Da RIGA – Al termine di un incontro con il capo dello stato Raimonds Vējonis, la premier lettone Laimdota Strajuma ha rassegnato le proprie dimissioni dalla guida del governo. L’incontro fra Vējonis e la Strajuma non era previsto nell’agenda del presidente della repubblica, e la notizia del colloquio stamattina era stato interpretato subito come il segnale delle dimissioni dell’attuale presidente del consiglio lettone.
Il capo dello stato Vējonis ha ringraziato Straujuma per il suo lavoro, in particolare per il successo del semestre di presidenza lettone del Consiglio UE, nel primo semestre di quest’anno, e per aver preso la guida del governo nel gennaio 2014, all’indomani della tragedia del crollo del supermercato a Riga e delle dimissioni di Dombrovskis, quando nessuno voleva assumere quell’incarico.
Già nella serata di ieri Straujuma avrebbe informato con alcuni sms i principali colleghi di partito della sua decisione di dimettersi stamani nell’incontro col capo dello stato, augurandosi di non veder uscire la notizia sui media in anticipo sul suo incontro con Vējonis.
Straujuma era da tempo al centro delle polemiche in particolare da parte proprio del suo partito, Vienotība (ne abbiamo parlato su Baltica nei giorni scorsi). La presidente di Vienotība, Solvita Āboltiņa, aveva più volte sottolineato la scarsa capacità del governo di prendere decisioni, chiedendo implicitamente un cambio alla guida del governo. Gli altri due alleati di governo, ZZS e Visu Latvijia! avevano invece assunto in questi giorni una posizione molto più conciliante con il governo Straujuma, e si erano detti disponibili a continuare con questo esecutivo.
Proprio i contrasti interni a Vienotība, che è in caduta libera nei sondaggi di questi ultimi mesi, sono stati la causa invece delle tensioni che hanno portato alla decisione di Straujuma di dimettersi. Vienotība ha tenuto il suo congresso proprio sabato scorso e quello sembrava l’appuntamento in cui si sarebbero decisi i destini del governo. Ma al termine del congresso, sabato, il partito aveva deciso sostanzialmente di non decidere, rinviando qualsiasi decisione sul futuro del governo alle prossime settimane.
Evidentemente la premier Straujuma ha ritenuto di non poter più proseguire il suo mandato in una situazione di tale incertezza e stamattina ha deciso di recarsi dal capo dello stato per rassegnare le sue dimissioni. Dopo l’approvazione della legge di bilancio, lo scorso 30 novembre, non c’erano più scandenze immediate sull’agenda del governo, e più di un analista politico in Lettonia aveva previsto un’accelerazione della crisi di governo. La stessa Straujuma nei giorni scorsi aveva denunciato l’esistenza di una vera campagna contro il suo governo e per spingerla alle dimissioni.
Straujuma era divenuta presidente del consiglio dopo le dimissioni di Valdis Dombrovskis (attuale vice presidente della Commissione UE) nel gennaio del 2014. Il suo primo governo è durato fino ad ottobre del 2014, quando si sono svolte le elezioni politiche in Lettonia. Dopo le elezioni Straujuma ha formato il suo secondo governo, in una coalizione di centro destra formata da Vienotība, ZZS e Visu Latvijai!, fino alle dimissioni di oggi.
Difficile al momento prevedere il nome del prossimo premier. La grande regista della crisi di governo, la presidente di Vienotība Solvita Āboltiņa sembra avere poche chance di subentrare alla Straujuma, a causa della sua impopolarità di fronte all’opinione pubblica lettone. Difficile che i due alleati di governo, ZZS e Visu Latvijai! possano sostenere la sua nomina alla guida dell’esecutivo, ed anche all’interno di Vienotība diversi deputati hanno già dichiarato che non voterebbero per un governo guidato dalla Āboltiņa.
E’ comunque probabile che la coalizione di governo che fin qui ha guidato il paese venga confermata, anche se non è escluso che possa allargarsi, facendo entrare in maggioranza qualche partito attualmente all’opposizione, come LRA.