CIPRO: Allarme insediamenti israeliani. “Ci stanno portando via il nostro paese”

L’opposizione lancia l’allarme sugli insediamenti israeliani in crescita sull’isola di Cipro. “Ci stanno portando via il nostropaese”.

Dal 2021, investitori israeliani hanno acquisito quasi 4.000 proprietà a Cipro, molte poi trasformate in comunità chiuse pressoché inaccessibili. L’opposizione ha denunciato la creazione di enclavi. Non sono mancate le critiche di antisemitismo.

La denuncia dell’opposizione

“Investitori israeliani stanno acquistando ingenti appezzamenti di terreno e risorse economiche strategiche”, ha affermato a fine giugno al congresso del partito d’opposizione AKEL il leader comunista cipriota Stefanos Stefanou. “Stanno costruendo sinagoghe e scuole sioniste – così le chiamano – in enclavi recintate”.

“I giornali israeliani parlano di una politica mirata di espansione di Israele a Cipro”, ha detto Stefanou, deunciando la creazione di comunità chiuse a Larnaca e Limassol, “aree chiuse praticamente inaccessibili a chiunque non sia cittadino israeliano”.

È la prima volta che un partito cipriota solleva una questione politica sulle transazioni immobiliari con cittadini israeliani. “Non lo diciamo per xenofobia o antisemitismo”, ha aggiunto Stefanou, sottolineando che “Israele ci sta occupando” e “a un certo punto scopriremo che la nostra terra non ci appartiene”.

Gli investitori israeliani operano a Cipro attraverso il programme Golden Visa, che consente di acquisire la residenza sull’isola investendo nell’immobiliare. Cipro ha rilasciato migliaia di questi visti con scarsi controlli. AKEL ora propone di limitarne la concessione. “Cipro ha una superficie ridotta e si trova in una regione turbolenta. Il governo deve adottare misure”, ha detto Stefanou alla radio CyBC.

Un esodo in tre ondate

Nel 2018, circa 6.500 cittadini israeliani risiedevano a Cipro. A metà 2025 erano più del doppio, circa 15.000, e in crescita. Tra questi, intere famiglie, imprenditori e coloni in fuga dagli insediamenti illegali in Cisgiordania.

La presenza israeliana a Cipro si è espansa in tre ondate distinte. In primis, durante il Covid-19, molti israeliani benestanti hanno rifuggito i rigidi lockdown e un sistema sanitario sotto pressione per raggiungere gli standard di assistenza sanitaria e lo stile di vita rilassato di Cipro. Le vendite immobiliari sono aumentate vertiginosamente in città turistiche come Pafos e Limassol. Quindi, con le proteste contro le riforme giudiziarie di Netanyahu del 2023, migliaia di persone iniziarono a tutelarsi acquistando case all’estero. Cipro, a soli 40 minuti di volo, divenne una popolare alternativa.

Infine, la guerra di Gaza e i recenti attacchi all’Iran hanno messo in rilievo la crescente vulnerabilità di tutta Israele, con le rotte aeree interrotte e attacchi missilistici anche su Haifa e Tel Aviv, e altre migliaia di israeliani hanno cercato riparo all’estero.

“Più di 12.000 ebrei israeliani sono passati per le nostre sei case in 10 giorni durante la crisi iraniana”, ha affemato il rabbino Zeev Raskin di Chabad Cyprus. “Molti di loro non avevano intenzione di tornare”.

“Abbiamo provato a tornare in Israele in yacht, in elicottero”, aveva affermato un evacuato israeliano a The National. “Ma Cipro ci è sembrata più sicura. Per ora, restiamo.”

Una seconda Israele 

Secondo un agente immobiliare sentito dal Cyprus Mail, “gli israeliani tendono ad acquistare grandi proprietà recintate con spa e resort.” A Pyla, loro centro principale, ma anche a Larnaca: “c’è la sinagoga, è vicino all’aeroporto, e le proprietà sono tra le più economiche di Cipro”.

Secondo i dati pubblicati dalle autorità, gli israeliani sono al quarto posto tra gli investitori stranieri, dietro britannici, russi e greci. Solo a Larnaca, gli israeliani hanno acquistato oltre 1.400 immobili, con numeri simili a Limassol e Pafos.

AKEL denuncia uno schema familiare. Nascono enclavi. La gente del posto viene esclusa per via dei prezzi. Infrastrutture – sinagoghe, supermercati kosher, scuole private – vengono costruite rapidamente. Lo stesso modello coloniale di insediamento utilizzato in Cisgiordania sembra ora radicarsi in luoghi come Pyla e Limassol.

“A un certo punto scopriremo che la nostra terra non ci appartiene”, ha detto Stefanou. “Non sono case-vacanze. Sono insediamenti a tutti gli effetti.”

Tra Mossad e basi britanniche 

I timori di AKEL non si limitano al settore immobiliare. Nel suo discorso di giugno, il partito ha sollevato questioni di sicurezza nazionale, giustizia sociale e sovranità culturale.

Il partito denuncia il rischio di “enclavi-satellite” di influenza israeliana, potere economico e potenziale infrastruttura di intelligence, appena oltre la portata dei missili.

Anche gli esperti di sicurezza hanno espresso preoccupazione. Un articolo di Haaretz del 2023 confermava che il Mossad è attivo a Cipro e utilizza l’isola per “operazioni di rifugio” e punti di sosta. Cipro ospita anche la RAF Akrotiri , un’importante base militare britannica utilizzata per missioni di ricognizione su Gaza, complicando ulteriormente il quadro geopolitico.

A Cipro Nord, sotto amministrazione turca, gli acquisti di terreni da parte di israeliani sono stati drasticamente limitati. Ma nelle aree sotto amministrazione greco-cipriota non esistono vincoli, e gli accordi bilaterali tra Cipro e Israele stanno impedendo di imporre controlli al boom immobiliare.

Cipro non può permettersi di diventare una base operativa avanzata per un altro Stato“, ha avvertito un funzionario della sicurezza europea. “Si rischia di destabilizzare l’isola e comprometterne la neutralità“.

Una nazione a un bivio

Quello che era iniziato come flusso turistico si è trasformato in un vero e proprio cambiamento demografico. E per Cipro, un paese ancora alle prese con la propria divisione e una storia di interferenze straniere, i segnali d’allarme sono chiari.

Come ha affermato Stefanos Stefanou: “Tutto ciò non può che allarmarci. Dobbiamo chiederci: stiamo vendendo case o stiamo svendendo la nostra sovranità?

Foto: AP Photo/Petros Karadjias

Chi è Andrea Zambelli

Andrea Zambelli è uno pseudonimo collettivo usato da vari membri della redazione di East Journal.

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