CROAZIA: La coalizione rosso-verde alla conquista di Zagabria

Domenica 16 maggio si sono svolte le elezioni amministrative in Croazia. Un atteso banco di prova dopo le presidenziali del gennaio 2020, vinte un po’ a sorpresa dal socialdemocratico Zoran Milanović, e le politiche del luglio scorso che hanno visto la netta affermazione dell’Unione Democratica Croata (HDZ), partito di centrodestra al governo .

Il primo turno di queste amministrative ha confermato da un lato la tenuta del partito di governo e, ancora più a destra, del Movimento per la Patria dell’ex cantante Miroslav Škoro; dall’altro ha sancito la definitiva crisi del Partito Socialdemocratico (SDP) e soprattutto la schiacciante affermazione a Zagabria della coalizione della sinistra ambientalista Možemo, guidata da Tomislav Tomašević. Un risultato che apre nuovi scenari per il panorama politico croato, con una crescita delle forze alternative ai partiti tradizionali, tanto a sinistra quanto a destra.

“Oggi i cittadini di Zagabria hanno detto ad alta voce sì al cambiamento, hanno detto chiaramente che possiamo essere più trasparenti e migliori”. Queste le parole utilizzate da un Tomašević visibilmente positivo nel suo discorso dopo i risultati ufficiali. Altrettanto soddisfatto Miroslav Škoro che ha parlato di “obiettivo raggiunto” dicendosi pronto ad “affrontare l’assalto della sinistra alla città di Zagabria”.

Compiacimento mostrato anche dal premier e leader dell’HDZ Andrej Plenković che ha sottolineato come il suo partito abbia confermato ancora una volta di essere la “forza politica più forte della Croazia”, nonostante rischi di vincere solo in una delle quattro città più grandi. Silenzio invece dal quartier generale dell’SDP che dovrà adesso affrontare un profondo processo di cambiamento se vuole evitare di essere travolto dall’avanzata della sinistra anche nelle sue tradizionali roccaforti.

La lotta per la capitale

Appena dieci mesi fa, Možemo era stata la vera rivelazione delle elezioni politiche riuscendo a conquistare ben sette seggi in Parlamento. Un risultato significativo soprattutto perché ottenuto da una lista nata dall’unione di alcuni partiti della sinistra con i movimenti civici e ambientalisti che animano le piazze già da diversi anni nella capitale. Una vittoria che viene da lontano, da anni di mobilitazioni su questioni che riguardano il “diritto alla città”, la tutela ambientale, la lotta alla corruzione e quella per i diritti civili.

Proprio a Zagabria si è concretizzato il risultato più clamoroso: al ballottaggio andranno infatti Tomislav Tomašević, leader di Možemo (45,4%), e Miroslav Škoro che con il suo 12,1% ha superato Jelena Pavičić Vukičević (11,1%), erede del sindaco-padrone Milan Bandić. La morte di Bandić nel marzo scorso aveva lasciato un enorme vuoto di potere che né il suo partito BM365 né l’HDZ sono riusciti a colmare in così poco tempo.

A sinistra invece, il candidato dell’SDP Joško Klisović (7,8%) si è visto completamente sovrastare dall’avanzata di Tomašević, che in questi mesi si è dimostrato capace di dare voce alla voglia di cambiamento dei cittadini di Zagabria dopo due decenni di corruzione, clientele e processi di riqualificazione urbana molto contestati.

A questo punto la vittoria di Tomašević, salvo improbabili sorprese, appare scontata grazie anche al sostegno ricevuto a risultati non ancora definitivi da parte di Klisović che ha invitato i suoi sostenitori a votare per il leader di Možemo al secondo turno.

Particolarmente significativo anche il risultato delle singole liste. Možemo è passato dal 7,6% del 2017 all’attuale 40,5%. Un dato che dovrebbe garantire una maggioranza solida con 23 consiglieri cui si aggiungerebbero i 5 dell’SDP, per un totale di 28 seggi su 51.

Percorso diametralmente opposto quello compiuto invece dall’SDP, sceso dal 20,7% all’8,9%. Forte calo anche per BM365 che, privato del suo leader, ha visto crollare i consensi dal 23% al 9,4%. Variazione minima per l’HDZ (11,3%) che però, rispetto a quattro anni fa (11,9%), si presentava in coalizione con altri due partiti.

I risultati nelle altre città

Sorprese anche a Spalato, seconda città del paese, dove al ballottaggio si sfideranno Ivica Puljak, leader di una lista centrista, e Vice Mihanović dell’HDZ. Fuori dalla competizione l’ex sindaco, Željko Kerum, che già quattro anni fa perse al ballottaggio. Appena quarto, in linea rispetto al 2017, il candidato dell’SDP Ante Franić. Sesto posto per Jakov Prkić di Možemo.

A Rijeka (Fiume), roccaforte dei socialdemocratici, Marko Filipović (SDP) è ampiamente in vantaggio sul suo rivale Davor Štimac, a guida di una lista civica. Fuori dai giochi il candidato del centrodestra Josip Ostrogović.

Conferme invece nell’altra città-simbolo della Dalmazia, Dubrovnik. Qui a sfidarsi tra due settimane saranno il sindaco uscente Mato Franković (HDZ) e Pero Vićan (Assemblea Democratica di Dubrovnik, DDS).

Derby tutto interno alla destra a Osijek, dove si sfideranno Ivan Radić (HDZ) e Berislav Mlinarević (DP e Most), e a Vukovar, dove Nikola Mažar (HDZ) proverà a interrompere il dominio di Ivan Penava, sindaco dal 2014 per l’HDZ e ora candidato di due partiti minori ma ampiamente in vantaggio al primo turno.

Per quanto riguarda il voto delle regioni, o contee (županije), l’HDZ ne ottiene quattro già al primo turno mentre è in vantaggio in altre otto, tra cui Zagabria, Zara, Spalato e Dubrovnik. L’SDP ne vince solo una ed è in vantaggio in un’altra. Nel 2017 i due principali partiti governavano rispettivamente dodici e due contee.

Immagine: Zagreb je Naš!

Chi è Marco Siragusa

Nato a Palermo nel 1989, ha svolto un dottorato all'Università di Napoli "L'Orientale" con un progetto sulla transizione serba dalla fine della Jugoslavia socialista al processo di adesione all'UE.

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