L'albo d'oro della Mostra del Cinema guarda ad Est, da Green Border di Agnieszka Holland ad Explanation for Everything di Gábor Reisz.

CINEMA: Venezia, i film dell’Est vincitori

L’albo d’oro della Mostra del Cinema guarda ad Est, da Green Border di Agnieszka Holland ad Explanation for Everything di Gábor Reisz.

Non è un segreto che, da alcuni anni, i festival di cinema più importanti (in particolare Cannes e Venezia) non abbiano premiato film dell’Est Europa, o addirittura non ne abbiano presentati alcuni in concorso. Nell’edizione di Venezia di quest’anno,  invece, la situazione forse si è ribaltata. Il Concorso Principale dell’ottatesima edizione è stato in gran parte deludente, con vari film internazionali che non hanno raggiunto le aspettative  – si veda Ferrari di Michael Mann – e fin troppi film italiani per un festival di rilevanza mondiale. Al concorso si accompagna una sezione Orizzonti che a tratti è sembrato addirittura superiore. Detto ciò, è anche il primo concorso da un anno e mezzo ad includere film dell’Europa orientale, film che si sono rilevati essere tra le poche opere eccezionali. Non è quindi pura fortuna che, tra i vincitori della Mostra del Cinema di Venezia nel 2023 ci siano anche film Est Europei.

Poor Things,  Leone d’Oro al miglior film

Pur essendo una coproduzione anglofona, con la regia di un cineasta greco, è interessante notare che il film che ha ottenuto il Leone d’Oro è stato girato interamente a Budapest, a cavallo tra location nella città e i giganteschi Korda Studio in periferia. Negli ultimi anni molte produzioni hollywoodiane hanno utilizzato gli studios ungheresi, in parte per i costi minori, ma anche per le dimensioni gigantesche dei teatri di posa. Com’è successo per The Martian, Blade Runner 2049 e Dune, anche Poor Things ha utilizzato grandi set interamente costruiti in studio. Per una scena ambientata in una fantasiosa Lisbona, si è dovuto costruire l’intero reticolato della location per permettere al regista di muoversi liberamente con la macchina da presa. Come si può evincere dai titoli di coda, i nomi che compaiono sono quasi nella totalità ungheresi, una manodopera che potrebbe essere valorizzata agli oscar, com’è successo per Zsuzsanna Sipos con Dune.

The Green Border, Premio speciale della Giuria

Tutti i film che provengono dalla sfera orientale presentano un contenuto di opposizione politica molto forte, ed il film della storica cineasta polacca Agnieszka Holland non è da meno. Ambientato tra il confine polacco-bielorusso nel 2021, nel contesto della crisi migratoria dei rifugiati siriani, il film in bianco e nero è talmente brutale e diretto che pareva addirittura troppo “forte” per ottenere un premio. Fortunatamente, la giuria capitanata da Damien Chazelle ha avuto l’accortezza di valorizzare l’opera, sicuramente uno dei film più crudi di Agnieszka Holland (che peraltro ha firmato la regia di vari film sull’Olocausto ed un film sul Holodomor), che cerca di raccontare in maniera universale e con un’attenzione attuale un dramma che viene taciuto sempre più spesso nei media. Viste le imminenti difficoltà date dalla “censura” a priori che l’istituto di cinema polacco sta operando nel negare i fondi alle potenziali opere più audaci, la vittoria di Agneiszka Holland è un importante segno di supporto al cinema polacco indipendente.

Explanation for Everything, Miglior Film sezione Orizzonti

Sin dal giorno dell’anteprima, il pubblico della Mostra ha tessuto elogi per l’unico film in lingua Ungherese a Venezia – il primo, dal 2018, quando László Nemes ha presentato Tramonto in concorso. Un film che sicuramente susciterà reazioni intense alla sua uscita in Ungheria, dal forte contenuto politico teso alla creazione di un dibattito in un’Ungheria che è particolarmente divisa, in modo anche feroce. Essendo un’opera indipendente, la sua vittoria è anche un segnale positivo per il cinema più distanziato dalle linee governative. Nel suo discorso di premiazione, Gábor Reisz ha esortato, in ungherese, i suoi connazionali a cercare di aprire una conversazione per trovare un punto in comune.

Poor Things (Povere Creature!) uscirà nelle sale il 25 Gennaio 2024. Sono confermate uscite anche per The Green Border, distribuito da Movies Inspired, ed Explanation for Everything, distribuito da I Wonder Pictures, ma non vi sono ancora date ufficiali.

Chi è Viktor Toth

Cinefilo focalizzato in particolare sul cinema dell'est, di cui scrive per East Journal, prima testata a cui collabora, aspirante regista. Recentemente laureato in Lingue e Letterature Straniere all'Università di Trieste, ha inoltre curato le riprese ed il montaggio per alcuni servizi dal confine ungherese-ucraino per il Telefriuli ed il TG Regionale RAI del Friuli-Venezia Giulia.

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