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POLONIA: Elezioni alle porte, i sondaggi e i temi della campagna elettorale

In Polonia si vota il prossimo 15 ottobre, ecco i sondaggi e i temi della campagna elettorale. Ancora non è possibile dire chi vincerà…

Le elezioni parlamentari del 15 ottobre si avvicinano e la campagna elettorale entra nel vivo. I sondaggi elettorali mostrano un sensibile vantaggio della coalizione Destra Unita (ZP- PiS) che rappresenta la destra ultra-conservatrice attualmente al governo. La Coalizione Civica (KO) di centrodestra, guidata dall’ex premier Donald Tusk, è in calo rispetto all’inizio della campagna elettorale, Tuttavia, la destra ultra-conservatrice non avrebbe abbastanza per poter governare da sola mentre una (non impossibile) alleanza tra la sinistra e i partiti della destra moderata potrebbe raggiungere la maggioranza dei seggi alla Camera. Il sistema elettorale polacco prevede soglie al 5% per i partiti e all’8% per le coalizioni. I seggi alla Camera sono 460 (maggioranza 231) mentre sono 100 i seggi al Senato.

I sondaggi

Destra Unita (ZP-PIS), la coalizione dominata da Diritto e Giustizia (PiS) che rappresenta di fatto il governo uscente, è composta anche da alcuni partiti minori come Porozumienie (Accordo), Polonia Sovrana, Kukiz’15. I sondaggi la danno al 38% in media. Alle precedenti elezioni aveva raccolto il 43,6% dei consensi. Il calo è dunque evidente ma si è ridotto rispetto a qualche mese fa.

Konfederacja è la lista di estrema destra, data al 9% dei consensi. Il partito nasce nel 2019 dall’unione di KORWiN, acronimo che ricalca il nome del suo fondatore, Janusz Korwin-Mikke, e il Movimento Nazionale (Ruch Narodowy). Si tratta di un partito euroscetticoomofobo e xenofoboantifemminista e assai vicino ai settori più radicali della Chiesa cattolica, contrario all’aborto e all’immigrazione, a tratti antisemita. Si definisce un partito nazional-liberale e in materia economica appoggia teorie ultra-liberiste, differenziandosi in questo dal partito di governo, Diritto e Giustizia, con cui invece condivide una visione della società fortemente tradizionalista. A giugno era terzo partito e sembrava destinato a diventare l’ago della bilancia per la formazione del prossimo governo. Ora il quadro è reso più complesso dalla crescita di Lewica.

Lewica (Sinistra) è la coalizione progressista polacca, secolarista, ambientalista, femminista e socialista. I sondaggi la proiettano appena al 10%, tre punti sopra le rilevazioni di giugno. Il partito è impegnato nell’intercettare il voto femminile facendosi interprete del malcontento sfociato nelle molte manifestazioni di piazza organizzate dal movimento femminista e non solo.

Terza Via (Trzecia Droga, TD) è data al 10%. Si tratta di un’alleanza di quattro partiti, il Partito del Popolo polacco (PSL); Polonia 2050, ambientalista, liberale e cristiano democratico; il Centro per la Polonia (CdP), conservatori fuoriusciti da Piattaforma Civica); e Unione democratica europea (UED), una sorta di partito social-liberale. Dominata dal PSL, la coalizione si concentra sul conservatorismo agrario, i valori cristiano-sociali e liberali. Si tratta dell’alleato ideale per un governo targato Piattaforma Civica, anche se la convivenza con la sinistra di Lewica potrebbe non essere scontata.

Coalizione Civica (KO) è un gruppo liberale, europeista, ambientalista, favorevole all’allargamento dei diritti individuali, a vocazione centrista, composto da Piattaforma Civica (PO), i liberali di Modern, i social-liberali di Iniziativa Polacca, e i Verdi. La coalizione – guidata da Donald Tusk – è data al 30% e copre un ampio spettro politico raccogliendo consensi tanto a sinistra quanto a destra, ed è per questo in grado di stringere alleanze che potranno tenere insieme sia Lewica, sia la Terza via.

