L’EPOPEA DELL’ASIA CENTRALE: I Mongoli e Tamerlano

Oggigiorno, siamo abituati a pensare a Turchi e Mongoli come a due popoli diversi, posti ai due estremi della regione eurasiatica, e con caratteristiche sociali, politiche e culturali molto differenti. In realtà, entrambi i popoli sono nati nella stessa regione ed originariamente, a parte la lingua, presentavano numerosissime affinità, tra le quali lo stile di vita nomadico, il sistema di potere basato sui Khan e la religione (chiamata Tengrismo). Durante il Medioevo però i due popoli iniziarono lentamente a differenziarsi ed i Turchi, a causa dell’influsso dei vicini popoli persiani, si convertirono all’Islam e costruirono degli stati via via sempre più centralizzati. Al contrario, i Mongoli conservarono le caratteristiche originarie e continuarono ad essere riuniti in una serie di confederazioni tribali, spesso in lotta tra loro. All’inizio del XIII secolo, tuttavia, il panorama politico mongolo venne profondamente modificato da un capotribù chiamato Temugin, che in breve tempo riunì tutte le tribù mongole sotto il suo comando. Il suo potere crebbe a tal punto che nel 1206 Temugin venne proclamato Khagan (ovvero imperatore) del Grande Stato mongolo, prendendo il nome, passato poi alla storia, di Gengis Khan. Il nuovo Stato iniziò subito ad allargare i propri confini, ed in appena 11 anni gli eserciti mongoli, grazie alla loro velocità, disciplina ed organizzazione, crearono un vastissimo impero che si estendeva dall’oceano fino al Mar Caspio. Tra i primi a farne le spese ci furono le popolazioni dell’Asia centrale, che in solo cinque anni, dal 2016 al 1221, subirono una devastante invasione da parte delle orde mongole, che rovesciarono il Khanato di Kara Khitay prima e successivamente l’Impero corasmio. Oltre che rapida, la conquista mongola fu estremamente brutale, e grandi e potenti città come Samarcanda, Merv ed Urgench, vennero distrutte mentre i loro abitanti vennero massacrati.

Il dominio mongolo tuttavia non durò a lungo, e già dopo il 1259 l’impero iniziò a frammentarsi in una serie di stati. L’Asia centrale si ritrovò nuovamente divisa in tre grandi imperi: a nord, il Khanato dell’Orda d’Oro, che si estendeva dal Lago d’Aral fino alle steppe a Sud di Mosca; al centro, il Khanato Chagatai, che riuniva tutte le grandi città dell’Asia centrale; ed infine a sud l’Ilkhanato, che andava dall’odierno Turkmenistan fino all’Anatolia.

Nonostante la brutalità dell’invasione, i nuovi conquistatori seppero imporre pace e stabilità alla regione, grazie alle quali poterono riprendere i commerci ed i contatti tra Cina ed Europa lungo la Via della Seta, danneggiati dai precedenti conflitti. Fu proprio grazie alla Pax Mongolica che Marco Polo riuscì a compiere i suoi viaggi che lo portarono attraverso l’Asia centrale fino alla Cina. Allo steso tempo, l’efficiente e rapido sistema di comunicazione mongolo favorì la diffusione della peste bubbonica, malattia endemica dell’Asia centrale, che si propagò rapidamente alla Cina ed all’Europa. Come i loro predecessori, anche i Mongoli subirono l’influenza della cultura araba e persiana, e ben presto le classi dirigenti di questi tre imperi si convertirono all’Islam, anche nel tentativo di avvicinare a sé la maggior parte della popolazione. Queste misure tuttavia si rivelarono insufficienti, ed i tre imperi mongoli entrarono nell’arco di un secolo in una fase di acuta crisi politica. Mentre l’Orda d’Oro mostrò maggiore stabilità e riuscì a resistere fino al 1480, il Khanato Chagatai e l’Ilkhanato crollarono a metà del XIV secolo, dividendosi in una miriade di piccoli potentati locali. Ad approfittare di questo clima di confusione fu Tamerlano, l’ultimo grande conquistatore nomade.

Tamerlano (storpiatura italiana di Temur-i Lang, ovvero Temur lo zoppo) apparteneva alla tribù turco-mongola dei Barlas, stanziati in Transoxiana (corrispondente all’odierno Uzbekistan), una tribù umile che tuttavia si vantava di discendere dal clan imperiale di Gengis Khan. Grazie ad una politica accorta ed alle rivalità tra le tribù vicine, Tamerlano in breve tempo conquistò l’intera Transoxiana, di cui si proclamò emiro nel 1370. Per i successivi trentacinque anni, Tamerlano condusse una serie di spietate e vittoriose campagne militari, costruendo un impero esteso dall’Anatolia fino all’India. Capitale dell’immenso impero era Samarcanda, città che Tamerlano adornò con meravigliose opere d’arte, molte delle quali sono tutt’oggi visibili. Alla morte del grande conquistatore, avvenuta nel 1405, il suo impero decadde rapidamente, ed in pochi decenni perse tutte le province persiane e mesopotamiche. Il dominio dei Timuridi fu confinato all’Asia centrale, dove riuscirono a resistere fino al XVI secolo, quando vennero scalzati da un altro popolo nomade di origine turca, gli Uzbechi.

Umberto Guzzardi

Chi è Umberto Guzzardi

Nato a Novara nel 1991, appassionato di geopolitica, relazioni internazionali, storia antica e moderna, ha conseguito la laurea magistrale in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l'Alma Mater Studiorum Università di Bologna sede di Forlì. Ha trascorso vari periodi di studio all'estero, tra cui uno in Lituania ed un altro a Buenos Aires, per la scrittura della tesi magistrale. Atualmente è Ricercatore presso Wikistrat, e collabora anche con il Caffè geopolitico, dove si occupa di America latina e Sud-est asiatico.

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