di Silvia Biasutti
Quando la Romania varcò il club dell’Unione Europea nel 2007 non avrebbe forse immaginato un calvario come quello che sta attraversando negli ultimi mesi per completare il suo status europeo: rispettare i parametri previsti dall’acquis di Schengen e abolire così i controlli alle frontiere.
Dopo il primo “no” arrivato all’inizio del 2011, la Romania ha dovuto rimboccarsi le maniche per dimostrare al Consiglio Europeo il suo impegno nel vigilare le frontiere contro l’immigrazione clandestina e a combattere la corruzione. E’ previsto infatti dal trattato di Schengen che i Paesi membri dell’UE debbano dimostrare di avere un sistema giudiziario efficiente in grado di garantire la sicurezza dei confini.
Secondo le scadenze stabilite dal Consiglio Europeo, la Romania avrebbe festeggiato l’ingresso nell’area di libera circolazione con i primi venti d’autunno. L’impasse istituzionale si è risolta con un nulla di fatto, che ha visto in prima linea Paesi come l’Olanda e la Finlandia opporsi strenuamente al via libera previsto per ottobre 2011.
Complice la crisi economica che imperversa nella UE e il trionfo delle fazioni di estrema destra nelle recenti elezioni in Olanda e Finlandia, la Romania è costretta a incassare un altro dietro front. Intanto, in concomitanza con l’amara notizia, viene arrestato Vasile Avram, presidente della federazione arbitri con l’accusa di corruzione, in pieno di clima di Calciopoli alla rumena, notizia che avrebbe rafforzato l’idea di un’immaturità del Paese per la sigla del Trattato di Schengen.
L’ingresso è rinviato a data da destinarsi, così come perla Bulgaria, che annovera tra i suoi confini quello scottante con la Turchia. Intanto 43,9 mln di dollari sono stati stanziati dall’UE per rafforzare i controlli sulle sponde del Mediterraneo meridionale da parte dell’agenzia Frontex. L’entusiasmo europeista dei primi tempi sta forse diventando più tiepido nel Paese guidato da Traian Băsescu?
Guardate, mi dispiace dirlo ma era una reazione prevedibile. Il governo Romeno non ha fatto nulla sul fronte della corruzione a parte qualche operazione di facciata, tanto per buttare un po’ di sabbia negli occhi del Occidente. In Romania, come in Italia, la lotta alla corruzione viene fatta con slogan e qualche arresto di pesciolini insignificanti. In Romania, come in Italia, i grandi corrotti siedono al governo oppure in parlamento e dunque non conviene. Si spera che questa decisione darà una scossa al governo Romeno per fare quello che doveva fare da tempo.
La Comunita applica la politica del piu forte. Siccome la Romania e la Bulgaria sono tra i paesi ultimi arrivati bisogna farli penare. Secondo la logica della corruzione bisognerebbe espellere l Italia da Schengen.
Smettiamola e facciamo entrare la Romania e la Bulgaria che ne hanno pieno diritto tanto quanto l Olanda o altri paesi