BOSNIA: Assolto Naser Orić, il boia della valle della Drina

Naser Orić, comandante delle milizie bosniaco-musulmane durante le guerre jugoslave è stato assolto dall’accusa di crimini di guerra dal tribunale di Sarajevo, in Bosnia. Una sentenza che non sorprende malgrado le ombre sulle responsabilità di Orić, protagonista di episodi di pulizia etnica ai danni della popolazione serba, non possano dirsi fugate.

Naser Orić era già stato processato nel 2006 per accuse simili dal Tribunale Penale Internazionale per l’ex-Jugoslavia dell’Aia (ICTY). Le accuse più gravi erano però cadute ed il comandante bosgnacco fu allora condannato a due anni di prigione contro i sedici richiesti dall’accusa. Quella sentenza, assai controversa, alimentò sospetti di politicizzazione del Tribunale, le cui sentenze sono talvolta apparse troppo “morbide” nei confronti dei criminali di guerra croati, kosovari e bosgnacchi rispetto a quelle che hanno riguardato i serbi. Sospetto confermato dalla stessa Carla Del Ponte quando dichiarò che le indagini e sentenze erano influenzate dalla comunità internazionale, NATO in primis, che non gradiva si indagasse sugli ex-alleati. L’assoluzione di personaggi come Ante Gotovina, Ramush Haradinaj e Naser Orić hanno fatto gridare allo scandalo gettando discredito sull’operato del Tribunale.

Le colpe dei criminali di guerra balcanici restano gravissime e la loro assoluzione non cancella le verità storiche. Se è vero che ogni paese nato dalla frantumazione jugoslava sta mancando del tutto il riconoscimenti delle proprie responsabilità, procedendo piuttosto nell’esaltazione nazionalista o nel vittimismo, è anche vero che nessuna pavida parzialità giudiziaria potrà ricucire le ferite di quella guerra. Solo la ricerca della verità, benché dolorosa, potrà dare alle prossime generazioni la consapevolezza degli errori e delle brutalità commesse, gettando così le fondamenta per una rinnovata convivenza nella regione.

In merito al ruolo di Naser Orić durante le guerre jugoslave, East Journal ha pubblicato  due anni fa un articolo che fa il punto sui crimini di guerra dei bosniaco-musulmani.

LEGGI:

I crimini di guerra bosgnacchi. Nessuno fu esente dalla barbarie di Matteo Zola

Per approfondimenti sul tema:

Ante Gotovina e la pulizia etnica. Un velo su ciò che veramente è stato di Filip Stefanovic

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Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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