Duško Marković, ex capo dei servizi segreti, è il nuovo premier del Montenegro. Il primo ministro Markovic, considerato vicino a Milo Djukanovic, uomo forte di Podgorica da un quarto di secolo, ha ottenuto l’appoggio del suo Partito democratico dei socialisti (Dps), dei Socialdemocratici e di vari partiti etnici minori, ma l’opposizione ha boicottato il voto e si è dichiarata pronta ad inaugurare una nuova stagione di proteste di piazza.
I risultati delle elezioni parlamentari del 16 ottobre scorso hanno confermato il successo del Partito democratico dei socialisti (Dps) del premier uscente Milo Djukanovic e dei suoi alleati. Al’opposizione (formata dal Partito socialdemocratico, Partito socialista popolare, Iniziativa civica URA e Fronte democratico) sono andati 39 seggi parlamentari, due in meno rispetto alla maggioranza. A seguito della rivelazione di un presunto tentativo di colpo di stato, attribuito alla Russia, Djukanovic ha annunciato il proprio ritiro.
Durante il suo discorso inaugurale in parlamento, il premier montenegrino Markovic ha promesso che il suo governo completerà, entro la fine del 2017, il processo di adesione del Montenegro alla NATO, ma ha anche parlato di rafforzare l’economia e la costruzione di uno stato multiculturale attraente per gli investimenti stranieri e per il turismo. Markovic ha anche annunciato la sua intenzione di sviluppare le relazioni con la Cina e superare le incomprensioni con la Russia.
Per quanto riguarda l’integrazione europea, il neo premier Markovic ha dichiarato che “abbiamo un obiettivo ambizioso: entro la fine del 2019, vale a dire entro la fine del mandato di questo governo, che coincide con la fine del mandato dell’attuale Commissione europea, chiuderemo tutti i capitoli dei negoziti d’adesione“.
Con 650.000 abitanti, il Montenegro sta oggi negoziando l’adesione all’Unione europea, ma il suo cammino è ostacolato da corruzione, problemi di libertà di stampa e criminalità organizzata. A dieci anni dall’indipendenza del 2006, e a 25 anni dalla fine del regime comunista jugoslavo, il Montenegro non ha ancora visto un’alternanza democratica al potere.
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