CROAZIA: La caduta di Luka Modrić, il “bancomat” di Zdravko Mamić

Il suo talento è scintillato nella finale di Champions League vinta dal Real Madrid contro la Juventus solo settimane fa. Allora nessuno poteva prevedere la caduta nel fango dell’immagine di Luka Modrić agli occhi dei tifosi croati. Il centrocampista è accusato di spergiuro dopo aver ritrattato una testimonianza data durante il processo a Zdravko Mamić, l’ex direttore esecutivo della Dinamo Zagabria e l’uomo più odiato nel calcio croato.

Di Zdravko Mamić su queste colonne si è già parlato a più riprese: le frequenti proteste avvenute in occasione di gare della nazionale (compreso il lancio di fumogeni in campo a San Siro e durante l’Europeo di Francia) sono sempre state legate alla sua figura e al suo processo per appropriazione indebita di capitali. Per diverso tempo perfino i supporter della Dinamo Zagabria hanno disertato lo stadio per protestare contro la figura del dirigente della loro squadra: il ritorno sugli spalti dei Bad Blue Boys era avvenuto in una gara contro la Juventus durante il girone di Champions League lo scorso autunno.

Mamić è indagato dall’USKOK, l’autorità anticorruzione croata, insieme al fratello Zoran e all’ex amministratore delegato del club Damir Vrbanović (attualmente direttore esecutivo della federcalcio croata) con accuse di corruzione, evasione fiscale e appropriazione indebita dalle casse della Dinamo Zagabria per un totale di circa 40 milioni di euro.

Mamić, secondo le accuse, avrebbe utilizzato il suo enorme potere e l’agenzia di procura sportiva del figlio Mario (ASA International) per dirottare verso i propri conti i proventi delle remunerative cessioni di talenti come Eduardo, Luka Modrić e Dejan Lovren a grandi squadre europee. La figura di Mamić è invisa a gran parte dei tifosi della Dinamo, dei rivali dell’Hajduk Spalato e della nazionale croata, per cui il presidente sarebbe l’uomo più influente del calcio croato. Il processo a suo carico non si tiene a Zagabria, ma a Osijek, per via dei legami di Mamić con alcuni giudici della capitale.

Nello specifico Luka Modrić è finito nell’occhio del ciclone per una dichiarazione resa al tribunale il 13 giugno, in cui ha dichiarato di aver firmato un allegato al suo contratto nel luglio 2004, accettando di dividere a metà con i Mamić le sue quote di ingaggio in caso di trasferimento dalla Dinamo Zagabria. Secondo l’avvocato dell’accusa Tonči Petković, nel 2015 il giocatore aveva testimoniato di aver firmato l’allegato nel 2008, quando era già stato trasferito al Tottenham Hotspur.

Il giocatore, secondo quanto riporta Mark Baber su Inside World Football, si sarebbe difeso dicendo di riferirsi a un contratto personale con Mamić relativo alla divisione della quota di trasferimento. L’ufficio dell’avvocatura di stato ha dunque annunciato di aver aperto un’investigazione «per l’esistenza di un ragionevole dubbio che, dando testimonianza di fronte alla corte regionale di Osijek, [Modrić] ha commesso un crimine contro la giustizia di falsa testimonianza».

La notizia della testimonianza ritrattata da Modrić ha infuriato i tifosi croati, come ha spiegato sull’Independent Aleksandar Holiga, in un articolo intitolato Come Luka Modrić è diventato il nemico pubblico numero 2 in Croazia. Il calciatore era già stato soprannominato in passato “Il bancomat di Mamić” per via del racconto secondo cui l’ex direttore esecutivo della Dinamo Zagabria avrebbe accompagnato personalmente Modrić in banca a prelevare la sua quota di trasferimento per effettuare la spartizione in contanti. Ora in molti chiedono che gli sia tolta la fascia di capitano della nazionale.

Holiga riporta che alcuni tifosi dell’Hajduk Spalato avrebbero intonato il coro «Luka Modrić, piccola merda» a un evento sociale, mentre diversi messaggi contro il calciatore sono comparsi in diverse città. A Mostar, città dove Modrić aveva giocato nelle file dello Zrinjski, gli insulti sono arrivati a un murales che ritraeva il giocatore con la maglia della squadra. A Zara è invece comparsa la scritta «Luka, ti ricorderai di questo un giorno» sulle mura dell’Hotel Iz, dove la famiglia del giocatore era rifugiata durante le guerre jugoslave.

In un’editoriale su Baraž intitolato Una nazione sotto tradimento, Juraj Vrdoljak ha commentato: «Il ruolo [di Modrić e del suo ex compagno di squadra Dejan Lovren] come testimoni chiave era visto da una grande quantità di tifosi in Croazia come la cosa più importante che avessero mai fatto, perfino più grande di quelle sul campo, perfino vestendo la “sacra” maglia a scacchi [della nazionale]. Quante volte Luka Modrić ha messo in mostra la sua magia calcistica, trovando coraggiosamente la via di fuga da sfide apparentemente impossibili: questa era l’unica situazione in cui non sarebbe dovuto inciampare. Eppure l’ha fatto».

Foto: Luka Modrić (Facebook

Chi è Damiano Benzoni

Giornalista pubblicista, è caporedattore della pagina sportiva di East Journal. Gestisce Dinamo Babel, blog su temi di sport e politica, e partecipa al progetto di informazione sportiva Collettivo Zaire74. Ha collaborato con Il Giorno, Avvenire, Kosovo 2.0, When Saturday Comes, Radio 24, Radio Flash Torino e Futbolgrad. Laureato in Scienze Politiche con una tesi sulla democratizzazione romena, ha studiato tra Milano, Roma e Bucarest. Nato nel 1985 in provincia di Como, dove risiede, parla inglese e romeno. Ex rugbista.

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