Robert Fico

SLOVACCHIA: Robert Fico ha vinto le elezioni. E ora?

Robert Fico vince le elezioni in Slovacchia, staccando di cinque punti i liberali e proiettandosi verso il governo del paese.

Con il 23% dei voti, lo Smer-SD di Robert Fico vince le elezioni in Slovacchia. L’ex premier era stato costretto a dimettersi nel 2018, quando l’omicidio del giornalista investigativo Ján Kuciak e della fidanzata Martina Kušnírová aveva dato il via alle più grandi manifestazioni nella storia della Slovacchia post-comunista. Svanito il sentimento anti-Fico che aveva caratterizzato l’elezione a presidente della Repubblica della liberale Zuzana Čaputová e la vittoria dei populisti anticorruzione di OL’aNO alle elezioni del 2020, Fico è pronto a guidare di nuovo il paese.

Il crollo dell’ultradestra

Al secondo posto arrivano i liberali di Slovacchia Progressista, sotto di cinque punti. I sondaggi e gli exit poll davano un testa a testa, ma Fico è riuscito a staccare i suoi rivali. Guardando i risultati è facile capire da dove arriva il successo di Fico: l’estrema destra è andata peggio del previsto. I neo-nazisti del Partito Popolare Slovacchia Nostra (LSNS) sono sotto l’1%, rispetto all’8% ricevuto alle scorse elezioni; Noi Siamo Famiglia (Sme Rodina) ha ottenuto poco più del 2% dopo che il suo leader Boris Kollár ha ammesso di aver abusato fisicamente di una sua ex-partner; anche il neo-fascista Republika, partito creato da dissidenti dello LSNS, non è riuscito a superare la soglia di sbarramento.

L’unico partito d’estrema destra che potrà supportare un nuovo governo a guida Smer sarà quindi il Partito Nazionale Slovacco (SNS), già parte di una coalizione di governo formata da Fico nel 2006. Smer e SNS si erano già detti pronti a formare una nuova alleanza dopo le elezioni. Il terzo alleato naturale di Fico, Peter Pellegrini con il suo partito social democratico HLAS-SD, ha ottenuto un buon risultato, piazzandosi al 15%. L’ex vice di Fico, Pellegrini, si era mostrato reticente nei confronti dell’estrema destra prima delle elezioni, ma dalle prime dichiarazioni sembra che i suoi mezzi veti siano già caduti e che lo Hlas sia pronto a formare una coalizione di governo.

Tra le altre forze entrate in Parlamento, preservano il risultato del 2020 i liberalconservatori di Libertà e Solidarietà (SaS), al 6.3%, grazie a un buon risultato nella capitale Bratislava. I cristiano democratici (KDH) rientrano in parlamento, sempre sopra il 6%, dopo una campagna a forti tinte omofobe. Aliancia, partito della minoranza magiara, è sotto la soglia di sbarramento del 5% di mezzo punto. Resta infine in Parlamento OL’aNO, che però collassa: dal 25% che lo aveva portato a vincere le elezioni del 2020, il partito è ora al 9%.

Le incognite post-elezioni

Come detto, le forze politiche vincitrici sarebbero già pronte alle trattative per la formazione di un nuovo governo. Smer, SNS e Hlas condividono le stesse posizioni di protezionismo economico e conservatorismo socioculturale, seppure Hlas sia più moderato dei suoi colleghi. Restano alcune incognite. La prima è a chi spetterebbe il ruolo di premier: Fico è dato per favorito, ma Pellegrini potrebbe essere premiato per il suo ruolo di king maker nel caso in cui scegliesse di dar vita alla coalizione. La seconda incognita è l’Ucraina: Fico, la cui campagna elettorale è stata impostata su toni fortemente anti-ucraini, ha dichiarato dopo le elezioni che la politica estera della Slovacchia non cambierà. Probabilmente l’eventuale nuovo governo adotterà una retorica molto vicina a quella della vicina Ungheria, favorevole ad aiuti umanitari e contraria all’invio di armi. Infine, per sapere cosa ne sarà del Gruppo di Visegrád (Slovacchia, Repubblica Ceca, Polonia, Ungheria) bisogna attendere ancora un po’: il prossimo 15 ottobre, i polacchi si recheranno alle urne. Chi vincerà è ancora fortemente in dubbio. In caso di conferma del governo PiS, Visegrád rimarrà quella che conosciamo da un po’: il bastione conservatore d’Europa. Un’alleanza ammaccata, in ogni caso, considerata la questione della guerra in Ucraina, le cui divisioni potrebbero amplificarsi in caso di vittoria dei liberali in Polonia.

Foto: dal profilo Facebook di Robert Fico

Chi è Gianmarco Bucci

Nato nel 1997 a Pescara, vive a Firenze. Si è laureato in Relazioni Internazionali all'Università di Bologna con una tesi sul movimento socialdemocratico in Cecoslovacchia, Ungheria e Romania. Al momento è ricercatore alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Scrive su East Journal dal dicembre 2021, dove si occupa di Europa centrale e Balcani.

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