BULGARIA: Il paese ospiterà il Giro d’Italia 2026

Manca soltanto l’ufficialità: il Giro d’Italia ha scelto la Bulgaria per la grande partenza dell’edizione 2026. La “corsa rosa” torna dunque nei Balcani un anno dopo la partenza da Durazzo, in Albania, del 2025. Con ogni probabilità il Giro partirà dalle coste del mar Nero e sarà aperto da tre tappe in terra bulgara prima di spostarsi verso la Calabria con un trasferimento in aereo.

Un’altra partenza dall’Est Europa

Il Giro d’Italia sembra essersi affezionato ai Balcani. Nel 2025 la partenza dall’Albania aveva suscitato scalpore e polemiche, con l’accordo che è rischiato di saltare per motivi politici e il conseguente slittamento della presentazione della gara, ma stavolta tutto sembra proseguire senza intoppi, sebbene il Giro d’Italia sarà presentato ufficialmente il primo dicembre.

Ad anticipare la notizia che il prossimo Giro partirà in Bulgaria sono stati il ministro dello Sport bulgaro Ivan Peshev e il ministro del Turismo Miroslav Borshosh, il quale ha definito la partenza del Giro d’Italia “l’occasione per mettere il paese sulla mappa del turismo mondiale e rendere la Bulgaria una destinazione turistica riconoscibile”.

Successivamente, al Festival dello sport di Trento, è arrivata la conferma di Urbano Cairo, presidente di Rcs Mediagroup, a cui è in seno Rcs Sport, la società organizzatrice del Giro d’Italia. “La Grande Partenza dall’estero genera valore – commenta Cairo -. A maggio siamo partiti dall’Albania, il prossimo anno dalla Bulgaria. Queste iniziative hanno un impatto positivo, sono apprezzate dai Paesi in cui andiamo ma anche dagli italiani che conoscono un nuovo Paese.” 

Un evento da oltre 12 milioni di euro

Secondo le ricostruzioni del quotidiano bulgaro Sega, le prime tre tappe del Giro d’Italia costeranno alla Bulgaria circa 12,5 milioni di euro, che potrebbero salire a 15 qualora l’organizzazione decidesse di gestire autonomamente la sicurezza della gara, portando in Bulgaria alcuni agenti della polizia italiana. Le cifre non sono state ancora definite ufficialmente, ma sono in ogni caso più alte di quelle sborsate dall’Albania, che si era assicurata la grande partenza del Giro d’Italia 2025 con soli 7 milioni di euro. Non a caso, secondo quanto riportato da Peshev e Borshosh, la Bulgaria ha dovuto battere la concorrenza di molti altri stati, tra cui probabilmente anche quella dell’Arabia Saudita

Il percorso per portare il Giro d’Italia in Bulgaria è iniziato a marzo 2025, quando una delegazione del comune di Sofia, composta dal vicesindaco Nikola Barbutov e dal consigliere Dimitar Petrov, ha incontrato a Milano i vertici di Rcs Sport, con l’intento di portare nella capitale bulgara la corsa rosa.

Tuttavia, con ogni probabilità il Giro d’Italia non partirà da Sofia ma da Burgas, la quarta città della Bulgaria per popolazione. Dalle coste del mar Nero, la corsa proseguirà verso Veliko Tarnovo, dove, se le indiscrezioni veranno confermate, sarà assegnata la prima maglia rosa. Sono poi previste le tappe Veliko Tarnovo – Plovdiv e Plovdiv – Sofia. Non è ancora chiaro se dopo l’ultima delle frazioni bulgare sarà previsto un giorno di riposo o se la gara ripartirà dalla Calabria già all’indomani del traguardo di Sofia. 

Un movimento ciclistico in difficoltà

È ironico che l’annuncio sia arrivato all’indomani della squalifica di due anni imposta dall’Unione ciclistica internazionale, la federazione internazionale che governa il mondo del ciclismo, al presidente della Federazione ciclistica bulgara Evgeniy Balev Gerganov e al vice presidente Danail Petrov Angelov. Angelov, infatti, è stato accusato di aver manipolato alcune competizioni per favorire certi atleti e di aver assalito verbalmente e intimidito altri membri della comunità ciclistica bulgara, con il tacito benestare del presidente Gerganov.

Questo scandalo riflette le condizioni del ciclismo bulgaro, un tempo tra i movimenti di spicco del ciclismo dilettantistico oltrecortina. Infatti, fino agli anni Ottanta, i ranghi del ciclismo dilettantistico europeo erano zeppi di campioni est-europei, i quali non potevano passare professionisti, e giovani talenti occidentali, che spesso si davano battaglia nelle principali gare dell’Europa orientale. Dunque, non deve sorprendere che il Giro di Bulgaria si sia disputato con continuità, eccezion fatta per le edizioni del 2018 e del 2019, dal 1955 ad oggi.

Tuttavia, nel 2025, nessun ciclista bulgaro è stato tesserato da squadre internazionali e per trovare l’ultimo ciclista professionista proveniente dalla Bulgaria bisogna tornare al 2018, quando Nikolay Mihaylov, classe 1988 di Svilengrad, correva per i francesi della Delko Marseille Provence KTM. Nello stesso anno, per l’ultima volta una squadra bulgara si registrava sotto licenza internazionale: la Trevigiani Phonix Hemus 1896, formazione nata dal matrimonio tra la compagine veneta Trevigiani e quella bulgara Hemus, in cui nella sua breve esistenza hanno militato il futuro campione italiano Filippo Zana e il terzo classificato del Giro d’Italia 2023 João Almeida. L’auspicio è che la grande partenza del Giro d’Italia possa dare nuova linfa al ciclismo locale.

In definitiva, la grande partenza del Giro d’Italia 2026 è un investimento rilevante con cui la Bulgaria punta a rafforzare la propria presenza sulla mappa turistica e sportiva europea. Un appuntamento che dal punto di vista turistico cade a fagiolo, coincidendo con l’entrata del paese nell’Eurozona. Resta da capire se l’impatto sarà all’altezza delle aspettative, ma per ora il paese sembra aver colto un’occasione che altri si erano lasciati sfuggire, inserendosi con tempismo perfetto nella sempre più globale e costosa corsa ad ospitare grandi eventi internazionali. 

Foto: Cor Vos

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