Ciao 2021 video

CIAO 2021, ecco il video del capodanno russo (con le canzoni originali)

A grande richiesta, pubblichiamo il video di Ciao 2021, lo spettacolo di capodanno russo interamente recitato in italiano, andato in onda questa sera, 1° gennaio,  sul primo canale di stato della TV pubblica russa, 1 Pervyj Kanal. Lo spettacolo, condotto dalla parruccatissima squadra dal celebre comico e showman Ivan Urgant, è la stessa della scorsa edizione – e del suo late night show Evening Urgant – e comprende il biondo (ma in realtà calvissimo) Mitya Khrustaljov, alias Matteo Crustaldi, e il moro Alessandro Guddini, al secolo Aleksandr Gudkov. 

Il copione è lo stesso della scorsa edizione, con cantanti russi che portano in scena adattamenti in italiano delle loro hits, tra quelle di maggiore successo nell’anno appena trascorso. E così, tra caricature dei talk show italici, réclame stile anni Ottanta, e interviste impossibili – come quella a Sergio Brunello, protagonista di uno di quei film sulla mafia che piacciono tanto all’estero e in cui il commissario muore crivellato di colpi come un Michele Placido appassionato di spaghetti – si alternano sul palco artisti come Eldar Giarakhov – Dario Giaracci – con I’m in the moment / In un momento, e Dead Blonde – Bionda Morta – con Il ragazzo con la giardinetta, assurda versione di Boy on nine, con l’indimenticabile refrain “il  mio ragazzo guida una Fiat/ in piena notte in cerca di guai”.

L’orribile videoclip di L’inverno nel cuore, di Mia Michela & Eva Pollini, al secolo My Michelle & Jeva Pol’na, con le sue atmosfere da Last Christmas dei poveri è Winter in the Heart. Manizha porta invece la sua Russian Woman, successo all’Eurovision 2021, il cui testo parla della lotta per l’emancipazione da parte delle donne russe, trasformandosi in Manigi, “Uomo italiano” che mette in scena gli stereotipi del maschilismo latino.

La teoria dei vari giovinetti innamorati, Vanja Dmitrienko (Giovanni Demetrio) e Slava Marlow (Vincenzo Marlini), cantanti da citofono tipici dei nostri tempi, lascia infine spazio a Valerio Leonci, vale a dire Valerij Leontjev, mostro sacro del pop russo, già in attività ai bei tempi sovietici, con Margherita, pezzone romanticone all’Umberto Tozzi.

Alla fine gli auguroni (rigorosamente in russo) di Toto Cutugno, Al Bano e dei Ricchi e Poveri portano lo spettacolo verso Vasco Vaculecci e Gaga Rini  (Basta e Polina Gagarina) che cantano Sanremo / Voce, un pezzo di qualche anno fa, che diventa una ballatona dal ritornello orecchiabilissimo “quando non ci saremo / il festival di Sanremo continuerà”.

Ma quando sembra tutto finito, ecco risuonare la mezzanotte dalla torre del Cremlino e apparire lui, proprio lui, lo zio Vova, il presidente russo Vladimir Putin, con il Colosseo e il tricolore alla spalle, che introduce un’improbabile – e bellissima – L’Italia mia, versione di  Ot Volgi do Yeniseya. Russia e Italia non sono mai state così vicine.

Nella piazza di notte / il mandolino canta.

Buona visione

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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