RUSSIA: Una “megachiesa” militare per il Giorno della Vittoria

di Maria Baldovin e Laura Luciani

Il 9 maggio è uno dei giorni più importanti dell’anno nel calendario russo, se non il più importante in assoluto: il cosiddetto Giorno della Vittoria sul nazifascismo gioca infatti un ruolo unico nella definizione dell’identità nazionale, sempre più centrale anche nell’ideologia del presidente Vladimir Putin. Quest’anno, le celebrazioni per il settantacinquesimo anniversario della Vittoria sarebbero dovute essere imponenti sulla Piazza Rossa di Mosca, ma la pandemia di coronavirus ha costretto le autorità a rimandare la manifestazione. Il virus ha anche messo i bastoni tra le ruote ad un altro importante evento che era stato previsto dal governo russo e dalla Chiesa ortodossa: l’inaugurazione di una nuova cattedrale dedicata proprio al Giorno della Vittoria. In costruzione da almeno un anno, questa avrebbe dovuto aprire le porte al pubblico proprio lo scorso 9 maggio.

Il nuovo edificio religioso, chiamato “Cattedrale della Risurrezione di Cristo”, ma anche “Cattedrale delle Forze Armate della Federazione Russa”, è un’idea del ministro della difesa Sergej Šojgu e sorge all’interno del parco Patriot (“patriota”), a Kubinka, nella regione di Mosca. Questo “Parco militare patriottico della cultura e del tempo libero delle Forze Armate della Federazione Russa” è stato inaugurato nel 2016 dallo stesso ministro Šojgu. Soprannominato la “Disneyland militare russa”, il parco presenta una serie di attrazioni, esposizioni e collezioni di veicoli – il tutto, ovviamente, a tema militare. Proprio lì svetta la nuova cattedrale, che è già stata definita da alcuni media una “megachiesa” a causa delle sue dimensioni colossali, che ne fanno uno degli edifici religiosi ortodossi più imponenti al mondo.

Un forte valore simbolico

Il ministro Šojgu ha dichiarato che la nuova cattedrale “simboleggia la spiritualità delle Forze Armate russe, che hanno sfoderato la spada solo per difendere la Patria”. Ogni dettaglio dell’edificio è concepito come un riferimento simbolico all’evento a cui è dedicato, a partire dalle misure. Il diametro del tamburo della cupola principale misura 19,45 metri: 19 e 45 rimandano a 1945, l’anno della fine della guerra e della Vittoria. L’altezza del campanile è di 75 metri, a rappresentare i 75 anni dalla fine della guerra. La piccola cupola, invece, è alta 14,18 metri: 14 e 18 che vanno a formare la cifra 1418, come i giorni e le notti in cui le forze sovietiche combatterono in quella che i russi chiamano la “Grande Guerra Patriottica”. Di 1418 passi sarà anche una galleria multimediale e interattiva, comprendente innumerevoli fotografie dei soldati sovietici, chiamata “strada della memoria”.

Al di là delle dimensioni, ciò che più ha fatto parlare di questa nuova costruzione sono gli elementi figurativi, a dir poco inusuali, che spiccano nei suoi interni. Anche dentro la cattedrale ci sono infatti molti riferimenti alla Grande Guerra Patriottica, ad esempio dei rilievi con le date 1941 e 1945 – rispettivamente l’inizio e la fine della seconda guerra mondiale, secondo la versione ufficiale russa. Sotto la cupola principale si trova invece una vetrata colorata con uno stemma che ricorda l’Ordine del Coraggio Personale, un’onorificenza istituita nel tardo periodo sovietico, dietro cui si intravede parzialmente una stella rossa con la falce e il martello. Altri elementi decorativi rimandano invece ai colori del nastro di San Giorgio

A tutto ciò si aggiunge una serie di mosaici alquanto controversi, le cui immagini sono circolate nelle scorse settimane grazie a una fuga di notizie pubblicate dal portale online russo MBK. Queste immagini hanno rivelato che, oltre ai mosaici religiosi, la nuova cattedrale avrebbe dovuto ospitare anche alcuni mosaici ritraenti momenti e personaggi di spicco della storia russa moderna. Tra questi troviamo un mosaico raffigurante una parata di militari e veterani, da cui spunta un cartello con il ritratto di Iosif Stalin: questa costituirebbe una delle rare rappresentazioni del dittatore sovietico all’interno di edifici statali in Russia dall’epoca della destalinizzazione. A questo si aggiunge un mosaico (non completato) dedicato all’annessione della Crimea alla Russia, che raffigura sia Vladimir Putin che il ministro della difesa Šojgu.

Entrambi i mosaici hanno generato grandi polemiche e la loro presenza all’interno della nuova chiesa non è affatto certa. Al contrario, sembra che lo stesso Putin abbia smentito la presenza del mosaico che lo raffigura insieme al ministro Šojgu. Riguardo a Stalin, invece, rimangono i dubbi e soprattutto le divisioni, anche all’interno della stessa Chiesa ortodossa russa. Da una parte, c’è chi sostiene che il nome di Stalin sia collegato a una fase tragica della storia familiare di molte persone, quella del Grande Terrore, che ha visto tra le sue principali vittime anche le autorità religiose; dall’altra, c’è chi, anche se d’accordo con queste premesse, ritiene che non si possa strappare una pagina di storia – quella della Seconda guerra mondiale di cui Stalin è stato protagonista. 

