UCRAINA: Aggressioni fasciste e leggi omofobe. Benvenuti all'Euro 2012

In questi giorni di “incontrollabile” euforia per l’Euro2012 sono stati in molti a chiedersi se fosse opportuno giocare a calcio in un paese, l’Ucraina, che affonda in un abisso di autoritarismo condito da crescenti violazioni dei diritti umani. Le proteste e gli inviti al boicottaggio si sono infatti moltiplicati da parte di opinionisti, politici e gruppi di difesa dei diritti umani. Il governo francese ha già annunciato che non invierà rappresentanti ufficiali a presenziare alle partite che si terranno in Ucraina e l’organizzazione AllOut.org ha lanciato una petizione online, che conta con il sostegno del calciatore gay Marcus Urban, chiedendo alla cancelliera Merkel di fare lo stesso. Si può dire fin d’ora che la strategia dell’apertura all’est (l’idea di utilizzare questi campionati di calcio per avvicinare l’Ucraina all’Europa e simbolizzare la riconciliazione polacco-ucraina) é fallita rovinosamente.

É del tutto possibile che, a dispetto delle polemiche sul razzismo lanciate dai media inglesi o delle proteste di Berlino, l’Euro2012 si riveli un successo organizzativo e sportivo (e il regime di Viktor Janukovyč non mancherà naturalmente di utilizzarlo per tentare di far tacere i suoi numerosi critici). Ma questo non toglierà nulla alla realtà che si vive nel paese. Una realtà che é stata rivelata al mondo intero dalla selvaggia aggressione di cui é stato vittima recentemente un conosciuto attivista LGBT. Un’aggressione che, come ha sottolineato il Kyiv Post, é avvenuta in pieno giorno e davanti alle camere della stampa internazionale, a riprova della forza degli elementi ultra-nazionalisti e neofascisti nel paese e della tracotanza con la quale agiscono.

Il KyivPride2012 e l’aggressione di Sheremet

Quest’anno, il movimento LGBT Ucraino ha organizzato il primo Pride nella storia della capitale, Kiev. Il KyivPride2012 si é svolto dal 19 al 21 maggio scorsi e si é segnalato per un interessante programma di eventi culturali e dibattiti che sarebbero dovuti culminare in una marcia dell’orgoglio LGBT prevista per la domenica 20 di maggio. Purtroppo, però, la marcia non ha mai avuto luogo. Gli organizzatori sono stati costretti ad annullarla a causa delle minacce dell’estrema destra. La polizia, infatti, gli ha informati (all’ultimo minuto) che un gruppo di 500 ultra-nazionalisti e fanatici cristiani si dirigeva verso il luogo di inizio della manifestazione (che pure era stato mantenuto segreto fino all’ultimo minuto, altra chiara indicazione delle difficoltà a cui é confrontata la comunità LGBT in questo paese) e, onde evitare incidenti e proteggere i presenti (circa 150 persone), gli organizzatori hanno cancellato l’evento. La maggior parte dei presenti é stata allora trasportata in luogo sicuro con una scorta della polizia.

Il leader del movimento LGBT ucraino Gay Forum of Ukraine, Svyatoslav Sheremet, che si era trattenuto per spiegare a un gruppo di giornalisti lì presenti il perché dell’annullamento del Pride, é stato aggredito selvaggiamente da una decina di giovani si sono accaniti contro di lui, colpendolo a pugni e calci anche quando già era al suolo. Gli estremisti hanno attaccato anche le altre persone presenti a calci e pugni e lanciando gas lacrimogeni. Due persone hanno avuto bisogno di cure mediche. Le immagini di questa brutale aggressione hanno fatto il giro del mondo. Quanto avvenuto evidenzia il processo di deterioramento dei diritti umani in atto in Ucraina e mostra la situazione sempre più difficile che vive la comunità LGBT in questa repubblica ex-sovietica.

