ARMENIA: Perché l’Ue si accontenta di Sargsyan & Sargsyan

DA YEREVAN – Le elezioni parlamentari del 2012 sono state definite dalla classe politica armena “le migliori elezioni della storia dell’Armenia indipendente”. Ma ‘migliori’ in che senso? Gli osservatori internazionalihanno evitato di definirle ‘free and fair’, libere e democratiche. Tuttavia la maggioranza di loro, inclusa l’Unione Europea, sembra essere generalmente soddisfatta del processo elettorale, con il risultato di legittimarne sostanzialmente il risultato.

A quanto pare, l’UE si trova a suo agio con la classe dirigente attuale dell’Armenia, e preferisce l’attuale stabilità ed impegni di riforma a lungo termine su qualsiasi altra cosa, anche a costo di chiudere un occhio sulle numerose carenze nel paese.

Ciò può essere dovuto ad una serie di fattori. Il primo è la direzione filo-europea presa dalla politica armena. Anche se l’Armenia non ha esplicitamente dichiarato l’intenzione di entrare a far parte un giorno dell’Unione europea, il recente solido spostamento verso l’integrazione europea è abbastanza impressionante. C’è un forte coordinamento tra l’UE e l’Armenia, e gli annunci da parte degli alti funzionari armeni circa l’importanza dell’integrazione europea per l’Armenia sembra quasi farne una priorità politica estera per il paese. Si tratta di uno sviluppo interessante, soprattutto in considerazione del fatto che l’Armenia è alleato tradizionale della Russia, la quale non è molto contenta e sta guardando questi sviluppi con una sorta di gelosia.

Un altro dei motivi per cui Bruxelles non è troppo critico verso l’attuale regime armeno è sicuramente la situazione geopolitica nella regione – il complicato rapporto tra Armenia, Azerbaijan e Turchia che limita il margine di manovra di chiunque, UE compresa, nel focalizzare la propria azione verso la democratizzazione del paese.

Apparentemente l’Unione europea sta scommettendo su una riforma graduale in Armenia, che è proprio ciò che l’élite al potere promette. Il tempo mostrerà se tali speranze saranno soddisfatte o deluse.

*Anahit Shirinyan ha studiato alla Yerevan State University e al College of Europe di Bruges/Natolin. Nel 2012 ha lavorato nel monitoraggio online della campagna elettorale armena.

Chi è Davide Denti

Dottore di ricerca in Studi Internazionali presso l’Università di Trento, si occupa di integrazione europea dei Balcani occidentali, specialmente Bosnia-Erzegovina.

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Un commento

  1. Mi permetto di osservare che ci sono tutte le ragioni di dubitare che l’integrazione dell’Armenia nella UE e anche la sua democratizzazione siano considerate non dico prioritarie, ma anche solo significative, a Bruxelles in questo momento.
    Per quanto riforme in senso democratico possano essere gradite, l’allargamento dell’Unione sembra teoricamente ad un punto morto su vari livelli, nel senso che
    a) da un lato, molti cittadini degli attuali membri non lo vedono di buon grado
    b) l’attuale crisi sembra aver provocato una caduta effettiva dei vantaggi concreti (diversamente da quelli simbolici) di una appartenenza all’Unione. Specie per l’Armenia, la cui membership è chiaramente subordinata ad un eventuale ingresso della Turchia che appare per molti aspetti problematico da vari punti di vista (e al quale la diaspora armena in Francia sembra perlopiù opporsi).

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