Stretta sui visti Schengen per i cittadini russi: da venerdì 7 novembre 2025 non sono più disponibili visti a ingressi multiplo.
Questioni di sicurezza
La decisione UE, approvata dai 27 stati membri nel Comitato Visti e annunciata ora dalla Commissione, è volta a rafforzare la sicurezza aumentando i controlli. I cittadini russi dovranno richiedere un nuovo visto d’ingresso per ogni viaggio nell’area Schengen.
Resteranno eccezioni, come per i familiari stretti di cittadini russi residenti in UE e i familiari di cittadini UE, per i lavoratori del settore trasporti, nonché per “persone di indubbia integrità” come dissidenti, società civile, giornalisti indipendenti e difensori dei diritti umani.
“Viaggiare e muoversi liberamente all’interno dell’UE è un privilegio, non una cosa scontata”, ha affermato l’Alta Rappresentante per la politica estera UE, Kaja Kallas, ricordando come l’invasione russa dell’Ucraina mette in pericolo la sicurezza dell’Europa intera. “Ci troviamo ad affrontare interruzioni e sabotaggi senza precedenti sul nostro territorio tramite droni. Abbiamo il dovere di proteggere i nostri cittadini.”
Sempre meno russi in visita nei paesi UE – ma ancora troppi?
L’UE aveva già sospeso le facilitazioni per i visti Schengen per i cittadini russi a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca nel febbraio 2022. Nuove linee guida hanno condotto gli stati membri a declassare o limitare i visti Schengen per i cittadini russi. Queste decisioni hanno reso i visti più costosi e la procedura più lunga e complessa. Di conseguenza, il numero di visti rilasciati ai russi è sceso di otto volte, da oltre quattro milioni nel 2019 a circa 500.000 nel 2023.
Tuttavia, questa tendenza al ribasso ha iniziato a invertirsi. Nel 2024, l’UE ha registrato 606.594 domande di visto da parte di cittadini russi, mentre la percentuale di visti rifiutati è diminuita dal 10,6% nel 2023 al 7,5%.
Destinazioni turistiche popolari come Italia, Francia e Spagna (ma anche Grecia e Ungheria) continuano a rilasciare il numero più elevato di visti. Secondo i dati Schengen, i consolati italiani in Russia nel 2024 hanno concesso 152.254 visti, di cui due terzi (108.204) ad entrata multipla. Si tratta di un quarto del totale dei visti Schengen concessi a cittadini russi nel corso dell’anno.
Già in primavera, la Lettonia aveva invitato i paesi Schengen a interrompere il rilascio di visti ai cittadini russi, sostenendo che la presenza di questi “turisti” potrebbe mettere a rischio la sicurezza interna dell’UE. Il ministro degli interni lettone Rihards Kozlovskis, aveva affermato il “dovere morale” di riconoscere la situazione di “guerra ibrida” e agire di conseguenza per far fronte alla minaccia.
I tre paesi baltici, Polonia e Repubblica Ceca hanno già da tempo smesso di rilasciare visti Schengen a cittadini russi. I baltici e la Finlandia, che condivide oltre 1000 km di confine con la Russia, avevano chiesto già nel 2022 di sospendere tutti i visti per i cittadini russi, ma Francia e Germania vi si erano opposte, temendo che la misura avrebbe colpito la gente comune e rinsaldato il regime.
Le critiche dell’opposizione russa in esilio
L’ultima decisione UE ha attirato critiche da parte dell’opposizione russa in esilio. Yulia Navalnaya, vedova del defunto leader dell’opposizione Alexei Navalny, aveva scritto a Kallas a settembre esortandola a “fare una netta distinzione” tra il regime di Putin e i cittadini russi.
Navalnaya ha quindi espresso frustrazione a Politico per il fatto che l’UE stesse prendendo di mira “i russi comuni”. “L’ultima cosa che vorrei è difendere i diplomatici russi in Europa”, ha affermato. “Ma francamente, non capisco come tali misure possano influenzare Putin, il suo regime o la fine della guerra in Ucraina… Solo una piccola parte dei russi visita i paesi europei”.
L’ex magnate del petrolio, ora critico del Cremlino, Mikhail Khodorkovsky, ha affermato che i paesi occidentali dovrebbero concentrarsi su politiche che contribuiscano ad ampliare la frattura tra il Cremlino e la società russa. Per i russi anti-Putin, “il messaggio più demoralizzante possibile è che l’Occidente vede ogni russo come un nemico“.
Foto: Evgeny Pavlenko / Kommersant
East Journal Quotidiano di politica internazionale