Da poco presentato in concorso “Cineasti del Presente” a Locarno, Fantasy di Kukla approda al Sarajevo Film Festival, e consolida la forza del cinema sloveno sullo scenario internazionale.
A Berlino, appena pochi mesi fa, Little Trouble Girls di Urska Djukic otteneva il premio FIPRESCI. Fantasy di Kukla, altro debutto sloveno di quest’anno, appare come un film dal contenuto piuttosto simile, incentrato sul “coming-of-age”, ma il risultato è un film completamente diverso, che per certi versi completa il discorso di Djukic.
Tre ragazze, immigrate di seconda generazione, che per sopravvivere ad una società che non è fatta per loro hanno assunto uno stile di vita molto mascolino, vedono le loro certezze messe alla prova dall’incontro con Fantasy, una donna transgender da poco trasferitasi nel loro complesso residenziale e che (apparentemente) vive in assoluta libertà la propria identità. Gli ingredienti sono temi già affrontati, trame già viste. Se fosse stato l’ennesimo film che sceglie un approccio realistico a livello di messinscena, il film sarebbe ricaduto in un pozzo senza fondo di opere troppo simili.
È lo stile che rende Fantasy unico, uno stile che Kukla attribuisce al genere del video musicale ma che sarebbe riduttivo ascrivere ad esso: il film si dipinge di una palette variopinta, riesce a valorizzare l’architettura brutalista del Quadrilatero di Trieste secondo soluzioni visive originali. Il soundscape del film contribuisce ad un’atmosfera particolare, propria. Fantasy è l’esempio definitivo che lo stile di un film può trasformarne la percezione interamente. Addirittura, lo stile riesce ad approfondire il contenuto, a trasformarlo in un’esperienza attiva più che in un’assistenza passiva. Certo, Fantasy utilizza clichés, ma li supera e li trasforma in qualcosa di unico.
Fantasy non ha ancora una uscita italiana confermata, ma auspichiamo la sua presenza ai festival nazionali, come il Trieste Film Festival.