Al via la 82ma Mostra del Cinema di Venezia, con la più forte selezione esteuropea degli ultimi anni.
Chi ha seguito la nostra copertura della Mostra del Cinema di Venezia e del Festival di Cannes ha certamente notato che, soprattutto lo scorso anno, la sensazione era che il cinema dell’Europa dell’Est fosse collocata ai margini delle selezioni: a Cannes non si trovava un solo titolo in concorso, a Venezia c’era “solamente” Dea Kulumbegashvili (anche se The Brutalist parlava ungherese), mancavano all’appello vari nomi chiave. Non sembra più essere il caso alla Mostra del Cinema di Venezia, che propone nella sua selezione dieci titoli, ognuno piuttosto importante.
Partendo dal concorso per il Leone d’Oro, ritroviamo László Nemes Jeles, vincitore del premio Oscar al miglior film straniero con il suo fenomenale Il Figlio di Saul, che ormai ha messo le radici a Venezia, dove é stato presentato il suo secondo lungometraggio, Tramonto. Sette anni dopo, propone finalmente il suo terzo lungometraggio, Orphan, liberamente ispirato all’infanzia del padre, il cineasta sperimentale András Jeles. Non è l’unico regista ungherese in concorso: l’altra è Ildikó Enyedi, che presenta Silent Friend, un film che ripercorre una storia lunga un secolo, con un cast che vanta tra le sue fila Tony Leung e Lea Seydoux (già collaboratrice della cineasta in Storia di Mia Moglie). Sempre in concorso ci troviamo un film dalla tematica esteuropea, anche se di produzione statunitense-francese: Il mago del Cremlino di Olivier Assayas ripercorre l’ascesa di Putin (interpretato da Jude Law) dalla prospettiva di uno spin doctor (addetto alle comunicazioni che si occupa dello storytelling politico).
Come anticipato, la selezione, densissima, ci presenta quasi solo nomi ben noti: in Orizzonti il film di apertura è Mother di Teona Strugar Mitevska, scritto da Elma Tataragic, e interpretato da Noomi Rapace – il film su Maria Teresa di cui Teona ci aveva parlato nel 2022, intervistata per The Happiest Man in the World. Sempre in Orizzonti troviamo Tereza Nvotová con Father, il suo primo film a seguito della vittoria a Locarno con Nightsiren, che ha ottenuto nel 2022 il Pardo d’Oro nella sezione Cineasti del Presente. Terzo ma non ultimo film in ordine di grandezza è Milk Teeth di Mihai Mincan, che debuttò a Venezia sempre in Orizzonti con il suo film To the North.
Vari i fuori concorso: Sermon to the Void di Hilal Baydarov, il terzo capitolo della trilogia dei “sermoni” del cineasta azero iniziata con Sermon to the Fish; Director’s Diary di Aleksandr Sokurov, un intimo racconto della storia di fine Novecento dalla prospettiva del cineasta, della durata di ben cinque ore; Notes of a true criminal invece è il film in cui Alexander Rodnyansky racconta la propria esperienza straziante, incarcerato in Russia per otto anni.
Chiaramente, la concentrazione di così tanti autori non può che portare alla collocazione marginale di alcuni di loro. Nella inedita sezione Venice Spotlight ci troviamo invece dinnanzi al bulgaro Stephan Komandarev, che ha vinto nel 2023 il premio al Miglior Film al Karlovy Vary Film Festival con il suo film precedente, Blaga’s Lessons. Infine, arrivando al programma collaterale delle Giornate degli Autori ritroviamo il maestro lituano dello slow cinema Šarunas Bartas, con il film Laguna – il suo secondo lungometraggio uscito nel corso del 2025, dopo Back to the Family. Ci si potrebbe chiedere perché Bartas e Komandarev non abbiano scelto di essere selezionati in altri festival, dove sicuramente avrebbero ricoperto ruoli di spicco, ma la loro presenza a Venezia non fa che arricchire la selezione.
Saremo presenti all’intera Mostra del Cinema di Venezia, proponendo giorno per giorno recensioni ed interviste.