di Matteo Zola
Un violentissimo terremoto ha scosso il Pacifico colpendo con maggior gravità il Giappone dove, oltre a causare decine di morti e uno tsunami con onde alte fino a dieci metri, il terremoto di magnitudo 8,9 sta creando apprensione per gli effetti sulle centrali nucleari. Intanto una nave con a bordo 100 persone è stata travolta dallo tsunami che ha colpito il nord est del Paese. La prima scossa, seguita poi da altre di assestamento, è stata registrata alle 14.46 locali (le 6.46 in Italia) e un allerta tsunami è stato decretato in tutto l’Oceano tranne che per Stati Uniti e Canada continentali. In particolare è in vigore in Russia, Filippine, Indonesia, Papua Nuova Guinea, Australia, Figi e centroamerica.
A essere duramente colpite dal terremoto anche le isole Curili, al centro di una recente contesa territoriale fra Mosca e Tokio. Ben undicimila i russi evacuati dall’arcipelago in cui, più o meno segretamente, Medvedev aveva cominciato a trasferire armi facendo pattugliare le isole dalla marina. Il terremoto ha così svelato quanto massiccia fosse la presenza russa nelle Curili, persone che è difficile immaginare come semplici turisti in vacanza. Undicimila è il numero, al lordo dei tecnici e degli osservatori militari, delle truppe russe stanziate in un territorio conteso. Così si esplicita una volta di più il metodo russo di risolvere le contese: con l’occupazione. Al Giappone non sarebbe rimasta che la replica militare, un lusso che a Tokio non possono permettersi vista la scarsità degli effettivi dell’esercito. Una scarsità figlia, pur dopo sessant’anni, della sconfitta nella Seconda guerra mondiale. E certo da Washington nessuno ha mai pensato di muovere un dito di fronte all’ennesima aggressione del Cremlino che, a piccoli morsi, divora fette di territorio ai suoi vicini: Caucaso, Artico, Giappone, Crimea. Sono molte le vittime (anche designate) della politica estera di Mosca. Mentre il mondo si limita a guardare.
LEGGI ANCHE:
Scusa, ma proprio non riesco a comprendere le tue ragioni…
Le Isole Curili fino a prova contraria appartengono alla Russia sulla base di accordi più o meno universalmente riconosciuti; dopodichè, i russi da sempre hanno la cattiva abitudine di piazzare l’esercito lungo i suoi “confini caldi”, ma la cosa è del tutto legittima.
Allora in questi termini varrebbe lo stesso per gli a americani a Guantanamo e molte altre situazioni simili.
E inoltre per quanto riguarda le isole Curili non ci sono rivendicazioni etniche di ogni sorta, visto che erano abitate all’epoca da una minuscola popolazione indigena…
cordoglio alla popolazione giapponese maremotata!