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EURO 2016: Tifosi croati e lancio di fumogeni, il comunicato di Torcida

Vi proponiamo di seguito la traduzione del comunicato dei tifosi di Torcida Split, il gruppo di tifosi dell’Hajduk Spalato, una delle principali squadre croate, pubblicato sul sito ufficiale del gruppo relativamente al lancio di fumogeni in campo da parte dei tifosi croati durante la gara di Euro 2016 terminata 2-2 tra Croazia e Repubblica Ceca (una gara segnata anche dalle lacrime durante l’inno del capitano croato Darijo Srna, che ha recentemente perso il padre).

East Journal ha affrontato diverse volte l’argomento relativo alla disputa interna al calcio croato tra i tifosi e il padre-padrone di Dinamo Zagabria e federcalcio Zdravko Mamić. Ne parlammo in occasione del lancio di fumogeni a San Siro durante la gara di qualificazione tra Italia e Croazia, primo di una serie di incidenti poi culminati nella squalifica del pubblico croato dalle trasferte da parte della federcalcio. Il personaggio di Mamić era poi stato approfondito all’inizio dell’attuale stagione in occasione del suo arresto, delle sue successive dimissioni di facciata e dei suoi dissidi con i Bad Blue Boys, il principale gruppo di ultrà della Dinamo Zagabria, e poi anche nel quadro della storia della tessera del tifoso in Croazia. Infine, avevamo parlato di Mamić anche nella presentazione della gara giocata dalla Croazia contro la Turchia nella prima giornata di Euro 2016. Il comunicato riflette le opinioni di Torcida Split, che non rispecchiano necessariamente quelle della redazione sportiva di East Journal. Per ulteriori spunti di approfondimento, vogliamo segnalarvi questo intervento di Gianni Galleri per Storie del Boskov e un articolo in francese di Loïc Tregoures per Eurosport.

Di seguito il comunicato di Torcida Split:

Alla luce dei recenti eventi, è nostra prerogativa (essendo il primo gruppo di supporter in Europa) illustrare la fonte del comportamento dei tifosi croati durante l’ultima partita dei Campionati Europei. Non vi ingannate, sono TIFOSI CROATI, forse più di coloro che li accusano oggi. I tifosi croati vivono le loro emozioni e considerano sacra la loro squadra nazionale, ma sono allo stesso tempo pronti a sabotare le possibilità che la loro squadra vada avanti, in cerca di aiuto internazionale. Alzare i pugni contro il proprio fratello è la cosa più dura da fare, ma quando ogni altra opzione è esaurita, diventa l’unico modo di cercare giustizia. Questo solleva la questione di quanto debbano essere i tifosi, quando sono disposti a rischiare multe salate e tempo in prigione solo per lanciare un messaggio.

Anche se il gruppo di tifosi Torcida non è in nessun modo collegato a questa esplosione di emotività, non possiamo in verità dire che la cosa non era attesa. Negli ultimi cinque anni abbiamo avvertito tutte le autorità calcistiche e governative della massiccia insoddisfazione e scontentezza con la direzione in cui il nostro calcio nazionale sta dirigendosi. La federcalcio è azzoppata dalla corruzione, infestata di criminali e gestita da marionette e soldi sporchi.

Zdravko Mamić, che è attualmente il direttore esecutivo della nostra federcalcio, è in questo momento accusato di abuso di posizione e autorità, corruzione e appropriazione indebita di oltre 15,1 milioni di euro. Questo è avvenuto mentre era direttore esecutivo della GNK Dinamo (Zagabria ndt), una posizione che ha mantenuto fino a quando il tribunale gli ha impedito di condurre lavoro esecutivo mentre procedono il processo e le indagini. È stato accusato di essersi appropriato di denaro indebitamente nel modo seguente: durante i trasferimenti di giocatori, firmava un annesso al contratto professionale in cui il giocatore avrebbe avuto il diritto al 50% del totale di future quote di trasferimento, anche se nella realtà il giocatore non aveva il diritto a rivendicare quei soldi. Il club pagava quei soldi al giocatore, che li restituiva in contanti a Zdravko Mamić e altri membri della sua famiglia.

