Alla Mostra del Cinema di Venezia in concorso il film made in Hungary di Mona Fastvold sul movimento dei Shakers, The Testament of Ann Lee.
Mona Fastvold e Brady Corbet ormai sono una vera e propria power couple, dapprima consacratasi come tale con The Brutalist, il gigantesto film epico presentato a Venezia lo scorso anno che racconta le vicende di un’immaginario architetto Ungherese che emigra in America. A confermare la loro potenza creativa è The Testament of Ann Lee, stavolta diretto da Fastvold, un musical che ripercorre l’espansione del movimento dei “shakers”, una denominazione cristiana affine al calvinismo diffusasi negli Stati Uniti a fine XVIII secolo ed ormai pressoché estinta, guidata da Ann Lee, profetessa che si identificava come la seconda incarnazione del Messia e caratterizzata da rituali danzanti. Si tratta di un che gloriosamente assume i toni del musical con un rispetto fervente della religione che racconta, utilizzando inni originali dell’epoca come base della colonna sonora.
Cosa c’entra con l’Est Europa un film dal tema completamente anglofono? Assurdo ma vero: il film è stato largamente girato in Ungheria, e non a Manchester o nel New England. Era il caso anche del film pluripremiato di Brady Corbet (che in Ungheria aveva già prodotto alcuni film precedenti), ma l’importanza che ha questa scelta per il film di Fastvold consolida quanto sia determinante, per le loro produzioni, la troupe ungherese numerorissima che vi partecipa. Coproduttrice del film è Viktória Petrányi, collaboratrice storica di Kornél Mundruczó – infatti la loro casa di produzione, Proton Cinema, ha un ruolo importante di supporto. Fastvold e Corbet, in passato, co-diressero con Mundruczó la miniserie The Crowded Room.
Gli studios ungheresi sono una destinazione sempre più abituale di Hollywood, che qui ha prodotto parzialmente anche i film di Dune, ma il caso dei film di Fastvold/Corbet è leggermente diverso. L’attrazione verso l’Ungheria è data spesso dal costo di produzione più basso, ma la collaborazione con studios indipendenti come Proton ha un vantaggio importante per quella industria cinematografica ungherese indipendente che sta lentamente emergendo. La produttrice Julia Berkes, in occasione di un panel dedicato alla produzione di Explanation for Everything (coprodotto da Proton film) al Festival di Les Arcs 2023, ha illustrato che parte dei fondi che permisero la produzione del film provenivano dalle coproduzioni estere dell’azienda – non ha nominato i film di Fastvold e Corbet, all’epoca ancora in produzione, ma non è difficile presumere in questi progetti una fonte di entrate che riversa liquidità disponibile alle produzioni indipendenti – mentre le entrate ricavate dalla stragrande maggioranza delle produzioni straniere si riversa piuttosto nei fondi statali, da anni divenuti praticamente inaccesibili ad autori slegati dalle politiche del governo.
The Testament of Ann Lee non ha ancora una data d’uscita italiana.