A sette anni da Donbass, Sergei Loznitsa torna alla finzione con Two Prosecutors, che è stato presentato al festival di Cannes in concorso, e ripreso al Karlovy Vary Film Festival nella sezione Horizons.
Sergei Loznitsa non ha bisogno di introduzioni: nato in Bielorussia ma educato a Kyiv, formatosi al VGIK di Mosca subito dopo il crollo dell’URSS, è oggi diventato uno dei cineasti più eclettici dello scenario Ucraino, con opere di riflessione profonda sull’epoca Sovieta e sui suoi effetti nell’area post-sovietica. La sua è una filmografia ricchissima, a partire da documentari legati al materiale d’archivio come Blokada o The Trial, il cinema documentario che esplora la realtà dell’Ucraina post-2014 con Maidan e The Invasion, infine opere di finzione fondamentali come Anime nella Nebbia, Donbass, My Joy. Two Prosecutors è il suo quinto lungometraggio di finzione, presentato in concorso a Cannes, dove, nonostante non abbia ottenuto premi, ha vantato i punteggi più alti nelle classifiche dei film presentati. Adattamento di un romanzo di Georgij Demidov, il film segue un giovane procuratore distrettuale, che durante le purghe staliniane degli anni ’30 riceve una lettera di un prigioniero politico incarcerato, e che decide di scoprire la verità sul suo caso, nonostante gli ostacoli delle autorità sovietiche.
Quali aspetti la attiravano, nel romanzo di Demidov?
Ho fatto un documentario, The Trial, con materiale d’archivio degli anni ’30, un processo contro il cosidetto “partito industriale”, mai esistito e che si incentra su persone che si autoaccusano di aver compiuto sabotaggi. Quel film era la parte visibile, documentata, del fenomeno, la punta dell’iceberg. Ma esiste un lato invisibile, che ho trovato nel romanzo, quello che accade in prigione in seguito a questi processi. Ho letto il romanzo molti anni fa, prima di scrivere la sceneggiatura, e mi sono detto che sarebbe arrivato il momento in cui avrei trovato un produttore disponibile a finanziarlo. Questo film è una coproduzione di sei paesi diversi, Lituania, Lettonia, Paesi Bassi, Francia, Germania e Romania.
Da spettatore, nel vedere le sue opere di finzione, ho la sensazione che spesso lei esplori personaggi o narrazioni in cui il protagonista è preseguito dal sistema, in un modo un po’ “kafkiano”.
Non importa se sono d’accordo o meno, perchè è la stessa situazione o più o meno lo stesso sistema, con gli stessi costumi, ad esistere.
In Two Prosecutors si sente spesso retoriche e linguaggi che ricordano molto il sistema attuale con cui il governo russo cela le proprie intenzioni. Lei ritiene che esplorando il passato storico nel cinema si possa apprendere qualcosa sul presente? Che i film ci permettano di insegnare qualcosa sull’oggi?
No, è la nostra mente può darci la possibilità di comprendere, non i miei film o in genere film, e libri, ma solo la mente. Chiedi la domanda giusta e troverai la risposta giusta a tutto. Ti chiedi il perché chi sta al potere usa questo linguaggio, cosa sta facendo? Hanno promesso all’Ucraina di poter diventare parte della NATO, ora si sta dicendo che non potrà mai accadere. Mi chiedo, cosa succede a coloro che mentono? Perché questo permette a loro di escludere certe risposte, ed ancora più ampiamente, cosa accade alla natura umana quando si mente intenzionalmente? E poi, il modo in cui trattano il popolo Ucraino, perché queste persone si trovano ancora al potere, domande semplici, ma che portano a comprendere com’è organizzato questo sistema. Certo, nel film tratto qualcosa che è avvenuta 80-90 anni fa, ma il sistema è lo stesso, ed è questo che ha sorpreso anche molti critici statunitensi a Cannes, che hanno visto nel film un monito al presente.
Two Prosecutors è il suo primo film che non è in widescreen, è una scelta che aveva in mente già quando ha iniziato a riflettere sul progetto anni fa?
É una scelta tarata alla storia che abbiamo fatto insieme al mio direttore della fotografia, perchè è legata all’immagine. Oleg Mutu è un eccellente direttore della fotorgafia, che secondo me ha trovato modi molto interessanti di rappresentare la storia.
Two Prosecutors verrà distribuito in Italia da Lucky Red.
Foto di Viktor Toth.