Lettonia: i rifugi antiaerei diventano realtà

LETTONIA: I rifugi antiaerei diventano realtà

In Lettonia emergono i primi rifugi antiaerei grazie a fondi pubblici ed europei, ma c’è bisogno anche del buonsenso dei privati.

In risposta al contesto internazionale, in Lettonia è emersa l’idea di adibire spazi sotterranei – come seminterrati, cantine e parcheggi – a rifugi antiaerei pensati per dare riparo alla popolazione fino a 72 ore in caso di bombardamenti o attacchi militari. 

L’invasione russa dell’Ucraina ha spinto il governo lettone ad adottare misure a lungo termine per la protezione dei propri cittadini. Già dal 2022 si parlava di una possibile “ora X,” ossia un attacco russo che avrebbe potuto coinvolgere anche Riga.  Durante gli anni della Guerra Fredda la Lettonia disponeva di strutture di questo tipo, ma con l’indipendenza furono considerate un costo inutile, così la loro manutenzione venne interrotta. La crisi finanziaria del 2008 portò poi alla loro privatizzazione e al conseguente cambiamento di utilizzo. Tuttavia, l’ attuale situazione geopolitica ha riportato in primo piano la necessità di una rete di rifugi antiaerei.

I primi rifugi

Nell’ ottobre 2024, a Riga sono comparsi sui portoni di alcuni edifici pubblici i primi cartelli verdi con la scritta “patversme” (rifugio). Si tratta di circa 400 locali sotterranei identificati come idonei a svolgere questa funzione, situati principalmente in edifici di proprietà statale o comunale. Secondo quanto riportato da LSM.lv, a Riga sarebbero circa 200.000 gli abitanti che potrebbero trovare rifugio, ovvero un terzo della popolazione della capitale. A livello nazionale, i rifugi attualmente disponibili potrebbero ospitare fino a 500.000 persone, cioè meno del 30% della popolazione totale. 

I rifugi presenti in Lettonia sono classificati come strutture di terza categoria, ovvero il livello più basso. Mentre quelli di prima e seconda categoria sono progettati per offrire protezione da esplosioni, contaminazioni radioattive o chimiche, quelli di terza categoria sono spazi semplicemente adattati alla funzione di rifugio. Offrono un riparo minimo, ma spesso sono dotati di acqua potabile, scorte alimentari e, in alcuni casi, anche elettricità e riscaldamento.

Da mesi, il corpo dei Vigili del Fuoco e del Servizio di Soccorso sta ispezionando gli spazi già esistenti o potenzialmente adatti a essere trasformati in rifugi. Al momento, oltre 1.600 locali in tutto il Paese sono stati considerati idonei.

I fondi

Per il 2025, il  Consiglio Comunale di Riga ha stanziato 1.5 milioni di euro per il miglioramento di almeno 30 rifugi antiaerei esistenti. Nel frattempo, a febbraio, il Ministro dell’Interno Rihards Kozlovskis ha annunciato lo stanziamento di più di 22 milioni di euro provenienti dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), destinati a migliorare le condizioni delle strutture esistenti. La cifra, che è il risultato di un reindirizzamento di fondi inizialmente destinati ad altri settori, dovrebbe permettere l’adeguamento di circa 570 rifugi statali e comunali, distribuiti nelle quattro regioni della Lettonia e nella città di Riga, secondo criteri di densità abitativa e posizione. 

I privati

Nonostante il contributo del FESR rappresenti una notizia positiva, rimane il nodo irrisolto della proprietà privata: migliaia di seminterrati appartengono a cittadini privati, e i comuni non possono obbligarli a modificare le loro proprietà per renderle disponibili alla comunità. Per incentivare la collaborazione, a Riga è stata introdotta una riduzione del 25% dell’imposta immobiliare per i proprietari che decidano di adibire il proprio seminterrato a rifugio. Inoltre, quest’anno, in occasione della Lielā Talka del 25 aprile – la giornata nazionale dedicata all’ecologia e alla pulizia dell’ambiente – i cittadini sono stati invitati non solo a ripulire spazi esterni, ma anche a liberare i propri seminterrati da oggetti inutilizzati, rendendoli adatti a fungere da rifugi. Il comune di Riga ha inoltre messo disposizione online una mappa che segnala la posizione dei rifugi di proprietà comunale. è evidente che, a livello istituzionale, si stia cercando di promuovere una maggiore consapevolezza sul tema della sicurezza e dei rifugi, nonché di ispezionare il maggior numero di locali. Tuttavia, entrambi i processi richiedono tempo e sono accompagnati sia da necessità economiche che amministrative. Infatti, all’erogazione dei fondi si accompagna anche una revisione normativa: a metà marzo il Parlamento lettone ha approvato in prima lettura gli emendamenti alla Legge sulla protezione civile e la gestione delle catastrofi, che introducono l’obbligo di costruire rifugi antiaerei per determinati edifici e di adeguare quelli esistenti. Per la definizione dei criteri specifici si aspettano la seconda e la terza lettura.

Anche in Lituania i rifugi antiaerei sono al centro delle politiche di sicurezza nazionale. Il Ministero dell’Interno ha stanziato 12 milioni di euro per migliorare le strutture esistenti, con l’obiettivo di ospitare circa un milione e mezzo di persone – pari al 54% della popolazione. Il governo lituano pianifica inoltre di investire 80 milioni di euro nei prossimi cinque anni per assicurare rifugi a tutta la popolazione. 

In Lettonia, la vicinanza geografica con la Federazione Russa e il contesto internazionale instabile mantengono alta l’attenzione sulla protezione civile. I recenti investimenti pubblici, le iniziative locali e gli adeguamenti normativi dimostrano un impegno crescente verso la sicurezza dei cittadini, in un’ottica non più emergenziale, ma strutturale e di lungo termine.

Foto: Agnija Lazdiņa / Latvijas Radio

Chi è Ilaria Da Rin Bettina

Classe 2000, laureata in Scienze Politiche all'Università di Padova, studentessa di East European and Eurasian Studies (MIREES) all'Università di Bologna. Si interessa principalmente di spazio post-sovietico, in particolare dei Paesi baltici e del Caucaso meridionale.

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