RUSSIA: Una nuova Duma per Mosca

L’ultima tornata elettorale in Russia ha sancito un risultato inaspettato per l’opposizione. Essa ha ottenuto infatti 20 seggi su 45 nella nuova composizione del parlamento cittadino. Diverso invece l’esito nelle altre elezioni locali di domenica 8 settembre che hanno riguardato 16 governatori, 13 assemblee legislative regionali, 21 dume.

Non ci saranno infatti, questa volta, ballottaggi: lo scorso anno è stato proprio in sede di secondo turno che i candidati dell’opposizione, in tre regioni sulle quattro interessate dal ballottaggio, hanno finito per avere la meglio – come a Chabarovsk, nell’estremo oriente del paese. Qui la scelta ricaduta allora sul governatore Furgal del partito liberal-democratico (LDPR) è stata ora ampiamente riconfermata. Gli elettori del territorio di Chabarovsk hanno di nuovo ribadito, questa volta per l’assemblea regionale, la propria riluttanza a sostenere il partito del presidente Putin Russia Unita: il partito liberal-democratico (LDPR) del governatore Furgal è stato premiato con il 56% delle preferenze, seguito dal partito comunista (KPRF) al 17%; Russia Unita qui è arrivato solo terzo (12,5%).

Si tratta però di un’eccezione che, in realtà, va a confermare la regola: con maggioranze più e meno considerevoli – e infrazioni più e meno eclatanti, come in particolare a San Pietroburgo – è il partito di Putin a far ancora una volta la parte del leone, pur registrando un generale calo di consensi nel paese.

Un discorso a parte costituisce Mosca, dove le cose sono andate molto diversamente. Se lo scorso anno il sindaco Sergej Sobjanin – che qualcuno vede già come futuro volto del Cremlino – correva praticamente da solo verso la sua rielezione, quest’anno nemmeno la discutibile esclusione da parte della commissione elettorale di gran parte dei candidati d’opposizione ha reso possibile lo stesso. Anzi, si è ottenuto forse l’effetto opposto, scatenando proteste (e arresti) di massa, in un momento in cui il partito del presidente Putin è ai minimi storici di popolarità (al 28%, secondo un recente sondaggio).

 

 

 

 

 

 

Fonte: meduza.io

Sono 20 quindi i deputati rappresentanti dell’opposizione sui 45 che compongono la nuova Duma di Mosca. Si tratta principalmente di esponenti del partito comunista, ma vi sono anche quattro deputati del partito Jabloko e tre di Russia Giusta. La precedente assemblea era composta invece da ben 38 membri di Russia Unita. È un risultato che si spiega da un lato, forse, con il successo dell’idea del “Voto intelligente” (Umnoe golosovanie) di Aleksej Naval’nyj, dall’altro con uno sguardo alla rosa dei candidati di Russia Unita.

Il noto oppositore del Cremlino Naval’nyj aveva infatti ideato una sua strategia per questa tornata di voto, indicando per ciascun distretto elettorale il candidato a suo avviso migliore, preferibile: l’idea di questo suo “voto intelligente” era quella di ostacolare l’elezione di quanti più candidati di Russia Unita possibile. Alla luce degli esiti delle elezioni, Naval’nyj ha definito il risultato “fantastico”.

I candidati di Russia Unita, da parte loro, non si sono presentati come candidati del partito, ma come “indipendenti”, soprattutto in seguito al calo di popolarità della formazione del presidente Putin. Tra loro gli elettori hanno tendenzialmente preferito i volti più “tradizionali” e fedeli alle idee del partito, mentre i candidati più liberali sono stati superati direttamente dai rappresentanti dell’opposizione. Pertanto, la nuova Duma cittadina sarà composta da un gruppo di maggioranza compatto dal punto di vista delle idee e delle posizioni.

Secondo il sindaco di Mosca Sergej Sobjanin queste “sono state forse le elezioni più emotive e davvero competitive di sempre”. La Duma della capitale è ora, a suo avviso, “più diversificata politicamente, cosa che, spero, gioverà al parlamento cittadino”.

Chi è Martina Napolitano

Dottoressa di ricerca in Slavistica presso l'Università di Udine, è direttrice editoriale di East Journal e scrive principalmente di Russia.

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