CALCIO: Dalla guerra di Ossezia all’Europa. La storia del FC Tskhinvali

C’è una squadra, militante nel massimo campionato di calcio georgiano, che rappresenta il simbolo di un conflitto irrisolto. Si tratta di una squadra in esilio che ha più volte dovuto fare i conti con la guerra, dalla quale ha sempre dovuto scappare, cercando ospitalità in giro per un paese che ha finito per adottarla, come dimostra il soprannome assegnatole, Kartvelebi, che vuol dire appunto “georgiani”. Questa squadra è il FC Tskhinvali, rappresentante della città capoluogo dell’Ossezia del Sud, attualmente controllata dalle milizie separatiste della Repubblica de facto sud-osseta, staccatasi dalla Georgia all’inizio degli anni ’90. Un caso che ricorda da vicino quello del Qarabağ Ağdam, la squadra del Nagorno-Karabakh che ha vinto due volte il campionato azero giocando in esilio dalla propria città, rasa al suolo durante la guerra con l’Armenia.

La squadra nasce nel 1936 come Spartak Tskhinvali, quando la Georgia fa ancora parte dell’Unione Sovietica e l’Ossezia del Sud costituisce un’oblast’ autonoma all’interno della RSS Georgiana. Durante tutto il periodo sovietico lo Spartak Tskhinvali milita nel campionato regionale della RSS Georgiana, centrando il suo primo successo nel 1987, anno in cui si aggiudica la Coppa di Georgia (Sakartvelos Tasi). Nel 1989, a due anni dal successo in coppa, quando ormai l’Unione Sovietica è prossima al collasso e la dichiarazione d’indipendenza della Georgia appare imminente, si disputa l’ultima edizione della lega della RSS Georgiana, che viene sostituita l’anno successivo dalla nuova Umaglesi Liga, il campionato nazionale georgiano.

Lo Spartak Tskhinvali però, non riesce a prendere parte alla prima edizione di Umaglesi Liga, a causa della situazione di crescente instabilità venutasi a creare nel capoluogo osseto. A partire dal 1989 infatti, in tutta l’Ossezia del Sud si scatenano forti proteste contro le politiche nazionaliste di Zviad Gamsakhurdia, che l’anno successivo viene eletto presidente del Consiglio Supremo della Georgia, spingendo il parlamento di Tbilisi a sciogliere l’oblast’ autonoma osseta privando questa minoranza di diversi diritti, facendo così scoppiare violenti scontri in tutta la regione. Il 5 gennaio 1991, con l’esercito georgiano che entra a Tskhinvali, ha inizio la Prima guerra in Ossezia del Sud.

Dopo un anno e mezzo di combattimenti gli osseti conquistano il controllo dei due terzi della regione, compresa la città di Tskhinvali, instaurandovi una repubblica de facto indipendente ma non riconosciuta dalla comunità internazionale. Piano piano, nei primi anni Duemila, in Ossezia del Sud si torna ancora a parlare di calcio. Sulle ceneri del vecchio Spartak Tskhinvali viene fondata una nuova squadra, il FC Spartak Tskhinvali, la cui sede viene spostata dal capoluogo sud-osseto al vicino villaggio di Kurta, compreso in quella piccola parte di Ossezia del Sud rimasta sotto il controllo dell’esercito georgiano. Dopo avere ottenuto l’iscrizione alla Pirveli Liga, il secondo livello del campionato georgiano, il FC Spartak Tskhinvali al termine della stagione 2004-05 riesce a conquistare la promozione in Umaglesi Liga.

In occasione della promozione nella massima serie il club decide di spostare la propria sede sociale dal villaggio di Kurta alla città di Gori, famosa per aver dato i natali a Stalin, giocando le proprie partite interne allo stadio Tengiz Burjanadze. Dopo un paio di stagioni che vedono la squadra di Tskhinvali lottare per la salvezza nella parte bassa della classifica (ad eccezione della stagione 2006/07, nella quale la squadra rinuncia a prendere parte al campionato), nel 2008 in Ossezia del Sud torna lo spettro della guerra. L’8 agosto 2008, nel giorno dell’inaugurazione della XXIX edizione dei Giochi Olimpici di Pechino, con l’esercito georgiano che bombarda e occupa Tskhinvali, prende il via la Seconda guerra in Ossezia del Sud.

Il conflitto, rinominato “guerra dei cinque giorni”, a causa all’intervento russo costa alla Georgia la perdita dell’intera regione, che insieme all’Abkhazia viene riconosciuta proprio da Mosca come repubblica indipendente. Nonostante la guerra d’agosto, il campionato 2008-09 viene regolarmente organizzato. Il FC Spartak Tskhinvali cambia ancora una volta la propria sede sociale, spostandosi da Gori, bombardata dall’aviazione russa e occupata dalle truppe di Mosca nel corso della guerra, alla capitale Tbilisi. Qui la squadra disputa le proprie partire casalinghe all’interno del complesso dedicato a Mikheil Meskhi, ex ala della Dinamo Tbilisi e della nazionale sovietica, in un piccolo campo situato di fianco allo stadio principale utilizzato per ospitare le partite della nazionale georgiana.

