Tramite decreto presidenziale, Vladimir Putin ha conferito alla Guardia Nazionale (GN) la possibilità, in circostanze eccezionali, di assumere il comando di unità dell’esercito. La notizia ha destato preoccupazione entro buona parte del pubblico russo, il quale ha intravisto dietro simile manovra lo spettro di un’ulteriore stretta autoritaria sul Paese. Smentita dai lealisti del Cremlino, tale ipotesi non pare però peregrina in un periodo colmo di ansie ed instabilità sociali.
La GN fu stabilita nell’aprile 2016 come corpo federale indipendente finalizzato a contrastare crimine organizzato e terroristi – qualsiasi cosa questa parola voglia dire nel vocabolario russo -, nonché mantenere l’ordine pubblico in caso di sollevazioni di massa. Forte di circa 190000 unità (non 400000, come molti affermano), nell’ultimo anno la GN ha visto ampliarsi le proprie responsabilità e prerogative, ad esempio potendo assumere il controllo dei social media in caso di pericolo per la sicurezza nazionale.
Per propria costituzione, la GN non fa capo né al Ministero della Difesa, né al Ministero dell’Interno, al pari dei quali detiene un seggio al Consiglio di Sicurezza. All’indipendenza de jure va poi aggiunta quella de facto garantita dal rapporto personale che lega Putin e Viktor Zolotov, oggi comandante della GN, ieri guardia del corpo del suddetto. In breve, la GN non fa capo che al Presidente stesso.
La creazione di tale corpo è l’esito di una discussione di lungo periodo che è riemersa periodicamente, seguendo il flusso della maggiore o minore stabilità politica interna. Già Eltsin ventilò l’idea durante il proprio mandato, vedendo nella GN un’ultima garanzia (armata) di sopravvivenza al vertice di in un sistema politico che lo vedeva privo di una solida base di legittimità. Putin stesso si lasciò poi tentare dalla possibilità già nel 2012, quando i presunti brogli nelle elezioni parlamentari di quell’anno fomentarono consistenti proteste.
Le caratteristiche ed il contesto della creazione della GN hanno fatto sì che molti la assimilassero all’NKVD o addirittura, andando ancora più addietro nella storia, agli Oprichniki di Ivan il Terribile. Nonostante il primo riferimento sembri essere stato ripreso, in qualche modo orgogliosamente, da esponenti della stessa GN per galvanizzare il proprio ruolo, si può escludere la validità di entrambe le analogie. La GN rimane infatti subordinata alla legge e non può quindi farsi esecutrice di catture e sentenze in modo autonomo; parimenti, è del tutto improbabile che i suoi membri spadroneggino per la Russia, del tutto impuniti, depredando città e violentando donne, come gli Oprichniki erano soliti fare.
Ciò nondimeno, è legittimo chiedersi perché la GN sia stata creata e, ad oggi, potenziata. Certamente questo corpo si pone a baluardo della carica presidenziale, facendogli scudo in caso di sconvolgimenti socio-politici dal basso che possano minarne la posizione. In questo senso, si qualifica quasi come un’estensione del potere di Putin che, bypassando eventuali resistenze ministeriali, possa idealmente permettergli una via di uscita violenta dal cosiddetto civil unrest.
Una rivoluzione colorata in Russia è oggi impensabile, ma come si può intendere dalla lettura delle Strategie di Sicurezza Nazionale e Dottrine Militari, il timore dell’instabilità interna è ben radicato nella politica russa. Ciò rende la GN utile, se non nella pratica, anche soltanto come strumento per mantenere viva la paura che il Paese possa degenerare nel caos, così legittimando lo status quo.
Questo articolo é frutto della collaborazione con MAiA Mirees Alumni International Association ed é pubblicato anche su PECOB, Università di Bologna.