ALBANIA: Domenica si vota. Verso una grande coalizione?

In Albania sono gli ultimi giorni di campagna elettorale in vista delle elezioni politiche, previste per domenica 25 giugno. Il premier socialista Edi Rama sta sfidando a colpi di nuove promesse su crescita interna, welfare e riforma della giustizia il leader di centrodestra Lulzim Basha, ma anche l’ex alleato di governo, il Movimento Socialista per l’Integrazione (LSI), guidato attualmente da Petrit Vasili.

In realtà, la vera “guerra” elettorale è proprio tra Rama e il fondatore di LSI, Ilir Meta, appena eletto presidente delle Repubblica. Nonostante questo nuovo ruolo, Meta è impegnato in una campagna aggressiva per il suo partito, che soffre una evidente mancanza di leader in grado di prendere il suo posto. Meta accusa Rama di tradimento, dopo l’accordo raggiunto con l’opposizione la notte del 17 maggio, che ha posto fine ad una lunga crisi politica dalle imprevedibili conseguenze.

Nel complesso, i vari sondaggi pubblicati negli ultimi giorni, sia pur tra qualche polemica, confermano tutti una forte crescita del Partito Socialista, dato intorno al 48-50% tra quelli che esprimono la loro indicazione di voto (che però sarebbero in netto calo), e una crescita molto contenuta di LSI rispetto alle scorse elezioni parlamentari, attestandolo tra il 7% e il 13% a seconda dei sondaggisti. Il Partito Democratico, invece, viene indicato a volte in leggera ripresa a volte in netto calo, anche a seconda del periodo della rilevazione, con una media che lo attesta al 37%.

Il vero tema della campagna elettorale, però, sembra essere l’ipotesi di una grande coalizione tra socialisti e democratici; secondo i partiti più piccoli, le due forze storicamente rivali si sarebbero già accordate per governare assieme per le riforme volute dall’Unione Europea. Una tesi sostenuta da diversi giornalisti locali, che parlano apertamente di un accordo segreto tra Rama e Basha per governare dopo le elezioni. Un segnale che va in questa direzione, si sostiene, è la decisione di Basha di far fuori quasi tutti i big del partito, il che potrebbe garantirgli mano libera per un accordo di massima con i socialisti. Quel che è certo al momento è che se il Partito Socialista non dovesse raggiungere i 71 mandati parlamentari da solo, si troverebbe costretto a fare la maggioranza con una coalizione, che sia con il PD o con LSI.

Qualcosa di strano, in effetti, c’è. Il clima della campagna elettorale questa volta è particolarmente moderato. I leader dei due grandi partiti non si attaccano tra di loro, ma parlano di un momento particolare del paese che vuole un’unione delle forze per le riforme. L’obiettivo dichiarato è dare vita ad una “nuova repubblica” per il centrodestra o una “nuova epoca” per i socialisti: cosa c’è dietro queste promesse si saprà solo dopo il voto di domenica.

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