Inoltre, suo fratello, che è attualmente il manager della GNK Dinamo, è stato accusato di aver prelevato oltre 3,1 milioni di euro in prestiti dalla GNK Dinamo su un periodo di due anni. Le accuse indicano che ha restituito tali prestiti appropriandosi del 50% delle quote di trasferimento dei giocatori e restituendo i soldi alla GNK Dinamo, tenendo il resto per sé. I dipartimenti di polizia impegnati nella lotta al crimine organizzato hanno trovato la testimonianza del difensore del Liverpool Dejan Lovren molto interessante. Come parte del sistema summenzionato, la GNK Dinamo ha fatto un pagamento di 3,4 milioni di euro a Dejan Lovren, come parte della sua quota per il trasferimento al Liverpool. Secondo le indagini, quello che è successo in realtà è che Dejan Lovren ha tenuto solo 200.000 euro per sé, mentre ha consegnato il resto dei soldi in contanti a Zdravko Mamić o ad alcuni suoi familiari. Inoltre, Zdravko Mamić è anche accusato per evasione fiscale fino a 1,6 milioni di euro, e contemporaneamente di aver corrotto un ufficiale delle tasse che non imputò alcun introito né altre tasse locali alla Dinamo Zagabria.

Zdravko Mamić è salito al potere e ha accumulato capitali durante il dopoguerra, un periodo in cui il capitalismo mafioso e la corruzione erano diffuse in tutta la Croazia. In quegli anni è divenuto amico e finanziatore di numerose personalità importanti in Croazia. È uno stretto amico e associato di Milan Bandić, il controverso sindaco di Zagabria. È inoltre uno stretto amico del capo del tribunale regionale di Zagabria Ivan Turudić e ha finanziato la campagna elettorale del partito politico di governo in Croazia. L’attuale presidente di Croazia (Kolinda Grabar-Kitarović ndt) ha ricevuto finanziamenti per la campagna elettorale da Zdravko Mamić. Ha persino organizzato una festa di compleanno privata per lei nella propria villa, con lei e diversi altri politici croati invitati. Ogni volta che Zdravko Mamić è accusato di qualcosa, chiede un favore e finisce in compagnia di alti ufficiali governativi come l’attuale vice-premier Tomislav Karamarko. Recentemente i due sono stati visti avere un incontro privato poco dopo il rilascio di Mamić dal carcere. Dopo questi incontri, in qualche modo ogni accusa tende a finire sul fondo del cassetto del sistema giudiziario.

Persino il direttore dei servizi segreti è stato sollevato dal suo incarico poco dopo la scoperta da parte del presidente della Croazia del fatto che Zdravko Mamić fosse sotto controllo in un’indagine in corso.

Anche se la GNK Dinamo è l’attuale campione di Croazia, il loro titolo è stato celebrato da meno di 500 persone sugli spalti. Mentre era direttore esecutivo della Dinamo, ha posto suo fratello come direttore sportivo e in seguito come manager del club. Tutta questa ovvia corruzione e nepotismo hanno allontanato tutti i tifosi della Dinamo che non erano soddisfatti con la gestione di questo club di proprietà pubblica. Quando l’allenatore della nazionale croata (Niko Kovač, ndt) non gli ha obbedito, Zdravko Mamić lo ha licenziato e ha posto due delle sue marionette come presidente federale (Davor Šuker) e commissario tecnico (Ante Čačić, che era al tempo allenatore della squadra B della GNK Dinamo, il Lokomotiva), allo stesso tempo nominandosi direttore esecutivo.

Attualmente, 16 giocatori della nazionale su 23 avrebbero contratti di usura con Zdravko Mamić, il che significa che lui ottiene una quota di ogni guadagno, salario, bonus e trasferimento che essi fanno.

Si stima che riceva 40.000 euro dai giocatori per ogni vittoria e 20.000 per ogni pareggio a Euro 2016 in Francia, tutti in contanti. L’ultimo esempio è quello del migliore centrocampista del mondo, Luka Modrić. Nel processo in corso contro Mamić, Luka Modrić ha testimoniato di fronte agli investigatori di polizia che secondo i termini del suo contratto civile, è obbligato a fare pagamenti in contanti (che ammontano a circa il 25-30% dei suoi guadagni complessivi) a Zdravko Mamić. Di solito questo viene nascosto all’occhio del pubblico, ma alcuni giocatori hanno deciso di resistere. Un buon esempio è l’ex attaccante dell’Arsenal Eduardo da Silva. Non era intenzionato a continuare a corrispondere a Zdravko Mamić i pagamenti in contanti e ha portato la questione di fronte a un tribunale. Secondo il suo contratto usuraio, doveva pagare il 40% dei suoi guadagni totali. Dal momento che Zdravko Mamić aveva pagato attraverso la federcalcio diverse quote per “consulenze finanziarie” ad almeno due giudici regionali (Jasna Smiljanić e Ivica Veselić), fin dal principio era ovvio che Eduardo non avesse una chance di fronte ai tribunali croati.

