CECENIA: Il fantoccio e l'emiro. Kadyrov contro Umarov

di Alessandro Mazzaro

Il consiglio di sicurezza dell’ONU ha predisposto delle sanzioni nei confronti del famigerato “emiro del Caucaso” Dokku Umarov. Conti bancari congelati, proprietà sequestrate, embargo per le armi e divieto assoluto d’ingresso in tutti i paesi membri delle Nazioni Unite. Dokku Umarov rivendicò, nei primi giorni di febbraio, l’attentato all’aeroporto Domodedovo di Mosca, dove morirono più di trenta persone.

Il presidente ceceno Kadyrov ha apprezzato l’operato del consiglio di sicurezza, ma ha gettato ombre sulla reale applicazione delle sanzioni: “Sostengo in toto la decisione presa dall’ONU. Mi auguro che le sanzioni siano realmente applicate, e che Umarov comprenda le conseguenze della decisione presa a New York. Forse, almeno per ora, l’Occidente cesserà di idealizzare i terroristi”. Queste le parole di Kadyrov, che ha appreso la notizia durante una visita in Giordania, nella quale ha inaugurato una strada a lui dedicata e un parco intitolato al padre, ucciso anni fa dai mujaheddin. Il leader ceceno ha promesso di ricambiare il favore, dedicando a Grozny una strada al re di Giordania Abdullah e un parco al padre Hussein.

Kadyrov ha inoltre attaccato duramente il sito indipendentista Kavkazcenter, accusato di fare “terrorismo dell’informazione, moltiplicando le notizie sui ribelli”. Ribelli che a detta del “fantoccio di Mosca”, come viene definito Kadyrov dallo stesso Kavkazcenter, sono solo “poche decine e verranno distrutti al minimo movimento”. Va ricordato che il presidente ceceno non può viaggiare all’estero se non con il placet di Mosca.

La situazione in Cecenia resta comunque delicata. Il 16 marzo il servizio di sicurezza russo, l’FSB, ha assicurato l’amnistia per i militanti “pentiti”, ma ha anche aggiunto che le rappresaglie contro le famiglie dei ribelli proseguiranno se questi non deporranno le armi.

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