In anteprima mondiale, Stars of little importance di Renátó Olasz è nella competizione principale del Sarajevo Film Festival, uno dei primi registi ad emergere dalla Free SZFE.
Uno dei film in concorso a Sarajevo ad essere un’anteprima mondiale viene dall’Ungheria, e vanta il nome di nientemeno che Béla Tarr, come produttore esecutivo – mentre la produttrice è Genoveva Petrovits, uno dei nomi più importanti sullo scenario emergente del cinema ungherese indipendente. Un caso piuttosto raro per l’ex-regista, che da poco ha compiuto settant’anni. Questo legame potrebbe fuorviare i connoisseurs del cineasta di Sátántangó, nel valutare il film di Renátó Olasz – ritroviamo il monocromo, l’ambiente della città provinciale, la dominanza di una bettola degradata, l’atmosfera melancolica di fondo. Eppure Olasz firma un film che è proprio, e che con Tarr ha solo una parvenza di similitudine superficiale.
Il film esamina la dimensione della melanconia legata alla nostalgia per un’adolescenza passata, uno stato d’animo caratteristico di una certa forma di gioventù generazionale, attraverso un ritorno al paese provinciale d’origine. Non è il passato a dominare il film, non si percepisce la sua persistenza presenza fuoricampo, pur essendoci varie scene in cui i protagonisti della vicenda la rievocano: domina invece la dimensione della presente melanconia e disillusione, il rimpianto, una persistenza in
Se abbiamo citato una serie di similitudini superficiali con Tarr, vanno citate le grandi differenze: un montaggio molto più presente, un’atmosfera propria, distinta, caratterizzata da una propria forma di sospensione temporale enfatizzata dal buio della notte. Il film si basa, a dire di Olasz, su un sistema di recitazione improvvisazionale, eppure stupisce quanto il risultato sia coerente e strutturato. Al contempo, un traino che forse non permette all’opera di decollare appieno è un certo ricorso a clichés, come per esempio il ruolo dei personaggi che sono rimasti in provincia, frustrati dall’abbandono. Il film si rende particolare per uno stile non del tutto comune, e per un certo legame con la realtà dei protagonisti: il cineasta interpreta un proprio alias, Milán (è un gioco di parole: il cognome del cineasta significa “italiano”), un ragazzo che ha lasciato l’ambiente di campagna e che ritorna non come protagonista, ma come narratore-osservatore, piuttosto in disparte.
Attualmente non è confermata alcuna distribuzione italiana di Stars of little importance.