La ragazza del coro (Little trouble girls) di Urška Djukić esce nelle sale italiane, in seguito all’anteprima alla Berlinale 2025 e la selezione per gli Oscar.
Dopo un fortunato debutto in inghilterra, e la selezione del film per rappresentare la Slovenia alla prossima cerimonia degli Oscar (il che non equivale ancora ad una nomina), La ragazza del coro (Little Trouble Girls) esce nelle sale italiane.
La protagonista è Lucia, giovane ragazza che si unisce ad un coro parrocchiale e che, durante un ritiro per prove intensive presso un monastero italiano, attraversa una vera e propria epifania mistica. Il film potrebbe apparire come l’ennesimo coming-of-age, ma dalla primissima inquadratura si distingue per la propria unicità: un affresco medievale di una chiesa che ricorda la forma degli organi genitali femminili. In qualche modo quest’immagine riassume l’ambiguità del percorso di Lucia, che è sia una scoperta della propria spiritualità che della propria fisicità – attraverso vicende, avvicinamenti ed allontanamenti dalle compagne del coro, acquisisce alla fine una maggiore consapevolezza di anima e corpo. Corrobora questa idea la scelta della location del film – Cividale del Friuli, una città posta essa stessa al confine tra due immaginari: si trova all’imboccatura delle Valli del Natisone, tradizionalmente legati al folclore sloveno, ed è storicamente legata all’epoca Longobarda cristianizzata e successivamente all’egemonia del patriarcato d’Aquileia. Un po’ com’è avvenuto per questo territorio, in Lucia emergono pulsioni solitamente agli antipodi, ma che in qualche modo convivono e concorrono nella sua personalità: da un lato una fede cattolica imposta, la paura del peccato; dall’altro, la propria intimità, un’attrazione fisica e corporea di natura bisessuale (è più che lecito cogliere in La ragazza del coro un’interpretazione di tematiche queer).
All’attivazione così variopinta di tematiche multiformi si aggiunge anche una forma sontuosa e molto profondamente controllata, specie per un film di debutto. Urška Djukić riesce a conferire a ciascuna scena un’intensità, un’energia particolare, sia essa anche solamente una prova del coro o un dialogo tra due ragazze, e lo fa sfruttando un’estetica molto ragionata, sommessa, fatta di primi piani e di piccoli dettagli che, assommati, rendono il film molto particolare. In un certo senso, la forma riprende il concetto del titolo originario, Little Trouble Girls – “ragazze che creano pochi guai”, come le protagoniste, ragazze che vivono con un’imposizione religiosa molto rigida, dal quale segretamente si discostano, esprimendo le proprie unicità.
Insieme a film come Fantasy di Kukla, La ragazza del coro sembra inaugurare una nuova stagione di eccellenze nel cinema sloveno. La ragazza del coro è stato presentato in anteprima mondiale alla Berlinale 2025, nella nuova sezione Perspectives dedicata alle opere prime, dove ha ottenuto il premio FIPRESCI. Il film è distribuito in Italia da Tucker Film (è possibile consultare qui le sale disponibili).