Kosovo sindaci

KOSOVO: Il ritorno dei sindaci serbi nei comuni del nord

Lo scorso 5 dicembre i sindaci di etnia serba si sono insediati nei quattro comuni del nord del Kosovo a maggioranza serba, dopo la vittoria alle elezioni locali di ottobre. I nuovi sindaci sono entranti ufficialmente in carica in modo sereno e pacifico e hanno fatto giuramento davanti alla bandiera del Kosovo e a una foto della presidente del Kosovo, Vjosa Osmani.

Passo importante per il dialogo con Belgrado 

L’insediamento pacifico dei nuovi sindaci è un passo avanti importante per il Kosovo, dopo un lungo periodo di boicottaggi e tensioni riguardanti in particolare il nord del paese, iniziato a novembre 2022, quando i serbi si sono dimessi dalle istituzioni politiche, giudiziarie e di polizia kosovare. Tra di essi c’erano anche i sindaci dei quattro comuni a maggioranza serba del nord. In seguito, i cittadini serbo-kosovari hanno boicottato le elezioni locali dell’aprile 2023, portando all’elezione di sindaci kosovaro-albanesi nei quattro comuni del nord, rifiutati dai serbo-kosovari fin dal loro insediamento. La situazione ha dato luogo a varie tensioni, culminate negli incidenti di Zvecan del maggio 2023 e poi nei fatti di Banjska del settembre successivo.

È un piccolo passo avanti anche nel quadro del percorso di adesione del Kosovo all’Unione Europea, che ribadisce la necessità di avanzare nella normalizzazione delle relazioni con la Serbia, in stallo da molto tempo. Per il Kosovo, l’insediamento dei sindaci di etnia serba è ulteriormente significativo perchè compie le condizioni richieste da Bruxelles per la rimozione delle sanzioni in atto da giugno 2023 in risposta alle tensioni e alle escalation nel nord del Paese. Pochi giorni dopo l’insediamento dei sindaci, difatti, la Commissione europea ha annunciato lo sblocco parziale delle sanzioni, con 205 milioni di euro da rilasciare al Kosovo all’inizio del nuovo anno.

Un nuovo inizio per i comuni del nord

I nuovi sindaci, tutti membri della Lista Serba, il principale partito dei serbo-kosovari strettamente legato a Belgrado, sono Milan Radojević a Mitrovica Nord, Dragiša Milović a Zvecan, Miloš Perović a Zubin Potok e Zoran Todić a Leposavic. Radojević ha affermato che gli elettori gli hanno dato un chiaro mandato “di chiudere un capitolo buio e di lavorare nell’interesse dei cittadini e del comune”, lasciando comunque intendere la volontà di cooperare con le istituzioni kosovare e con la polizia.

Nonostante queste affermazioni positive, resta ancora da capire se i nuovi sindaci tenteranno di annullare le decisioni prese dai loro predecessori kosovaro-albanesi. Ciò potrebbe generare tensioni con il governo centrale. Resta anche da vedere se si assisterà a un graduale ritorno dei rappresentanti della comunità serba nella polizia e nel sistema giudiziario del Kosovo, altro nodo cruciale.

 Il Kosovo verso le elezioni

Il Kosovo ha affrontato un anno difficile sul piano politico, rimanendo senza governo dopo le elezioni legislative del 9 febbraio. Le elezioni sono state vinte da Vetëvendosje (LVV), il partito guidato dal primo ministro Albin Kurti, che però non ha ottenuto la maggioranza assoluta. Il primo stallo è stato il mancato accordo sull’elezione prima del Presidente del parlamento e poi del vicepresidente riservato alla minoranza serba. Una volta risolto questo problema, è però apparso chiaro che nessun partito aveva abbastanza numeri per ottenere la fiducia del parlamento.

Di fronte a tale scenario, è emerso chiaramente che l’unica opzione per uscire dalla crisi era il ritorno alle urne, fissato al 28 dicembre. Non è però scontato che le prossime elezioni portino risultati diversi; il rischio di una nuova impasse rimane quindi molto probabile.

La mancanza di un Parlamento funzionante ha portato al fallimento dell’approvazione della legge di bilancio per il 2026. Sono a rischio anche i finanziamenti dell’UE nell’ambito del Piano di crescita per i Balcani occidentali, a causa della mancata ratificazione di accordi chiave. Se il Kosovo non presenterà le richieste in tempo, con alcune scadenze fissate all’anno prossimo, potrebbe perdere una parte degli 882 milioni di euro del piano stanziati per il paese.

Per questi motivi, il Kosovo non può permettersi un nuovo stallo politico e le prossime elezioni di dicembre sono decisive per il futuro del paese.

Foto: Balkan Insight

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