In seguito al successo a Sundance, DJ Ahmet di Georgi M. Unkovski conquista il pubblico del Sarajevo Film Festival 2025.
Un paesino rurale della Macedonia del Nord fa da sfondo al film di debutto del regista macedone-americano, con tutti i variopinti ingredienti di una società stereotipicamente arretrata, con tradizioni patriarcali, ritualistici matrimoni combinati, ottusità nei confronti di concetti quali il trauma psicologico. Un’aria pesante (e quasi problematica) che potrebbe respirare DJ Ahmet, eppure non è questo il caso. Non è una caricatura satirica, ma un film che utlizza una vena comica consistente per alleggerire situazioni (quando opportuno) e divertire un vasto pubblico, tra vecchie comare che balzano dal loro posto radicato appena hanno notizia della ritrasmissione della soap turca Suleiman (popolarissimo export che ha conquistato le signore di mezza Est Europa), pecore che finiscono ad invadere un rave nella foresta, Imam che hanno problemi a fare login su facebook.
Al contrario del titolo, DJ Ahmet non è un film su un ragazzo di campagna – un giovane pastore – che vuole diventare un DJ ed abbandonare il paese. Forse è proprio questa l’originalità del film: quella solita liberazione dalle tradizioni non è identificata con un personaggio che ambisce sogni impossibili, vuole semplicemente, come dice in una scena, essere libero di vivere la propria vita. Invece è Aya che cerca la fuga, ma per sfuggire alla propria condizione sociale. Spiccano in questa ensemble però i personaggi di supporto ai protagonisti, in particolare il padre, interpretato da un Aksel Mehmet che riesce a condensare sottilmente una figura autoritaria e ottusa con un affetto paterno potente.
Per quanto divertente sia il film, abbiamo già citato un problema importante: l’esagerazione di una società tradizionale ed arcaica porta con sè il pericolo che all’estero venga percepita come autenticità. Nello stile non ci sono abbastanza marcatori che permettino di comprendere che non stiamo osservando un film “realistico”, al contrario, l’uso della mano libera e l’impostazione del montaggio suggeriscono proprio che sia un film radicato in una rappresentazione effettiva della realtà sociale macedone. Il film è stato presentato per la prima volta negli Stati Uniti al Sundance Film Festival, e non è difficile supporre quanti membri del pubblico siano stati fuorviati da questo cortocircuito stilistico-contenutistico.
Il film è in concorso al Sarajevo Film Festival 2025, dove un pubblico balcanico ne ha adorato la vena comica in un’anteprima entusiasta.