Sono due le opere del cinema lituano nel programma del Karlovy Vary Film Festival, entrambi notevoli. Sta accadendo qualcosa?
Poco meno di un anno fa, a Locarno, Toxic di Saule Bliuvaite ha trionfato, ottenendo il Pardo d’Oro al miglior film. Allo stesso festival, Drowning Dry dy Laurynas Bareiša ha vinto miglior regia e miglior performance (assegnato all’intero cast). Ora, al Karlovy Vary Film Festival, nei due concorsi principali sono due i lungometraggi del paese baltico: The Visitor di Vytautas Katkus e Renovation di Gabrielė Urbonaitė. A collegare questi quattro film non è solo il paese di provenienza, la Lituania: Katkus ha curato la fotografia di Toxic e Renovation, Saulė Bliuvaitė appare in un ruolo in The Visitor ed è stata assistente di regia a Renovation, Bareiša ha curato il montaggio di The Visitor. Addirittura, ha partecipato in ruoli di casting director e sceneggiatrice ad alcuni di questi progetti anche Marija Kavtaradze, regista di Slow, un film che vinse il premio alla regia a Sundance nel 2023 (e nel quale Katkus era un operatore di macchina). Non è che in Lituania siano così pochi a partecipare all’industria cinematografica, si tratta proprio di una generazione di cineasti molto legati fra loro, tutti di un’età tra i 30-37 anni, che sono pronti a collaborare, supportarsi a vicenda. Al contempo, ognuno di loro dimostra un polso cinematografico notevole.
The Visitor, il debutto di Vytautas Katkus, principalmente noto come direttore della fotografia, è un film che rientra interamente nello slow cinema. Non è rilevante la trama, si assiste al ritorno a casa di Danielius, che vive in Norvegia e deve vendere l’appartamento del padre – una situazione presentata in letteralmente centinaia di film dell’Europa orientale, spesso per soffermarsi su una sorta di autoflagellazione circa l’arretratezza economica o sociale del paese d’origine, la nostalgia, eccetera. Così non è in The Visitor: Danielius, quasi subito, inizia a vagare, in principio con la scusa di dover passeggiare con il cane di una ex vicina, poi, per conto suo. Il personaggio passeggia ed osserva, di lui ci vengono date poche informazioni, abbastanza per permettere dubbi e questioni sulle sue motivazioni o sui suoi pensieri. Katkus, sapiente direttore della fotografia, riesce a mantenere la giusta distanza dal soggetto, mantenendo un equilibrio tra vicinanza e distacco. Il film procede ancora più liberamente, in ordine sparso compaiono scene che rompono la linearità, improvvisamente una scenetta comica risveglia il film, che ha il solo diffetto di essere piuttosto pesante. Si ricorda molto, nella sua problematicizzazione del ruolo dell’osservatore, i film di Bareiša, ma senza una programmaticità strutturata che appesantisce ulteriormente il debutto di Katkus. Il film è nella competizione principale del Karlovy Vary Film Festival.
Molto più leggero, nella fruizione, è Renovation di Gabrielė Urbonaitė. Nel film, Ilona, prossima a compiere 30 anni, è una traduttrice che lavora nell’appartamento in cui si è appena trasferita con il compagno, ma il rumore di un’improvviso cantiere per la ristrutturazione del condominio non le permette di lavorare in santa pace. Conosce un operaio, l’ucraino Oleg (nientemeno che Roman Lutskyi, star sempre più internazionale dopo Reflection ed Under the Volcano), con il quale riscopre la propria vocazione artistica repressa. Renovation è un film che tratta quel senso di insicurezza che si presenta in una specifica fase della gioventù, il fatidico approccio dei trent’anni, con tutti i sensi di inadempimento dei propri obiettivi, le responsabilità che si avvicinano, le inquietudini femminili legate all’orologio biologico e maschili nel dover attenersi a certe aspettative sociali di “mascolinità”. Al contempo, è struggente il rapporto con personaggio di Oleg, che si presenta con il fascino di un’eroe oscuro di epoca romantica e che permette ad Ilona di superare le sue ansie, ma al contempo non decade in uno sviluppo forse più banale. Il debutto di Urbonaitė è un film leggero, ma non superficiale, profondo, ma non pesante. Renovation è presentato in Proxima, la competizione secondaria del Karlovy Vary Film Festival che ha presentato l’anno scorso Windless. Nonostante non sia nel concorso principale, riteniamo che sia il miglior film dell’intero festival.
Attualmente, come spesso accade, nessuno dei due film ha alcuna confermata presenza futura in Italia – si auspica che vengano presentati da altri festival, ma anche che la distribuzione italiana possa riconoscere il potenziale di questo cinema che potrebbe apparire difficile, oscuro, distante, ma che in realtà ha grande potenziale di apprezzamento del pubblico.
In copertina, scena da Renovation.