È uscito in sala il documentario Constantin di Bessarabia, primo lungometraggio del regista Constantin Rusu. Parla di migrazioni, di integrazione, di Moldova e di Italia. È un’opera autobiografica, ma che riguarda milioni di persone.
“Mi ricordo quando un uomo è venuto a prenderci per portarci in Italia. Era mio padre, ma io ancora non lo conoscevo”. Constantin è un giovane moldavo emigrato in Italia in tenera età. A pochi mesi dal suo matrimonio decide di recarsi in Moldova per riscoprire le sue radici culturali e trovare la propria identità. Ad attenderlo un paese diverso da come lo ricordava che affronta il pericolo di un’imminente guerra e dove viene considerato uno straniero. Abbiamo intervistato Constantin, regista del documentario.
Il viaggio in Moldova si svolge poco prima del tuo matrimonio, cosa ti ha spinto a guardarti indietro proprio in un momento così importante per il tuo futuro?
In generale penso sia naturale, istintivo, guardare al proprio passato prima di intraprendere un nuovo percorso di vita. Fa parte della natura umana. Nel mio caso girandomi indietro ho trovato una parte vuota, quasi del tutto sconosciuta. Avrei potuto ignorarla e andare avanti, come avvenuto fino a quel momento, ma non l’ho fatto. Ho preferito affrontarla, ho cercato di colmare quel vuoto. Volevo dargli una forma, un colore, una consistenza. È l’esigenza di sentirsi completi, uniti, prima di un grande passo.
Le tue vicende personali si mischiano da subito con quelle della Moldova, che al tuo arrivo vive uno dei momenti più importanti dalla sua indipendenza: la guerra in Ucraina e la questione linguistica. Come hai tenuto insieme questi due aspetti, la tua storia e quella del paese?
Inizialmente volevo parlare della prima emigrazione degli anni ’90, quella che ha riguardato i miei genitori, usando come sfondo il contesto sociopolitico del paese. Quest’ultimo, mi sono accorto, non poteva in nessun modo essere scollegato dal fenomeno migratorio. Quindi ho pensato che l’ideale sarebbe stato lavorare sulla storia della mia famiglia -una storia di migrazione- unendola agli sviluppi della Moldova post-Socialista. Far andare di pari passo queste due dimensioni.
Durante il film altri due aspetti finiscono per incrociarsi: la ricerca della tua identità personale-familiare e quella di un’identità nazionale moldava. Ti aspettavi questa doppia dimensione o l’hai scoperta durante le riprese?
Sono partito da una mia personale ricerca identitaria. Andando avanti mi sono accorto che ce ne era una più grande in corso: quella di un paese, di un popolo, in cerca di sé stesso. L’identità è un tema di discussione quotidiano, al bar, nei film, nei dibattiti televisivi. È come se io, e con me tutti i moldavi, fossimo granellini in questa grande vicenda umana; la storia di ognuno di noi è la storia di questo paese, che ancora si sta cercando. Il parallelismo quindi c’è ma non riguarda solo me, appartiene a ogni moldavo.
Il film è stato proiettato in anteprima assoluta al cinema Odeon di Chisinau. Che reazioni ha generato tra il pubblico in sala? Immagino che molti spettatori avessero storie personali simili alla tua.
Alla prima a Chisinau non avevamo grandi aspettative, sarei stato felice con 50 spettatori. Ne sono venuti 400. Il dibattito è durato due ore, il doppio del film. Poi interviste, televisioni, gente che faceva la fila per parlare con noi, per farmi una domanda. E anche nelle proiezioni in Italia, dove abbiamo coinvolto la diaspora, ho visto le stesse reazioni. Credo che abbia toccato delle corde importanti per tutti noi (s.t. italo-moldavi), chiunque in Moldova ha fatto o sta facendo esperienza di questa emigrazione.
Ti piacerebbe in futuro lavorare di nuovo sulla Moldova? In generale quali progetti hai ?
Vorrei tantissimo fare nuovi progetti in Moldova, non solo da regista, e sono sicuro che ci saranno. Anche perché è un ottimo modo per passare lì molto tempo, fare ricerca, scoprire sempre nuovi aspetti del mio Paese Natale. In questo momento sto lavorando a un nuovo documentario ambientato nella periferia di Roma dove sono cresciuto, ma è un progetto che sta ancora prendendo forma.
Constantin di Bessarabia è stato prodotto da Tersite Film in co-produzione con TeleFilm Chisinau.
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