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UNGHERIA: Sì all’adesione NATO della Finlandia, Svezia rimandata

Il parlamento ungherese ha ratificato l’adesione NATO della Finlandia, ma non si è ancora espresso sull’entrata della Svezia.

Con 182 voti favorevoli e 6 contrari, il parlamento ungherese ha ratificato (con grande ritardo) l’entrata della Finlandia nella NATO. La premier uscente Sanna Marin ha ringraziato l’Ungheria per la decisione, ma ha tenuto a ricordare che anche la Svezia sta aspettando nel corridoio dell’alleanza, bloccata da Ungheria e Turchia.

Le ragioni dietro il blocco

Il partito di governo Fidesz del premier Viktor Orbán si è formalmente detto a favore dell’ingresso della Svezia nella NATO. Se in un primo momento l’esitazione sembrava dovuta al supporto di Orbán all’alleato Recep Tayyip Erdoğan (il presidente turco chiede a Stoccolma di bloccare il suo supporto al Partito dei Lavoratori del Kurdistan e di estradarne i militanti rifugiatisi in Svezia), con il tempo è diventato chiaro che la questione avesse più a che fare con la vendetta e con questioni interne all’UE.

In un intervento in radio, infatti, Orbán ha dichiarato che gli svedesi diffonderebbero menzogne sull’Ungheria, sullo Stato di diritto, sulla democrazia e sulla vita nel paese. “Se gli svedesi vogliono che siamo equi nei loro confronti” continua il premier ungherese, “devono esserlo anche loro nei confronti dell’Ungheria”.

Il direttore politico del cabinetto del primo ministro, Balázs Orbán, ha poi ricordato al premier svedese Ulf Kristersson le sue dichiarazioni fatte nel 2021, quando questi non era ancora a capo del governo ma solo leader del partito di centro-destra svedese, il Partito Moderato. Kristersson aveva infatti fatto appello all’UE per fare pressioni sul governo ungherese e sostenere l’opposizione.

La reazione di Stoccolma

Sempre più con le spalle al muro in sede UE, il governo ungherese – in assenza del supporto degli alleati di Visegrád, perso proprio a causa della guerra in Ucraina – non ha altra scelta che ricorrere a veti e vendette. La Svezia, al momento, non sembra disposta a cedere al ricatto degli ungheresi: la ministra svedese per gli affari europei, Jessika Roswall, aveva già affermato che il suo governo sarebbe rimasto intransigente di fronte alle minacce sistematiche allo Stato di diritto negli Stati membri UE, sottolineando il supporto all’accordo dello scorso anno sul meccanismo di condizionalità (il quale collega i fondi UE al funzionamento dello Stato di diritto in uno Paese membro).

Il governo svedese ha di recente annunciato che parteciperà alla causa legale contro una legge ungherese anti-LGBT. La legge, criticata già dalla Commissione Europea, prevede il divieto di accesso per i minori a “materiali che promuovano l’omosessualità e il cambiamento di genere”.

L’iniziativa, promossa dalle NGO Forbidden Colours, Háttér Society e Reclaim, è già stata supportata da Belgio, Lussemburgo, Olanda, Portogallo, Irlanda, Austria, Malta e Spagna. Di che far infuriare ulteriormente il governo di Budapest.

Foto: dal profilo Facebook di Sanna Marin

Chi è Gianmarco Bucci

Nato nel 1997 a Pescara, vive a Firenze. Si è laureato in Relazioni Internazionali all'Università di Bologna con una tesi sul movimento socialdemocratico in Cecoslovacchia, Ungheria e Romania. Al momento è ricercatore alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Scrive su East Journal dal dicembre 2021, dove si occupa di Europa centrale e Balcani.

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