Il reporter polacco Wojciech Górecki ha presentato al pubblico “Pianeta Caucaso” (Keller, 2024) e “Abcasia” (Keller, 2025) in dialogo con Cesare Figari Barberis, in occasione di Slavika Festival, evento dedicato alle culture slave tenutosi a Torino tra il 14 e il 16 di marzo 2025.

A Torino Wojciech Górecki racconta il suo Caucaso

Il reporter polacco Wojciech Górecki ha presentato al pubblico “Pianeta Caucaso” (Keller, 2024) e “Abcasia” (Keller, 2025) in dialogo con Cesare Figari Barberis, in occasione di Slavika Festival, evento dedicato alle culture slave tenutosi a Torino tra il 14 e il 16 di marzo 2025.

Un genere tutto polacco: il reportage letterario

Sono oltre trent’anni che Wojciech Górecki viaggia nel Caucaso. Ha cominciato all’inizio degli anni Novanta, quando, ancora ventenne, ha deciso di muovere i suoi primi passi da giornalista in quei luoghi, per descrivere la guerra allora in corso. È seguita una breve parentesi presso l’Accademia delle Scienze, dove il reporter si è iscritto al dottorato con la volontà di dedicare l’intera tesi al Caucaso. Vero è che la tesi in questione non ha mai conosciuto una discussione, ma ciò ha rappresentato un’ulteriore occasione per frequentare quei luoghi. Dalla fine degli anni Novanta, poi, Górecki svolge la sua professione presso l’Istituto di Studi Orientali. È analista e si occupa proprio della politica del Caucaso. Da non tralasciare è, infine, un’altra parentesi, durata cinque anni (2002 – 2007), nel corso della quale il ruolo svolto dallo scrittore non è stato quello di reporter, ma di diplomatico presso l’Ambasciata della Repubblica di Polonia a Baku.

Il fatto di muoversi nel Caucaso assumendo diversi punti di vista e interpretando diversi ruoli sicuramente ha avuto un influenza anche nel modo in cui i libri di Górecki sono stati scritti. Parliamo di un tipo di scrittura molto popolare in Polonia, che appartiene al genere della non fiction, della letteratura basata sui fatti, pur badando molto anche alla cura formale. È questo un genere che permette di racchiudere in sé sia scene di vita vera, incontri davvero avvenuti, sia svariate considerazioni riguardanti, ad esempio, le letture svolte dall’autore durante i soggiorni descritti, sia citazioni di studi scientifici su argomenti specifici, sia interviste a protagonisti della vita attuale.

In una trilogia, tutto il Caucaso

I due libri presentati a Torino sono parte di un tutto di cui fanno parte tre elementi. “Pianeta Caucaso” si concentra soprattutto sul Caucaso del nord con qualche accenno alle regioni del sud. All’interno della trilogia il secondo posto è occupato da un altro libro (pubblicato nel 2009 da Bollati Boringhieri con il titolo “La terra del vello d’oro. Viaggi in Georgia”) che contiene un approfondimento dedicato alla Georgia, all’Armenia e all’Azerbaigian. “Abcasia” descrive, infine, un luogo senza dubbio ridotto dal punto di vista geografico, ma estremamente importante dal punto di vista politico.

Perché iniziare con “Pianeta Caucaso”? L’idea di fondo è quella che il Caucaso sia al suo interno un mondo estremamente variegato e, allo stesso tempo, un mondo profondamente diverso da quello che si trova al di fuori dei suoi confini. Questo territorio, quindi, risulta essere interessante, proprio perché si trova all’incrocio tra culture, civiltà, lingue, idee, religioni differenti. Ciò, a ben vedere, è valido anche dal punto di vista geografico. Qui abbiamo, infatti, monti, steppa, mari.

Perché, poi, trattare nello specifico dell’Abcasia, che costituisce solo una piccola parte del Caucaso del sud? Volendo parlare di un luogo di conflitto, perché non soffermarsi per esempio sull’Ossezia del sud ? Górecki dice di aver scelto l’Abcasia, in quanto il destino lo ha portato lì. Si è trovato a frequentare questo territorio all’inizio degli anni Novanta, nel momento in cui c’era la guerra, nel momento in cui gli abcasi stavano lottando per ottenere l’indipendenza. Lo stesso è poi avvenuto nel 2008, quando era in corso il conflitto tra Russia e Georgia. Questi luoghi sono stati scelti, quindi, perchè rappresentano una sorta di Caucaso in miniatura, dove avviene l’incontro di numerosi fattori differenti. L’Ossezia del sud, invece, è stata esclusa, perché si tratta di fatto di una costruzione russa. Non si tratta di un luogo storico. La popolazione osseta tradizionalmente abita nel nord, non nel sud del paese.

Foto: Culture.pl

Chi è Sara Rovere

Sara Rovere è nata a Torino nel 1991. Ha studiato presso l'Università degli Studi di Padova Lingua, letterature e culture moderne e attualmente vive fra Torino e Praga. Per East Journal si occupa di aspetti storico-culturali di Repubblica Ceca, Polonia e Slovacchia.

Leggi anche

Polonia

STORIA: La marcia su Varsavia di Josef Pilsudski, il 12 maggio 1926

Il 12 maggio 1926 la marcia su Varsavia del generale Josef Pilsudski, un atto che cambiò il volto della Polonia tra le due guerre mondiali.

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com