Liberate Branimir Jovanovic

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UPDATE – 15/04/2016 Branimir Jovanovic è stato rilasciato

Branimir Jovanovic è stato arrestato dalla polizia macedone durante le proteste anti-governative che ieri hanno avuto luogo a Skopje. Branimir Jovanovic è un giovane economista, classe 1982, ricercatore in visita all’Università di Torino, presso il dipartimento di Economia e Statistica, ha lavorato presso la Banca Centrale macedone tra il 2007 e il 2015, conseguendo un dottorato di ricerca in Economia e istituzioni dei mercati finanziari all’università di Tor Vergata.

Ma Branimir Jovanovic non è solo un intellettuale e un economista, è anche un attivista politico impegnato in prima persona contro il regime para-mafioso di Nikola Gruevski e del suo partito, il VMRO, che da quasi dieci anni governa il paese attraverso corruttele, minacce, censura e violenza. Branimir Jovanovic è tra coloro che hanno dato vita a Levica, piattaforma politica che si pone come alternativa di sinistra al partito socialista macedone.

A scatenare le proteste è stata la decisione del presidente della repubblica macedone, George Ivanov, di graziare i politici coinvolti nelle indagini relative allo scandalo intercettazioni. Uno scandalo che rivelava come il governo e i servizi segreti, guidati da Sašo Mijalkov, cugino del premier Nikola Gruevski, controllassero magistrati, giornalisti, oppositori politici. La decisione del presidente dà un colpo di spugna alle indagini e lascia impunita la classe dirigente. L’Unione Europea, per bocca del commissario Hahn, ha dichiarato che la risoluzione presidenziale mina lo stato di diritto e mette in discussione la credibilità delle elezioni previste per il prossimo 5 giugno. Gli accordi di Pržino, attraverso cui l’esecutivo si impegnava a garantire una pacifica alternanza di potere e garantiva elezioni democratiche, e raggiunti grazie all’intermediazione dell’UE, diventano oggi carta straccia. La protesta quindi non è un tentativo si sovvertire l’ordine costituito, ma di ristabilire lo stato di diritto.

Abbiamo avuto la fortuna di conoscere Branimir durante il suo soggiorno a Torino, e il suo arresto ci tocca da vicino. Ma al di là delle implicazioni personali, il suo arresto ha un valore simbolico poiché rappresenta quella volontà di rinnovamento democratico che la classe dirigente nazionalista al potere cerca in ogni modo di impedire. Ci appelliamo quindi affinché venga al più presto liberato, unitamente agli altri arrestati, e che l’Unione Europea intervenga a sanzionare la deriva autoritaria del governo macedone, costringendo l’esecutivo a rispettare gli accordi di Pržino.

nelle foto l’arresto di Branimir Jovanovic

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Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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