Dopo Albania e Montenegro all’inizio del 2025, anche Macedonia del Nord e Moldavia ad ottobre di questo anno entreranno nell’ambito geografico degli schemi di pagamento dell’Area Unica dei Pagamenti in Euro (SEPA). Ad annunciare i nuovi ingressi è stato l’European Payments Council al termine del Consiglio direttivo svoltosi giovedì 6 marzo.
La data di ingresso ufficiale dei due nuovi paesi è stabilita per il 5 ottobre, in quella data i paesi aderenti al sistema di pagamento saranno 40 e per i cittadini dei due paesi trasferire denaro da e verso l’estero sarà molto più facile, economico e conveniente. Secondo alcune stime il risparmio annuale si aggirerebbe intorno ai 12-20 milioni di euro. In particolare entrare nel sistema SEPA facilita e riduce i costi delle transazioni bancarie in euro, e ne aumenta gli standard di sicurezza e uniformità tramite l’uso dei codici IBAN e BIC. Ogni anno, oltre 50 miliardi di transazioni finanziarie passano attraverso il sistema SEPA.
Nello specifico i partecipanti allo schema di pagamento EPC potranno inviare o ricevere transazioni tramite bonifico SEPA (SCT), bonifico SEPA istantaneo (SCT Inst) e addebito diretto SEPA (SDD) da e verso i partecipanti allo schema SCT, SCT Inst e SDD della Macedonia del Nord e della Moldavia a partire dal momento in cui i loro istituti finanziari avranno aderito ai rispettivi schemi.
Un ampliamento dei paesi aderenti agli schemi di pagamento SEPA apre un maggiore accesso al mercato per le aziende in questi paesi e rafforza i legami economici tra l’UE e i suoi vicini. Si tratta di un passaggio strategico verso la riduzione dei costi di transazione e la garanzia che i servizi finanziari siano accessibili a una gamma più ampia di consumatori e aziende, supportando così la crescita economica e la stabilità nella regione.
La reazione dei governi e dell’UE
La notizia ha avuto gli apprezzamenti dei rispettivi governi e degli enti bancari nazionali. In Macedonia del Nord il governatore della Banca centrale Anita Angelovska Bezoska ha rimarcato l’importanza di tale passaggio: “Abbiamo realizzato uno degli obiettivi più importanti nel percorso verso l’adesione all’UE. Ci aspettiamo numerosi vantaggi per i nostri cittadini, le nostre aziende. Ciò è particolarmente importante per l’economia macedone, caratterizzata da un elevato grado di apertura commerciale”.
La Commissione Europea ha confermato la volontà di sostenere la preparazione dei fornitori di servizi di pagamento della Moldavia e della Macedonia del Nord con lo scopo di un “ulteriore allineamento dei due paesi all’acquis dell’UE”. Il ruolo europeo è centrale per l’allargamento dell’Area Unica dei Pagamenti e la stessa SEPA è parte del “piano di crescita” per accelerare la convergenza socioeconomica dei Balcani occidentali in preparazione ad una futura adesione all’UE. Sul piatto ci sono 6 miliardi di euro, da sborsare entro il 2027 ai sei paesi dei Balcani i quali però dovranno attuare le riforme necessarie.
Come per albanesi e montenegrini, l’ingresso negli schemi di pagamento SEPA è un beneficio anche per i tanti cittadini che lavorano all’estero e vogliono inviare denaro verso i loro paesi d’origine. Basti pensare che solo in Italia la comunità macedone conta circa 68.000 persone e la Moldavia dal 1990, anno della sua indipendenza dall’URSS, ha visto partire verso l’estero almeno un milione di persone. Nel 2022 la comunità moldava in Italia contava 113.000 persone.
La situazione a Belgrado e Sarajevo
Tra i paesi balcanici ancora fuori dalla SEPA spicca sicuramente il nome della Serbia il cui ingresso era stato annunciato dal presidente Aleksandar Vucic per il 1° gennaio 2025, e della Bosnia Erzegovina. La guerra in Ucraina e le recenti grandi proteste studentesche in gran parte della Serbia non hanno certamente facilitato i rapporti tra Belgrado e Bruxelles, fondamentali anche per poter accedere all’aerea Unica dei Pagamenti. Più indietro e più complesso, invece, il processo per Sarajevo, dove sarà necessario anche coordinare le istituzioni bancarie delle due entità del paese.
Foto: Commissione Europea