È ufficiale: Binali Yıldırım, ministro dei Trasporti nel governo del premier dimissionario Davutoğlu, è il nuovo leader dell’Akp. Il Congresso del partito “Giustizia e Sviluppo”, riunito in seduta straordinaria, lo ha incoronato ieri – domenica 22 maggio – all’unanimità con 1405 voti.
Subito dopo la nomina ufficiale, da cui discende l’investitura di primo ministro, Yıldırım ha preso la parola e ha promesso che si impegnerà per la modifica della Costituzione in senso presidenziale. «La confusione deve finire: quello che dobbiamo fare oggi è formalizzare la situazione attuale e trasformare la Turchia in una repubblica presidenziale».
Già giovedì era stato indicato dal portavoce dell’Akp, Omer Celik, come unico candidato alla successione di Ahmet Davutoğlu. Il suo nome era emerso da una consultazione tra circa 800 membri chiave del partito, all’interno di una rosa che comprendeva gli uomini più fedeli al presidente.
Chi è Yıldırım, il nuovo leader dell’Akp
Proveniente da una famiglia di origini modeste, Binali Yıldırım, 60 anni, è da decenni un fedele alleato del presidente. Direttore generale dell’amministrazione del trasporto marittimo di Istanbul proprio quando Erdoğan era sindaco della città negli anni ’90, entra in politica nel 2001, come cofondatore del partito “Giustizia e Sviluppo”. Più volte eletto ministro dei trasporti, rimane in carica dal 2002 al 2014, quando si candida come sindaco di Smirne. Sconfitto alle elezioni, rimane fuori dal Parlamento turco fino al nuovo incarico nell’esecutivo Davutoğlu.
In un breve discorso, giovedì scorso, Yıldırım ha indicato quali priorità del suo programma la lotta al terrorismo (jihadisti dell’Isis e curdi del Pkk), l’impegno per l’adesione all’Ue e la riforma costituzionale in chiave presidenziale.
Le dimissioni di Ahmet Davutoglu
Yıldırım succede ad Ahmet Davutoğlu che, il 4 maggio scorso, aveva rassegnato le sue dimissioni «non per scelta, ma per necessità». L’ex premier era infatti stato costretto a rinunciare al suo incarico per divergenze insanabili – in politica estera e interna – con il presidente Erdoğan.
Diventato primo ministro nell’agosto del 2014, dopo l’elezione di Erdoğan alla presidenza turca, Davutoğlu ha lasciato intendere di non poter più governare in maniera autonoma, come garantisce la Costituzione. In Turchia, infatti, la svolta autoritaria di Erdoğan si fa sempre più evidente. Il premier deve essere totalmente allineato; non a caso Yıldırım ha subito dichiarato che «lavorerà in armonia con le direttive dell’Akp e del presidente».
Foto: @Akparti