Il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan ha visitato, tra il 27 e 28 agosto, la Bosnia-Erzegovina e il Montenegro. A Sarajevo, il leader dell’AKP ha incontrato i tre vertici della presidenza della Bosnia-Erzegovina, mentre in Montenegro è stato accolto dal presidente Milo Djukanović in quella che è stata la prima storica visita del presidente turco al giovane paese balcanico.
Il viaggio a Sarajevo
Erdoğan è tornato a Sarajevo dopo due anni di assenza e ha incontrato la presidenza tripartita della Bosnia-Erzegovina, composta da Šefik Džaferović, Željko Komšić e Milorad Dodik, i rappresentanti dei tre popoli costitutivi del paese. Dopo l’incontro c’è stata una conferenza stampa congiunta in cui Erdoğan ha ribadito il sostegno della Turchia per l’unità della Bosnia-Erzegovina e per la stabilità dell’intera regione.
Milorad Dodik, il rappresentante dei serbi nella presidenza tripartita, ha partecipato all’incontro con il presidente turco, nonostante il boicottaggio indetto dai partiti filo-serbi a causa della nuova legge contro il negazionismo dei crimini di guerra, ivi incluso il genocidio di Srebrenica, voluta dall’Alto Rappresentante della comunità internazionale uscente Valentin Inzko. Dodik ha sottolineato l’importanza dell’incontro, durante il quale si è parlato della costruzione della nuova autostrada Sarajevo-Belgrado, finanziata in parte dalla Turchia, e ha aggiunto di riporre grande fiducia in Erdoğan, ribadendo nuovamente la sua contrarietà a ogni ingerenza esterna nella gestione degli affari della Bosnia-Erzegovina, rappresentata principalmente dalla figura dell’Alto Rappresentante Christian Schmidt.
Il presidente turco ha invece sottolineato i crescenti legami economici tra i due paesi, fissando nuovi obiettivi nell’aumento dell’interscambio commerciale tra Ankara e Sarajevo. Erdoğan ha annunciato anche un’accelerazione nei lavori sull’autostrada Sarajevo-Belgrado, che in precedenza aveva definito come un fondamentale progetto di pace tra i due paesi.
Prima della conferenza stampa, il presidente turco ha passeggiato per le vie della città vecchia di Sarajevo, dove è stato salutato da diversi cittadini e si è recato al cimitero di Kovači in compagnia di Bakir Izetbegović per visitare la tomba di Alija Izetbegović, il primo presidente della Bosnia-Erzegovina e fondatore del Partito d’Azione Democratica (SDA), il principale partito musulmano conservatore del paese. In seguito, Erdoğan ha svolto la preghiera del venerdì nella Moschea della Baščaršija, danneggiata durante la guerra e restaurata grazie ai finanziamenti turchi. Durante la visita, il presidente turco ha partecipato anche al matrimonio della figlia di Bakir Izetbegović, odierno leader della SDA, in una cerimonia privata che conferma le strette relazioni personali esistenti tra le famiglie dei due leader.
La visita a Podgorica
Erdoğan si è diretto poi a Podgorica per la prima visita ufficiale al Montenegro, un paese, come la Bosnia-Erzegovina, sempre sull’orlo di una crisi politica, attraversato da conflitti sempre più aspri tra la propria anima montenegrina, che trova un importante rappresentante nel presidente Milo Djukanović, e quella serba, espressa da parte della variegata coalizione governativa.
Il presidente turco è stato accolto a Cetinje, antica capitale reale del Montenegro e importante riferimento per l’anima montenegrina del paese. Anche qui Erdoğan ha passeggiato per le vie della città in compagnia di Djukanović, accolto dagli applausi della cittadinanza. In precedenza, il presidente turco aveva ricordato come la Turchia sia stata uno dei primi paesi a riconoscere l’indipendenza del Montenegro, oltre a essere uno dei maggiori investitori esteri nel giovane paese balcanico. Erdoğan ha poi pranzato in compagnia di Djukanović, del vicepresidente del governo Dritan Abazović, del presidente del Partito Bosgnacco Ervin Ibrahimović e del rais del Montenegro Rifat Fejzić.
In sede separata, invece, il presidente turco ha incontrato Zdravko Krivokapić, leader del governo vicino alle forze filoserbe del Montenegro. Krivokapić ha parlato del legame storico tra i due paesi, sottolineando l’importanza delle minoranze, della multiculturalità e della multiconfessionalità del Montenegro in questo rapporto. Erdoğan si è congratulato con Krivokapić per la vittoria alle elezioni del 2020, lodando la sua reazione alle violenze post elettorali contro i musulmani di Pljevlja. Il primo ministro montenegrino ha poi illustrato le grandi differenze nello sviluppo economico tra il nord e il sud del paese, sottolineando la necessità di nuovi collegamenti stradali e auspicando che le aziende turche possano essere interessate a intraprendere progetti simili nel paese.
Ricerca di stabilità
Le visite di Erdoğan ai paesi dei Balcani occidentali non sono una novità. Il presidente turco ha sottolineato la “responsabilità storica” di Ankara nei confronti della regione e gli sforzi della Turchia nel moderare i rapporti tra le parti per assicurare maggiore stabilità a tutta l’area.
Ciononostante, la situazione sia in Montenegro che in Bosnia-Erzegovina pare sempre più agitata. A Cetinje, pochi giorni dopo la visita di Erdoğan, sono scoppiati violenti scontri a causa dell’insediamento del nuovo metropolita della Chiesa serba del Montenegro, fortemente osteggiato da una parte della popolazione locale. D’altra parte, a Sarajevo, il conflitto tra le parti sulla nuova legge contro il negazionismo dei crimini di guerra e la presunta illegittimità di Željko Komšić quale rappresentante dei croato-bosniaci, ventilata anche dal nuovo Alto Rappresentante Christian Schmidt, sta portando il discorso politico a parlare perfino di una possibile o impossibile dissoluzione pacifica del paese.
Erdoğan continua, invece, a confermare l’interesse della Turchia per l’area, costruendo rapporti personali con i vertici del potere ed estendendo l’influenza economica, politica e culturale su una regione che è stata a lungo importante anche per l’Impero Ottomano. D’altra parte, l’attività diplomatica svolta dalla Turchia nel moderare i rapporti tra i paesi dell’area è un elemento che rafforza la presenza di Ankara nei Balcani, oltre a dare maggiore prestigio e importanza al paese anche dal punto di vista geopolitico.
—
Foto: Wikimedia Commons