Luna Wedler vince il Premio Marcello Mastroianni per la migliore interpretazione emergente in Silent Friend di Ildikó Enyedi, uno dei film più apprezzati della Mostra del Cinema di Venezia 2025, vincitore anche di numerosi premi collaterali, tra cui il premio FIPRESCI.

CINEMA: Venezia – Silent Friend di Ildikó Enyedi tra i vincitori

Luna Wedler vince il Premio Marcello Mastroianni per la migliore interpretazione emergente in Silent Friend di Ildikó Enyedi, uno dei film più apprezzati della Mostra del Cinema di Venezia 2025, vincitore anche di numerosi premi collaterali, tra cui il premio FIPRESCI.

Presentato alla Mostra negli ultimi giorni, Silent Friend ha visto una vera e propria standing ovation alla proiezione stampa – fatto più unico che raro, per un pubblico che tende a reagire “freddamente” alle proiezioni. Non era quindi una sorpresa l’assegnazione del premio FIPRESCI, ad opera della Federazione internazionale dei critici, e similmente era atteso un’ulteriore riconoscimento da parte della giuria del festival – anche se l’assegnazione a Luna Wedler, pur talentuosa nella sua performance, sembra piuttosto un collocamento anche troppo marginale per un film che ha ottenuto un responso particolarmente positivo di pubblico e critica.

Silent Friend è il più recente film di Ildikó Enyedi, senza dubbio la cineasta ungherese più importante in attività oggi – vincitrice del premio Camera D’Or con il suo debutto, nel 1988, Il mio XX. Secolo,  per quasi due decenni ha avuto difficoltà a vedere i propri progetti completati, finché, con Corpo e Anima, non ottenne l’Orso d’Oro e la nomination agli Oscar, rilanciandone la carriera. Il suo film precedente, Storia di mia moglie, purtroppo non ha riscosso particolare successo a Cannes, nonostante il nostro apprezzamento – ragione che rende ancora più importante il successo iniziale di Silent Friend, film prodotto in Germania e dal cast internazionale (si contano Lea Seydoux e Tony Leung Chiu-Wai, che molti ricorderanno per In the mood for love di Wong Kar-wai).

Alcuni hanno descritto, in Silent Friend, una sorta di “ritorno spirituale” verso ciò che determinava Corpo e Anima. Effettivamente, il film alimenta una simile atmosfera animistica-panteista, inscenando non più un rapporto tra due individui ma tra un albero antichissimo e l’umanità che la (è un albero di genere femminile, come viene chiarito nel film) circonda, nel corso di un secolo, nei giardini botanici di Maburgo: durante il COVID, un neurologo di Hong Kong si intrattiene cercando di comunicare con l’albero mediante esperimenti; negli anni ’60, una giovane botanica ed uno studente di letteratura suo coinquilino muovono i primi passi riguardo agli esperimenti sulle piante e sul loro linguaggio; Negli ultimi anni dell’ottocento, una giovane studentessa è la prima donna ad accedere all’ateneo e ritrova nel giardino uno spazio di pace in un mondo che le è ostile. Silent Friend esplora attraverso queste tre storie la sempre più affascinante questione della relazione tra uomo e natura, e l’ancor più misteriosa questione sul linguaggio delle piante, e lo compie attraverso un percorso che dona un connotato poetico al processo scientifico. Chiaramente, Silent Friend si riserva dal formulare tesi, ma resta il fascino di un film che smuove e commuove sottilmente.

Silent Friend verrà distribuito in Italia da Movies Inspired, si auspica che il trionfo a Venezia dia seguito ad un analogo apprezzamento al TIFF di Toronto, dove verrà presentato nei prossimi giorni..

 

Chi è Viktor Toth

Critico cinematografico specializzato in cinema dell'Europa centro-orientale, collabora con East Journal dal 2022. Ha inoltre curato le riprese ed il montaggio per alcuni servizi dal confine ungherese-ucraino per il Telefriuli ed il TG Regionale RAI del Friuli-Venezia Giulia.

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