ROMANIA: La guerra dei tulipani. L'immaturità di Bucarest

di Grigore Cartianu

da Adevarul

In risposta all’opposizione dell’Aia al suo ingresso nell’area Schengen, Bucarest ha inasprito i controlli sull’importazione dei fiori olandesi. Una reazione che denota poca maturità in campo diplomatico.

Tutto è cominciato il 16 settembre, quando i Paesi Bassi si sono opposti fermamente all’ingresso della Romania nello spazio Schengen. Ostentando palesemente la propria opposizione, gli olandesi non ci hanno soltanto tagliato fuori, ci hanno sbattuto la porta in faccia.  

Secondo gli analisti la Romania rispetta la maggior parte dei criteri tecnici fissati dall’Ue per l’ingresso nello spazio Schengen. Il paese ha investito parecchi miliardi di euro, ma siamo stati messi nello stesso fascio della Bulgaria e costretti ad aspettare che anche i nostri vicini raggiungano un livello accettabile.  

Dopo aver passato settimane a sognare, aver comprato un abito nuovo e aver lucidato le scarpe, restare davanti a una porta chiusa è frustrante. Prima di uscire abbiamo svuotato il conto in banca, ci siamo messi un po’ di profumo francese e abbiamo comprato il più costoso mazzo di fiori (naturalmente olandesi). Siamo arrivati, abbiamo suonato alla porta e abbiamo detto “buongiorno, signora”. Ma sulla porta è apparsa una matrona irritata che ci ha sbattuto i fiori in faccia perché puzzavamo di formaggio.

La domanda è semplice: come comportarsi in una situazione del genere? Invitare la dama a ballare o andarsene via e la prossima volta non dimenticare di evitare il formaggio? O forse dobbiamo prendere una fionda e spaccare i vetri della megera?

Sembra che in preda alla frustrazione abbiamo optato per la fionda. Tutti quegli arresti sono dunque stati inutili? [All’inizio di febbraio la Direzione nazionale anti-corruzione (Dna) ha arrestato 140 agenti doganali accusati di corruzione]. Non è servito a niente perseguire i colpevoli per far vedere agli stranieri quanto siamo decisi a sgominare la corruzione nelle dogane?

Gli olandesi non vogliono farci entrare nello spazio Schengen, e noi ci siamo ricordati che anche loro hanno le loro pecche. Non sono contenti dei nostri controlli alle frontiere? E noi gli facciamo vedere cos’è la vigilanza!

Certo, potrebbe essere soltanto una coincidenza. Ma fino a questo momento non ci eravamo mai preoccupati dei bulbi dei tulipani olandesi. Hanno forse una forma sospetta? O magari ospitano un batterio killer in grado di decimare la nostra popolazione? Per adesso cerchiamo il batterio e non l’abbiamo trovato, ma non ci arrendiamo. E nell’attesa abbiamo eliminato i Paesi Bassi dallo spazio Schengen dei tulipani. La prossima volta forse saremo più compresivi. Sempre che loro facciano finalmente il loro dovere.

(traduzione di Andrea Sparacino, fonte PressEurope)

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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