Zdravko Mamić è tuttora a capo della federcalcio croata e ha il potere di scegliere l’allenatore e i giocatori. Ricordatevi di Alen Halilović, il ventenne ragazzo prodigio del Barcellona, che ha avuto un’ottima stagione per il Real Sporting di Digione. Non fa parte della squadra a Euro 2016, avendo terminato il suo rapporto con Zdravko Mamić in modo non amichevole e non corrispondendo, a quanto pare, parte dei suoi guadagni (a Mamić, ndt). Un altro buon esempio è il già citato difensore ventiseienne del Liverpool Dejan Lovren. Un giocatore che era tra i titolari della finale di Europa League contro il Siviglia, non è stato convocato dalla squadra a Euro 2016 perché si è rifiutato di “essere obbediente” e ha parlato pubblicamente della questione. È chiaro a tutti in Croazia che i giocatori in rotazione sono chiamati solo dalla GNK Dinamo con lo scopo di far levitare il loro prezzo sul mercato internazionale. Ricordate Sammir, che ha giocato titolare contro il Camerun alla Coppa del Mondo Brasile 2014? Successivamente è stato venduto al Getafe e non è mai più stato convocato. Le persone in Croazia si sono stancate di queste scelte e sentono che potremmo giocare un ruolo molto più importante nel calcio internazionale, se solo la selezione della squadra fosse basata sulla qualità e non sugli interessi privati di Zdravko Mamić.

I tifosi croati hanno cercato ogni via democratica per riportare ordine nella federcalcio. Persino il parlamento croato, sotto la pressione del pubblico e dei tifosi, ha approvato una legge chiamata Sports Act, che avrebbe dovuto rendere trasparenti i finanziamenti e i bilanci di tutte le società sportive in Croazia. La federcalcio croata e la GNK Dinamo (entrambe governate da Zdravko Mamić), hanno rilasciato una dichiarazione sostenendo che la legge del governo non si applica a loro e che quindi non ottempereranno. Predrag Šustar, l’attuale ministro dello Sport (sotto la cui autorità questa legge dovrebbe essere applicata) non fa niente, essendo membro del partito finanziato da Zdravko Mamić. Anche il presidente della Repubblica di Croazia è membro dello stesso partito.

Riguardo Davor Šuker, l’attuale presidente della nostra federcalcio, siamo amareggiati nel dover dire che i suoi giorni di gloria sono ormai lontani nel passato. Un giocatore che era visto un tempo come eroe nazionale ora si è ridotto a nulla più che un criminale (accusato di aver rubato 25.000 euro in monete d’oro greche da un aereo) e una marionetta di Mamić, che cerca la bella vita alle spese della nostra federcalcio.

È triste sentire che la tua squadra nazionale ti sia stata rubata, e che ora sia nelle mani di criminali che non si interessano della nostra patria fintanto che le loro tasche sono piene. Questa e molte altre ragioni sono il motivo per cui temiamo che ignorare i sintomi abbia creato una patologia che sta per infiammare l’intero sistema e che terminerà con una catarsi. La federcalcio croata deve redimersi di fronte ai propri tifosi, e l’unica soluzione è che tutti gli esecutivi si dimettano, e che si ricominci da capo.

Aiutate i nostri tifosi a cacciare i criminali dal calcio e riprendersi la squadra nazionale!

Foto: Bad Blue Boys 1986 (Facebook)

Chi è Damiano Benzoni

Giornalista pubblicista, è caporedattore della pagina sportiva di East Journal. Gestisce Dinamo Babel, blog su temi di sport e politica, e partecipa al progetto di informazione sportiva Collettivo Zaire74. Ha collaborato con Il Giorno, Avvenire, Kosovo 2.0, When Saturday Comes, Radio 24, Radio Flash Torino e Futbolgrad. Laureato in Scienze Politiche con una tesi sulla democratizzazione romena, ha studiato tra Milano, Roma e Bucarest. Nato nel 1985 in provincia di Como, dove risiede, parla inglese e romeno. Ex rugbista.

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