A partire dal 2008, sotto la presidenza di Murtaz Shelia, ex calciatore di Dinamo Tbilisi, Alania Vladikavkaz e Manchester City, il FC Spartak Tskhinvali milita quasi ininterrottamente in Umaglesi Liga, fatta eccezione per la breve parentesi in Pirveli Liga nella stagione 2012/13, lottando sempre per la salvezza. La svolta decisiva arriva all’inizio della stagione 2014/15: la squadra viene rilevata da Dmitry Sanakoyev, ex primo ministro dell’Ossezia del Sud passato successivamente dalla parte di Tbilisi, per cui attualmente ricopre il ruolo di presidente dell’Amministrazione provvisoria dell’Ossezia del Sud, una sorta di “governo ombra” riconosciuto dalla Georgia, alternativo a quello autoproclamato di Tskhinvali. Insieme a Sanakoyev entra nel club anche Giorgi Kinkladze, ex calciatore con un passato nel Manchester City, nel ruolo di direttore tecnico, mentre alla guida della squadra viene confermato l’allenatore Kakha Kacharava.

La stagione 2014/15 inizia positivamente, con la squadra che chiude il girone d’andata al quarto posto in classifica con 24 punti, a sole cinque lunghezze dalla capolista Dinamo Tbilisi. Le prestazioni convincenti di inizio stagione creano grande entusiasmo all’interno della società e tra i tifosi, che iniziano a sognare un posto in Europa; così, a gennaio, nel bel mezzo della sosta invernale, alla dirigenza viene un’idea. Sanakoyev, sotto suggerimento dello stesso governo georgiano, decide di cambiare il nome della squadra, che viene semplificato in FC Tskhinvali, eliminando il termine “Spartak” di sovietica memoria: si tratta di una mossa politica, ideata per rimarcare l’identità georgiana della squadra in vista proprio di una possibile qualificazione in Europa. In caso di qualificazione del club ad una delle coppe europee, in questo modo, l’UEFA avrebbe associato il nome e la città di Tskhinvali alla Georgia. Oltre al nome cambia anche il logo, con il leopardo simbolo dell’Ossezia che viene affiancato da una bandiera georgiana sullo sfondo.

Nel girone di ritorno il FC Tskhinvali conferma quanto di buono mostrato nella prima parte di stagione, ottenendo alla fine del campionato il quarto posto in classifica; miglior piazzamento di sempre in Umaglesi Liga. Grazie alla vittoria della Dinamo Tbilisi sul Samt’redia nella finale della Coppa di Georgia, con la Dinamo già in Europa in virtù del terzo posto in campionato, l’ultimo posto disponibile per partecipare alle coppe europee anziché alla vincitrice della coppa nazionale viene assegnato alla quarta classificata in campionato, ovvero il FC Tskhinvali, che si qualifica così ai preliminari di Europa League.

Dall’urna di Nyon il FC Tskhinvali pesca i romeni del FC Botoşani, anch’essi alla prima esperienza europea, classificatisi ottavi nella Liga I 2014-15 (il campionato romeno) ma ripescati clamorosamente in Europa League grazie all’esclusione del CFR Cluj per vecchi debiti non saldati e alla mancata concessione delle licenze UEFA a Petrolul Ploieşti, Universitatea Craiova e Dinamo Bucarest. Nella gara d’andata, svoltasi in Romania, il FC Tskhinvali riesce a fermare i padroni di casa sull’1-1 grazie a una rete dell’attaccante Nika Kacharava, figlio dell’allenatore Kakha. Nella partita di ritorno, giocata in uno stadio Mikheil Meskhi per l’occasione gremito di tifosi entusiasti, in quanto non di certo abituati a palcoscenici internazionali, la squadra di casa non riesce però a imporre il proprio gioco, uscendo sconfitta per 3-1, ponendo fine anzitempo alla propria avventura europea. Nonostante la prematura eliminazione dalla coppa, però, Sanakoyev e la società sono riusciti a centrare il loro obiettivo: far associare a tutta l’Europa sportiva Tskhinvali alla Georgia.

Foto: სკ ცხინვალი

Chi è Emanuele Cassano

Ha studiato Scienze Internazionali, con specializzazione in Studi Europei. Per East Journal si occupa di Caucaso, regione a cui si dedica da anni e dove ha trascorso numerosi soggiorni di studio e ricerca. Dal 2016 collabora con la rivista Osservatorio Balcani e Caucaso.

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