra Israele e Palestina”, dove il conflitto non ha mai trovato fine. La prossima presidenza cipriota del Consiglio UE inizia tra nove mesi, nel gennaio 2026. Nicosia dovrà farsi trovare pronta.
Foto: NASA, CC BY-SA-NC