Il Festival del Cinema di Cannes 2025 è al primo giorno di programmazione, con vari (ma non troppi) appuntamenti con il cinema est europeo.
Quest’anno, Cannes sceglie di anticipare il festival con una pre-programmazione particolare, annunciata troppo tardi: Three Films for Ukraine, una serie di tre documentari dedicati alla guerra in Ucraina, proiettati il 13 Maggio: i francofoni Zelensky di Yves Jeuland, Lisa Vapné ed Ariane Chemin, e Notre Guerre di Bernard-Henri Lévy & Marc Roussel, seguiti da 2000 Meters to Andriivka di Mstyslav Chernov, già premio oscar per 20 Days in Mariupol. Una trilogia di opere che hanno già avuto anteprime mondiali altrove, e che entrano nel programma, forse ad ovviare una certa assenza di documentari sull’argomento, con una sola eccezione.
Quest’anno, Cannes torna a presentare meno film est europei, nonostante ci fosse l’attesa per vari film “papabili” – The Orphan di László Nemes, Dracula Park di Radu Jude, Kafka di Agnieszka Holland. In alcuni casi è chiaro il rifiuto del festival, in altri forse i progetti non sarebbero stati completati in tempo. In ogni caso, non faranno parte del programma della Croisette.
In Concorso, si trova come unico nome quello di Sergei Loznitsa, per la seconda volta nella sua carriera, con Two Prosecutors, che costituisce il suo tanto atteso ritorno al cinema di finzione, dopo sette anni di documentari e film d’archivistica. Il film è un adattamento di un romanzo ambientato nel 1937, durante le purghe staliniane. In Un Certain Regard viene presentato Karavan di Zuzana Kirchnerová, opera di debutto e co-produzione italiana, una specie di road movie che vede una donna e il figlio autistico in viaggio per l’Italia. Fuori concorso invece – insieme ad un nutrito numero di altri titoli interessanti, stranamente qui relegati – torna Kirill Serebrennikov con kil suo film The Disappearance of Joseph Mengele, incentrato sui misteriosi anni in fuga in sudamerica del criminale di guerra nazista. Unico cortometraggio dell’Europa Centro-Orientale in concorso è The Spectacle di Bálint Kenyeres, mentre una presenza ungherese si registra anche nei Cannes Classics, i restauri del festival, con l’anteprima del restauro di Sunshine del premio oscar István Szabó, presentato dal regista stesso, l’ultimo dei suoi film di ampio spessore, con Ralph Fiennes protagonista.
Ad aggiungere “carne al fuoco” sono le sezioni collaterali: la Quinzaine, che in passato ha proposto film interessanti come Pamfir o Blazh, quest’anno introduce Militantropos, documentario sperimentale del collettivo ucraino Tabor, co-diretto da Alina Horlova, nota per il suo This Rain Will Never Stop. In Sémaine de la Critique troviamo invece Imago di Deni Oumar Pitsaev, al suo debutto documentaristico con un’opera che ripercorre le sue radici cecene.
Più degli anni scorsi, la selezione di Cannes 2025 è una mystery box: è difficile prevedere quali titoli susciteranno maggiore interesse. East Journal lo scoprirà in loco, partecipando al festival dal 19 al 24 Maggio.