In concorso al KVIFF, Jimmy Jaguar, il film più recente dell’eccentrico regista ungherese Bence Fliegauf.
“Gör-gör-göri, a göri göri, Szu-szu bébi, a mexikói Jimmy Jimmy Jaguar, Jimmy Jimmy Oh.“
Una filastrocca nonsense per bambini, che, a detta di Fliegauf, è stata rievocata da lui in un momento di trance, e che l’avrebbe portato a decidere di affrontare il tema della possessione demoniaca nel suo prossimo progetto. Jimmy Jaguar nasce come episodio pilota di una miniserie, ma conserva una unitarietà che gli ha permesso una presenza in concorso al Karlovy Vary Film Festival come lungometraggio a sè stante. Il film è un mockumentary, un’opera di finzione che riprende le tecniche del documentario, anche se, secondo il cast, che vanta tra le sue fila anche nomi illustri come quello di Jakab Juli (nota per il secondo lungometraggio di László Nemes, Tramonto) si è registrata la presenza di una forza supernaturale che i partecipanti hanno voluto identificare nel demone che da il nome al film.
Un contesto a dir poco inquietante, per un film che, forse a causa del genre che percorre, non lo è molto – diventa particolare il confronto con opere precedenti di Fliegauf come Lily Lane, che risultava più disturbante pur non trattando di demoni e possessioni. Un aspetto perturbante permane: gli sguardi in camera dei protagonisti, mentre affermano di essere sotto l’influenza di Jimmy Jaguar, non sembrano essere indirizzati alla troupe ma allo spettatore stesso. Essendo un mockumentary, vi è la presenza, al livello della finzione, di una troupe documentaristica, fuori campo, ma che sembra partecipare in un certo senso all’azione. L’operazione metafinzionale del film potrebbe ricordare a taluni Il cameraman e l’assassino, un film cult del genere del mockumentary che problematicizza il ruolo del cineasta, spettatore diretto nel film di atrocità e responsabile di ciò che accade.
La caratteristica fondamentale del demone Jimmy è che ordina ai suoi seguaci di compiere missioni o azioni che hanno lo scopo di vendicare crimini impuniti. Il film sembra puntare all’ambito del contesto sociopolitico ungherese, dominato dalla cerchia legata al governo di Orbán (inutile sottolineare che si tratta di un film a produzione indipendente), e quindi in un certo senso il messaggio di Jimmy Jaguar rientra in una chiamata all’azione. Al contempo resta presente un senso di pericolo, la presenza di un male, forse necessario, ma che rimane oscuro e negativo nella sua natura, pur essendo affascinante.
Forse non un’opera all’altezza dei film precedenti di Fliegauf, Jimmy Jaguar rimane un film che pone riflessioni su vari livelli. In Ungheria, la data d’uscita del film è l’11 Settembre 2025.