SERBIA: Federcalcio, la politica ferma Nemanja Vidić

La candidatura a presidente della Federazione calcistica serba dell’ex difensore Nemanja Vidić ha incontrato l’entusiasmo dei tifosi, ma anche la disapprovazione della politica e dell’establishment che hanno ostacolato in tutti i modi la sua elezione.

Nello scorso febbraio, Nemanja Vidić, ex difensore della nazionale serba e del Manchester United, si è candidato alla presidenza della Federazione calcistica serba (FSS). La candidatura di uno dei calciatori serbi più noti degli ultimi anni ha entusiasmato molti tifosi, i quali hanno visto una speranza di cambiamento dell’attuale stato delle cose del calcio in Serbia.

Negli ultimi anni, la Federcalcio di Belgrado è stata travolta da scandali di corruzione e pressioni politiche. La carica di presidente è vacante da due anni in seguito alle dimissioni di Slaviša Kokeza, ricco uomo d’affari molto vicino all’attuale presidente della Repubblica Aleksandar Vučić, indagato per i suoi stretti rapporti con il gruppo criminale di Veljko Belivuk, ultras del Partizan di Belgrado, e accusato di molteplici crimini.

I motivi della candidatura

Vidić, che in carriera, oltre che in Inghilterra, ha giocato per la Stella Rossa di Belgrado, lo Spartak Mosca e l’Inter, si è ritirato dal calcio giocato nel gennaio del 2016 e da dirigente sportivo si è candidato alla presidenza della FSS con l’obbiettivo, da lui stesso dichiarato, di “essere una soluzione e non un problema”.

Al momento della candidatura, Vidić si è definito “candidato apolitico” e si è detto pronto a mettere a disposizione della federazione la sua esperienza maturata all’estero con Sir Alex Ferguson e David Gill, ex dirigente dei Red Devils di Manchester e del calcio britannico. Vidić ha dichiarato di voler inserire nella federazione un team di professionisti di alto livello per risolvere le sfide e i problemi che la stessa federazione, e in generale il calcio serbo, devono affrontare.

La sua energia, la carriera che si porta dietro e il programma presentato avevano fin da subito entusiasmato l’ambiente, ma allo stesso tempo avavano spaventato molti dirigenti all’interno della stessa organizzazione.

I legami tra politica e sport

Secondo il giornalista sportivo serbo Milojko Pantić: “Vidić lederebbe gli interessi di qualcuno e ovviamente il primo tra loro è Aleksandar Vučić” il quale teme la fama internazionale del candidato e vuole invece continuare a decidere i dirigenti e le politiche all’interno della FSS tramite il proprio partito politico, il Partito Progressista Serbo (SNS).

Vidić è divenuto così ben presto bersaglio di critiche e diffamazioni, con attacchi arrivati su tutti i fronti, sia sportivo che politico. Intanto , la federazione ha scelto un nuovo candidato da opporgli. La scelta è ricaduta su Dragan Džajić, 76 enne, con noti problemi di salute, anche lui ex calciatore della Stella Rossa negli anni 60′, considerato molto vicino a Vučić. Il motivo di tale legame con l’SNS e con il suo attuale leader è una grazia che Džajić ha ricevuto nel 2012 riguardo ad un processo per appropriazione indebita in cui era coinvolto.

Nelle intenzioni di Vučić alla testa della federazione calcistica ci sarebbe dovuto essere Branislav Nedimović, uomo di partito, ex ministro dell’Agricoltura, anche lui con un passato da calciatore. Tuttavia la sua candidatura è diventata non più sostenibile proprio a causa di Vidić che avrebbe certamente avuto la meglio in sede di elezioni. Džajić, “una delle più grandi leggende del calcio serbo” come è stato definito dallo suo stesso avversario, è quindi da considerare, sempre secondo Pantić, una vera e propria seconda scelta fatta allo scopo di non far eleggere l’ex difensore del Manchester che, a metà febbraio, ha deciso di ritirare la propria candidatura.

Il trionfo della “seconda scelta”

Nel comunicato ufficiale in cui annuncia la sua decisione, Vidić si dice non ottimista sul futuro del calcio serbo, dato che chi ha creato i problemi si è ora assunto la responsabilità di risolvere grandi sfide. “Non volevano ascoltare le mie intenzioni e confrontare la squadra che ho assemblato”, ha dichiarato. Come da programma, dunque, il 14 marzo scorso Dragan Džajić è stato eletto presidente della FSS come unico candidato e senza nessun voto contrario.

Le influenze della politica sullo sport è un fatto provato e conosciuto non solo in Serbia. La politica, nelle parole di Pantić, vuole decidere perfino “chi venderà semi e succhi negli stadi” figuriamoci importanti dirigenti sportivi. Ciò che può differire di volta in volta sono le modalità per influenzare le decisioni e a Belgrado non si sono certo fatti scrupoli per salvaguardare lo status quo all’interno della Federcalcio, anche a costo di andare contro uno dei calciatori serbi piu’ popolari.

Foto: Wikicommons

Chi è Andrea Mercurio

Ho 26 anni, sono laureato in Scienze Politiche, amo scrivere in ogni modo e in ogni forma. Sono appassionato di Storia e Attualità, da qualche anno mi sono interessato in particolare ai Balcani.

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