Il parlamento del Kosovo ha eletto oggi una comandante delle forze di polizia, senza esperienze politiche, come nuovo presidente, evitando così le elezioni anticipate dopo che il precedente capo di Stato era stato costretto alle dimissioni. Atifete Jahjaga è diventata così la terza persona ad assumere quell’incarico da settembre, in un paese caratterizzato da problemi economici e instabilità politica. Jahjaga, che supera di solo un anno il limite di 35 anni per essere eletto presidente, è la prima donna a diventare leader del Kosovo, indipendente da tre anni.
La Jahjaga gode della fiducia degli Usa (non a caso nella foto, ancora poliziotta, con l’allora presidente Bush) e ha potuto contare su un ampio consenso dal momento che l’intesa sul suo nome ha coinvolto il Partito democratico del Kosovo (Pdk), il suo alleato di governo Nuova alleanza per il Kosovo (Ark) e la Lega democratica del Kosovo (Ldk), il maggiore partito di opposizione. Pacolli, dimessosi dopo il pronunciamento della Corte costituzionale, aveva rinunciato a ripresentarsi candidato.
“Un sogno che si realizza – ha dichiarato nel suo discorso d’insediamento – e credo che per il Kosovo il futuro sia l’ingresso nell’Unione Europea e una solida amicizia con gli Stati Uniti”. Parole dense di significato. Del traffico d’organi di cui è accusato il suo primo ministro, Hasim Tachi, non una parola.