Religione e militarismo: una nuova ideologia?

Negli ultimi anni il governo russo ha cercato di diffondere quello che può essere definito un vero e proprio culto della Vittoria: questo non si limita alla retorica ufficiale, ma si indirizza chiaramente verso la società. Ne sono un esempio gli sforzi fatti dal ministero della cultura per promuovere la produzione di film che esaltano le vittorie e i momenti più gloriosi della storia russa del Novecento, o il lancio del canale televisivo di stato Pobeda (in russo “Vittoria”), che trasmette film dedicati al tema 24 ore su 24. La decisione di inserire, tra le recenti proposte di emendamento alla Costituzione russa, un divieto di “sminuire il significato dell’impresa del popolo nella difesa della Patria” durante il secondo conflitto mondiale è un’ulteriore testimonianza di questi processi.

Vista in quest’ottica, la realizzazione di una “megachiesa” che esalta le gesta militari degli antenati non sorprende. Questa iniziativa si inserisce invece in un contesto più ampio, in cui il militarismo come ideologia sta prendendo sempre più spazio nella narrazione russa, soprattutto dopo l’annessione della Crimea nel 2014. In particolare, le gesta eroiche dell’Armata rossa durante la seconda guerra mondiale vengono rievocate per instillare un sentimento di orgoglio e per creare all’interno della società un bisogno di emulazione e la volontà di riguadagnare quello status. Questo sentimento patriottico viene propagandato soprattutto tra i più giovani, come se ci fosse la necessità di creare un filo rosso che unisca le generazioni e che stimoli nei più giovani l’amore per la patria e la volontà, se necessario, di combattere e morire per la propria nazione. 

L’aggiunta dell’elemento religioso a questo rinato sentimento patriottico rende il tutto ancora più ufficiale e legittimo, come se fosse lo stesso Dio a proteggere le forze armate. Se l’alleanza tra Putin e la Chiesa ortodossa russa è nota, la costruzione di questa particolare cattedrale ha però incontrato l’opposizione di parte del clero. Secondo alcuni rappresentanti, la Chiesa ortodossa russa non dovrebbe sostenere l’ideologia patriottica del regime e soprattutto il suo imperialismo, perché questo atteggiamento avrebbe causato la “perdita” della Chiesa ortodossa ucraina, che è diventata autocefala e quindi indipendente dal patriarcato di Mosca nel 2019. Questo scisma sarebbe stato, in parte, una conseguenza del fatto che la Chiesa ortodossa russa e lo stesso patriarca Kirill avevano sostenuto l’annessione della Crimea nel 2014.

Il finanziamento della megachiesa

Anche all’interno della società non c’è stato un consenso unanime sulla costruzione di quest’opera, che rappresenta l’ennesimo edificio a scopo religioso costruito negli ultimi anni: nell’ultima decade sarebbero state costruite circa diecimila nuove chiese in tutta la Russia.  In tarda epoca sovietica, nel 1988, nella capitale Mosca c’erano circa 50 chiese, mentre alla fine del 2017 se ne contavano già 1154. L’anno scorso la notizia della costruzione di una nuova cattedrale a Ekaterinburg ha dato origine a enormi proteste. L’uso di ingenti somme per la costruzione di tali opere, in un paese economicamente in crisi, è da anni motivo di malcontento diffuso.

Il finanziamento dell’edificio è quindi un’altra questione spinosa e oggetto di discussione. Mentre l’intenzione originale era quella di finanziare la cattedrale solamente attraverso donazioni private, alcune fonti rivelano che circa 2,95 miliardi di rubli, ovvero circa 36 milioni di euro, siano arrivati dalle tasche del Cremlino. L’icona al centro della chiesa sarebbe stata pagata privatamente dallo stesso Vladimir Putin, secondo le dichiarazioni del suo portavoce Dmitrij Peskov e riportate da alcuni media. Altre fonti hanno invece riportato le dichiarazioni di alcuni militari di Khabarovsk, nell’estremo oriente russo, che denunciano di essere stati costretti a contribuire al progetto con i soldi del proprio stipendio già misero.

La nuova chiesa ha anche il proprio sito ufficiale, con la descrizione dettagliata del progetto e con una sezione per raccogliere donazioni, corredata da numerosi inviti a donare per la realizzazione dell’opera. A fondo pagina si possono anche ascoltare le voci delle numerose personalità russe e non solo, che esprimono il proprio supporto alla causa. Oltre alle numerose celebrità di spettacolo e cinema, tra le quali spicca il regista e attore Nikita Michalkov, anche il regista serbo Emir Kusturica ha supportato la causa, definendo l’idea fantastica e dichiarando di voler partecipare alla raccolta fondi.

Proprio il 9 maggio, il ministero della difesa ha ufficialmente annunciato l’avvenuto completamento dell’opera. La sua inaugurazione, invece, così come le celebrazioni per il settantacinquesimo anniversario della Vittoria, è rinviata a data da destinarsi.

Immagine: The Moscow Times

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