RUSSIA: Putin contro Soros. Un mandato di cattura internazionale contro il magnate americano?

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Un dispaccio dell’agenzia di stampa italiana Asi dà notizia di un mandato di cattura internazionale emesso dalla Russia nei confronti di George Soros, magnate e filantropo per alcuni, vile speculatore per altri, colpevole di finanziare l’opposizione russa che da settimane manifesta contro Vladimir Putin chiedendo “elezioni trasparenti” e “democrazia”. Soros, tramite la sua fondazione, ha finanziato in passato molti movimenti dell’opposizione in Europa orientale, dalla Rivoluzione arancione ucraina a quella georgiana. Che possa esserci il suo intervento dietro alle manifestazioni anti-putiniane non sarebbe una sorpresa. La notizia diffusa da Agi non ha trovato, da parte di chi scrive, ulteriori conferme in altre agenzie di stampa internazionali. Secondo quanto riportato da Asi il magnate George Soros sarebbe stato intercettato dalle autorità russe mentre stava organizzando, con titoli derivati danesi e lussemburghesi, una manovra di svalutazione sul rublo per riversare finanziamenti alle opposizioni russe.

Tra Putin e Soros le ruggini sono di vecchia data. Nel 2005 Soros definì Putin un “mostro assetato di sangue” e nel 2009 dichiarò – come ripreso dall’agenzia di stampa russa Interfax – che il Cremlino stava cercando di distogliere l’attenzione dai suoi problemi economici con politiche di aggressione nei confronti degli Stati vicini, Ucraina in testa.  Per precisione occorre dire due cose: l’economia russa è il flessione rispetto ai tassi di crescita dei primi anni Duemila ma malgrado la crisi economica globale nel 2011 ha avuto una crescita del Pil del 4% circa; l’azione d’influenza del Cremlino sulla politica ucraina ha portato, nel 2010, alla vittoria di Viktor Janukovy’c alle elezioni presidenziali mettendo così definitivamente fine alla contraddittoria quanto importante esperienza sorta dalla Rivoluzione arancione.

Se la notizia del mandato di cattura russo nei confronti di Soros verrà confermata saremo di fronte all’ultimo atto di una guerra personale tra il magnate americano e l’uomo forte del Cremlino destinata a segnare sviluppi interessanti con l’approssimarsi delle elezioni presidenziali russe del 4 marzo.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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4 commenti

  1. giorni fa al consiglio di sicurezza dell’onu – per la “questione siria” – il ministro per gli affari esteri del qatar intima alla russia di non porre il veto, altrimenti avrebbe perso i paesi arabi… risposta di vitalij churkin (ambasciatore russo al consiglio di sicurezza): non ti rivolgere mai più così alla russia, altrimenti non ci sarà più qualcosa che si chiama qatar!

    ora quest’altra notizia.
    insomma, amo sempre di più questo paese!

  2. Politica contro finanza. Ci vedo uno scontro di civilta’… Huntington aveva colto solo la sovrastruttura, la struttura e’ sempre economica. Anche se non lo fosse il lato economico e’ talmente invadente che si sovrappone e lo diventa.

  3. Indiscrezioni da fonte riservate mi comunicano che il prossimo ministro degli esteri sara’ Ivan Drago.

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