Condanna Internazionale

Le organizzazioni internazionali di difesa dei diritti umani hanno condannato con forza quanto avvenuto durante il Pride mancato di Kiev. Amnesty International, in particolare, ha criticato il comportamento delle forze di sicurezza e ha chiesto alle autorità del paese che agiscano in difesa dei diritti fondamentali della comunità LGBT. L’organizzazione ha lanciato un appello ai tifosi gay o appartenenti alle minoranze etniche affinché non si rendano in Ucraina perché rischierebbero di cadere vittima non solo degli attacchi dell’estrema destra ma anche di una “polizia criminale”. Anche l’Unione Europea ha fatto conoscere la sua riprovazione per bocca dell’Alta Rappresentante per gli Affari Esteri, la baronessa Ashton, e il capo della delegazione dell’Unione Europea nel Paese ha ricevuto gli organizzatori del Pride per esprimere loro la sua solidarietà e appoggio. Svyatoslav Sheremet, dal canto suo, ha assicurato che continuerà a lottare per i diritti della comunità LGBT del suo paese e ha aggiunto che spera poter partecipare molto presto a un Pride a Kiev: “i diritti LGBT sono prima di tutto diritti umani”, ha dichiarato l’attivista.

Legge Omofoba

Purtroppo, però, la situazione della comunità LGBT non solo non accenna a migliorare ma addirittura é peggiorata sensibilmente negli ultimi mesi. La commissione sulla libertà d’informazione e della stampa della “Rada Suprema”, il parlamento unicamerale del paese, ha dato infatti il visto verde all’approvazione della proposta di legge # 8711. Se approvata questa norma proibirebbe la cosiddetta “propaganda omosessuale (cioé ogni manifestazione pubblica dell’omosessualità) in nome della difesa della “morale” e della protezione dell’infanzia. Uno degli autori del progetto, il deputato del partito comunista, Yevhen Tsarkov, ha dichiarato che “la nostra società é tradizionale e non tollera l’omosessualità. Se alcune persone stanno soffrendo di questa malattia mentale, l’omosessualità, non devono mostrarlo in pubblico e promuoverla ai bambini”.

In pratica questa legge rende impossibile il lavoro delle organizzazioni LGBT nella lotta contro l’omofobia e i crimini di odio, proibisce le manifestazioni pubbliche dell’omosessualità (a partire dal Gay Pride) e criminalizza qualunque campagna di prevenzione del bullying omofobo come, per esempio, il famoso “It Gets Better Project” americano (una campagna, lanciata dall’attivista Dan Savage, che ha avuto un enorme successo negli Stati Uniti e il cui obbiettivo é inviare messaggi di appoggio agli adolescenti omosessuali via Youtube, per incoraggiarli ad aver fiducia, lottare e non cedere alle sopraffazioni e agli abusi di cui troppo spesso sono vittime da parte di coetanei e adulti omofobi). Si tratta, quindi, di un testo chiaramente liberticida che viola, tra l’altro, l’art. 10 della Convenzione europea dei diritti umani (che garantisce il diritto alla libertà di espressione e di opinione). L’organizzazione ILGA-Europe ha affermato in un comunicato che questo testo di legge stigmatizza la comunità LGBT e attenta ai principi basici dei diritti umani. Una petizione internazionale, lanciata dal gruppo AllOut.org ha raccolto più di 60.000 firme chiedendo al presidente ucraino di non firmare la legge se, come é prevedibile, sarà approvata dal pleno del parlamento.

Leggi Omofobe in Europa Orientale.

Appare opportuno sottolineare in conclusione che la proposta di legge al vaglio del parlamento Ucraino é solo l’ultima in una lunga serie di leggi omofobe presentate o dibattute dai parlamenti degli stati dell’Europa Centro-Orientale negli ultimi tempi. La proposta di legge # 8711 é infatti molto simile a quella attualmente in discussione nel parlamento russo che, a sua volta, succede a una serie di leggi omofobe , delle quali ci siamo già occupati qui in East Journal, approvate recentemente a San Pietroburgo e nelle città Russe di Arkhangelsk (Arcangelo in italiano), Rjazan’ e Kostroma. Una legge simile é stata presentata in Ungheria dal partito neo-fascista jobbik, in Lettonia e é già stata approvata in Moldavia (solo a livello locale) e in Lituania dove i deputati discutono attualmente una nuova norma che inasprirebbe ulteriormente la legislazione omofoba già in vigore. Stiamo assistendo quindi a una vera e propria escalation legislativa omofoba in buona parte della regione. L’organizzazione ILGA-Europe, del resto, ha espresso la sua viva inquietudine per questo preoccupante trend nel suo ultimo Rainbow Index e il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione di condanna chiedendo ai paesi interessati che rispettino i diritti umani delle persone LGBT.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

Leggi anche

propaganda

Un progetto contro la propaganda del Cremlino

È nato un progetto russo-tedesco che dimostra apertamente l'influenza della propaganda di stato sulle convinzioni dei cittadini.

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com

×