Quale governo possibile?

In base a questi sondaggi, i seggi alla Camera sarebbero così distribuiti: Destra Unita – 207 / Coalizione Civica – 159 / Lewica – 41 / Terza Via – 31 / Konfederacja – 22. Un’alleanza tra Coalizione Civica, Terza Via e Lewica potrebbe avere i numeri per governare. Non vale lo stesso per un’ipotetica alleanza di ultra-destra tra Destra Unita e Konfederacja. A questo punto, ago della bilancia sembra essere Terza Via.

I temi della campagna elettorale

Il tema preferito dalla destra è la chiusura. Chiudere le frontiere alle auto con targa russa. Chiudere le frontiere al grano ucraino. Chiudere le frontiere con la Bielorussia e, soprattutto, chiuderle ai migranti. Il tema dell’immigrazione è quindi declinato in senso securitario, trattato come fosse una questione di sicurezza nazionale. Niente redistribuzione dei migranti, niente quote europee. E se serve, polizia di frontiera al confine slovacco. Ma non basta, nel mirino del governo ci è finita pure Agnieszka Holland, regista di The Green Border, uno dei film più scioccanti in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, dove ha vinto il premio speciale della Giuria. Ambientato al confine polacco-bielorusso nel 2021, nel contesto della crisi migratoria dei rifugiati siriani, il film –  girato in bianco e nero – è un atto di denuncia verso il governo e la sua gestione dell’immigrazione. Il ministro della Giustizia polacco,  Zbigniew Ziobro, ha accusato Holland di fare propaganda anti-polacca paragonando la pellicola alla propaganda nazista durante la Seconda guerra mondiale. La regista ha deciso di denunciare il ministro. La vicenda restituisce bene i toni con cui il governo affronta le critiche, denigrando e demonizzando coloro che ritiene nemici. Qui un’intervista di EastJournal ad Agnieszka Holland.

Un approccio più populistico è invece rappresentato dalla promessa del governo di alzare le pensioni e abbassare l’età pensionabile: dai 43 anni di lavoro attuali, si scenderebbe a 38 anni. Una norma che farebbe il paio con quella, introdotta nel 2017, che abbassava l’età minima per andare in pensione a 65 anni per gli uomini e 60 anni per le donne.

L’opposizione sta invece cercando di intercettare il consenso dei più giovani e delle minoranze. Donald Tusk, leader di Coalizione Civica, ha promesso norme più semplici per il riconoscimento del genere delle persone transessuali e ha annunciato di voler introdurre le unioni civili per persone dello stesso sesso. Le candidate del partito hanno invece lanciato una mobilitazione denominata “Donne alle elezioni” (Kobiety na wybory) allo scopo di far conoscere le candidate donne (che rappresentano il 48% nelle liste della Coalizione Civica) in tutto il paese, attivando il voto femminile. Anche Lewica si è impegnata nell’intercettare il voto femminile facendosi interprete del malcontento sfociato nelle molte manifestazioni di piazza organizzate dal movimento femminista e non solo. Un gruppo di deputate ha promesso di porre fine al divieto quasi totale dell’aborto, di fornire contraccezione gratuita e migliorare l’educazione sessuale nelle scuole. Qualora elette, naturalmente.

I temi di politica estera e la guerra in Ucraina vengono meno dibattuti, anche perché sono sostanzialmente meno divisivi. Soltanto dentro Konfederacja ci sono posizioni anti-ucraine – ma non filorusse: il problema è, ancora una volta, l’accoglienza dei profughi. E un certo sentimento anti-ucraino che, prima del conflitto, si annidava nei reconditi anfratti della società polacca e che qualcuno vorrebbe rispolverare. Due opposte visioni della Polonia si affrontano. Ancora è presto per dire quale vincerà.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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